Regole della Compagnia di S. Paolo, ([Malta]:
Postulazzjoni Kawza ta' Mons G De Piro, 1988).
Original
title-page:
Regole della
Compagnia di S. Paolo, Fascicolo Primo, (Malta: C. Maistre & Sons, 1924).
[fascicolo 1, page i]
DECRETI
[fascicolo 1, page
iii]
1. BENEDIZIONE
DI PAPA PIO X.
Cassano Ionio 27-1-910.
Mio Carmo. D. Giuseppe,
Il Santo Padre a cui
esposi la sua dimanda (*), informato da me in proposito, si rallegro' del santo
divisamento e mi affido' l'onorevole incarico di dirle che Egli conforta Lei e
i compagni con la Benedizione Apostolica.
Mi raccomandi al Signore e
mi creda
Devmo.
Servitore
+
Pietro Vescovo di Cassano
Vre
Aplico
_______________
(*) Di iniziare
l'istituzione di una Societa' Religiosa, allo scopo di formare dei Missionari
[fascicolo 1, page iv]
2. EREZIONE
CANO
-
DECRETUM -
Viso supplici libello
Nobis porrecto ab Illmo. et Revmo Dno. Canco. Decano Josepho De Piro pro
erectione canonica, Societatis ab ipso fundatae sub titulo S. Pauli Apostoli et
pro adprobatione constitutionum, quibus ipsa Societas regenda est.
Viso fine ad quem tendit
institutio praedictae Societatis;
Autoritate Nostra
ordinaria erigimus et tamquam canonice erectum declaramus Piam Societatem, de
qua in precibus sub titulo S. Pauli Apostoli, sub statutis, quae ipsis precibu,
ajiciuntur quaeuque in modum experimenti adprobamus, iniungentes oratori ut
infra sex menses Nobis exhibeat per extensum et modo exhaurienti et completo
Statuta seu sonsititutiones, quibus supradicta Societas regenda est.
Datum in N. Palatio
Archiepali Civ. Vallettae die 14 Novembris 1921.
+
Maurus O.S.B.
(L+S) Arch.
Epus. Melit.
Sac. P. Vella Mangion
Cancellarius
[fascicolo 1, page v]
3. APPROVAZIONE
DELLE REGOLE
-
DECRETUM -
Cum per Litteras
Apostolicas Sacrae Congregationis Religiosorum diei 4 Februarii 1921. Prot 6550/20 Nobis tributa fuit facultas
erigendi Piam Societatem Religiosam ab Illmo. et Revmo. Dno Josepho De Piro
Navarra Canco. Decano Nostrae Ecclesiae Cathedralis fundateam, quem die 14
Novembris 1921 decrevimus ut cognoscatur et appellatur sub titulo
"Congregatione di S. Paolo" et quam iam canonice ereximus, constito
Nobis Pium Opus non habere alium finem nisi Dei Omnipotentis gloriam et salutem
animarum, nec non constito etiam Nobis de salutari progressu ejusdem piae
societatis a die institutionis, virtute supra dictarum Litterarum Appotolicarum
et vigore Decreti Executorialis adprobamus Corpus Regularum Nobis exhibitum a
supradicto Rmo Canco Fundatore, ex quo corpore, etsi nondum completo, satis
apparet nobilis et sanctus character praedictae Piae Congregationis, cum ipsae
regulae ducunt ad Christianam perfectionem et sunt juxta noman doctrinae et
spiritus sanctorum fundatorum ordinum religiosorum.
Tamen ut compleatur hoc
Corpus Regularum, ex quibus habetur ordo, volumus non tantum ut serventur
correctiones et modificationes quas in Domino judicabimus esse faciendas in
supradicto Corpore Regularum, sed volumus etiam et mandamus ut per supradictum
Canonicum Fundatorem quam primum redigentur et Nobis exhibeantur alias regulas,
quae ad regimen generale et particulare ufficiorum ipsius Congregationis
spectant reservantes in futuro Nobis Nostrisque Successoribus facultatem
tollendi, addendi modificandi quidquid in Domino magis expedire videbitur.
Auspicientes in Domine
omnia bona, Nostram Pastoralem Benedictionem peramanter impertimur dilecto
filio Nostro Canonico Fundatore omnibsque Sociis Piae Congregationis.
Datum in Nostro Palatio
Civitatis Vallettae die 18 Martii 1924.
+ Maurus O.S.B.
(L+S) Arch.
Epus. Melit.
Sac. Ant. Galea
Cacellarius.
[fascicolo 1, page 1]
REGOLE
[fascicolo 1, page 3]
R E G O L E
Della
COMPAGNIA DI SAN PAOLO
**************
4. "Nisi
Dominus aedificaverit
domum,
in vanum laboraverunt
qui
aedificant eam."
Ps
126(127):1[1]
PROSPETTO
5. La Compagnia di San Paolo
Apostolo e' una Societa' di Missionarii, Sacerdoti e Catechisti laici,
congregati in perfetta vita comune.
6 Essa si propone come fine
di lottare per perfezionare i suoi membri nell'amore di Dio e del prossimo, per
mezzo dell'osservanza delle virtu' cristiane, ed in particulare modo di una
perfetta ubbidienza, castita' e poverta'; e di salvare le anime venendo in
aiuto di quei popoli, i quali difettano di operai evangelici, (*1) ed assumendo
la cura di case di beneficenza.
7 Tutti i membri dopo la
debita prova, emetteranno i voti di ubbidienza, poverta' castita' e missione.
8 L'abito e' il talare nero
con fascia anche nera[2]. Alla prima professione i
catechisti riceveranno la corona del Rosario della Beata Vergine, che terranno
raccomandata alla fascia; e gli studenti riceveranno una croce di legno
raccomandata al collo da un cordoncino e stretta al petto per mezzo della
fascia. I Sacerdoti poi porteranno la
Croce munita del Crocifisso.
9 Gli ammettendi devono
essere idonei per essere formati giusta lo scopo della Compagnia.
10 I membri possono cessare di
appartenervi o per ritiro o per esclusione.
11 Il Padre Preposto eletto a
vita, ed assistito da quattro consiglieri, avra' la facolta' e l'obligo di
stabilire entro i limiti delle regole, cio' che maggiormente conduce la
Compagnia al conseguimento del fine prefissosi.
(*2)
[fascicolo 1, page 4]
12 (*1) Incominciando delle Colonie Maltesi all'estero.
13 (*2) Distesa la Compagnia in tre case e pervenuto a
dodici il numero dei Sacerdoti professi, questi passeranno all'elezione a vita
del Padre Preposto della Compagnia. Fino
a tanto pero' che questa elezione potesse aver luogo il Vescovo nominera' il
Padre Superiore della Compagnia, e questi a sua volta nominera', occorrendo, i
Padri Superiori Locali.
_______
- Del Probandato -
14 Perche' la Compagnia possa
essere di bene all Chiesa di Nostro Signore Gesu' Cristo, e' di somma
importanza che non ammetta nelle sue file, se non quelle persone, che coll'aiiuto
della grazia di Dio, col loro lavoro e buon esempio possono esserle utilit al
raggiungimento del suo fine. Per la qual
cosa ripetutamente e molto cautamente e' da provarsi la vocazione di coloro, i
quali fanno istanza per essere ammessi nella nostra Compagnia, coll'esaminar
bene le loro virtu', le doti e l'irdole.
15 Chi vuol appartenere all
Compagnia deve ardere del desiderio della propria perfezione, deve essere
infiammato dall'amore di Nostro Signore Gesu' Cristo e della sua Chiesa; deve
essere pieno di zelo per la salute delle anime, deve avere il suo cuore libero
da qualsiasi affetto disordinato alle cose terrene e dall'amore immoderato ai
parenti ed al suolo natio; desiderando solamente il servizio di Dio e della
Chiesa o nelle Missioni o in altri uffici della Compagnia; deve inoltre avere
una forma volonta' di perseverare fino alla morte nella fedelta' ed ubbidienza
alle regole della Compagnia.
16 Non sara' permesso
l'ingresso nella Compagnia a 1o) chi essendo nato in grembo alla Chiesa
Cattolica si allontano' dalla stessa, negando la fede ed abbracciando errori
contrarii; 2o) chi e' legato da matrimonio; 3o) chi ha natali illegittimi o non
legittimati; 4o) chi e' di eta' molto tenera (minore di dodici anni) o gia'
molto avanzata (superiore a quarant'anni)
5o) chi ha indossato l'abito di un altro istituto religioso
[fascicolo 1, page 5]
vivendo sotto l'ubbidienza dello stesso, quantunque non abbia fatta la
professione 6o) chi venne espulso od invitato a ritirarsi da qualsiasi collegio
o dal Seminario; 7o) chi e' malato, debole o notabilmente deforme nel corpo;
8o) chi non e' sano di mente od abbia una notabile disposizione a tale
malattia; 9o) chi abbia in qualunque modo contratto debiti, anche
sottoscrivendo obbligazioni o garanzie e non sia in grado di soddisfarli; 10o)
chi e' tenuto a rendere conti o e' impicato in altri affari temporali, dai
quali potranno nascere liti od altre difficolta alla Compagnia; 11o) chi si
rese publicamente infame per qualsiasi delitto.
- Da questi impedimenti ne' il Padre Preposto ne' il Capitolo Generale
possono compensare i difetti, in tal caso il Padre Preposto puo' raccomandare alla Santa Sede la relativa
supplica per dispensa.
17 Ad evitare pubblicita' o
processi giudizari tra la Compagnia e chi talvolta avesse cessato di fare parte
della stessa, ognuno fin dal suo ingresso firmera' la seguente dichiarazione:-
18 "Io qui sottoscritto
spontaneamente dichiaro che se mai per qualsiasi motivo cessere' di formare
parte della Compagnia di San Paolo sia per mia volonta' sia per altre ragioni
rinunzio insin da oggi a qualunque diritto per indennizzo, sussidio o
rimunerazione del quale potro' essere intitolato secondo la legge per i servigi
che avro' prestato alla Compagnia e ai membri della stessa durante il tempo
della mia permanenza come membro di essa."
19 Appartiene ai Padri
Provinciali o ai Padri Vigarii di ammettere coloro che domandano di essere
aggregati, ma prima che sia loro lecito di aprire la porta ad alcuno , da se
stessi o per mezzo del Maestro dei novizi procurino di conoscere l'individuo; e
dopo aver perfettamente conosciuto essere egli del tutto di buoni costumi, e di
averlo prudentemente giudicato utile alla Compagnia, e perseverante, nel
proponimento, ed inoltre da nessun impedimento legato, che gli esclude
l'ingresso nella Compagnia, gli permettono di vivere tra di noi, come
aspirante, per quindici giorni.
20 Terminati i quindici giorni,
se egli si mostri sempre perseverante, e nulla osti, verra' dato principio
all'anno
[fascicolo 1, page 6]
di probandato.
21 Durante l'anno del
probandato il Maestro dei Novizi o un altro sacerdote delegato, o direttamente
il Padre Superiore Locale, istruira' il probando nelle regole della Compagnia,
nei doveri e nelle difficolta' del nostro stato, e prosuri di avvicinarlo spesso,
per poter conoscere cosa da lui possa sperare la Compagnia, ed anzi tutto se
possa fidarsi della sua perseveranza.
22 Entro questo anno del
probandato fara' otto giorni di ritiro spirituale, durante il quale giusta il
parere del suo confessore, fara' la confessione generale di tutti i suoi
peccati.
23 Terminato l'anno del
probandato , se nulla osti, verra' il probando ammesso alla ricezione
dell'abito della Compagnia; assegnandogli un nuovo nome diverso da quello che
portava nel secolo, e verra' dato principio al noviziato.
24 Presiedera' la vestizione il
Padre Provinciale o il Padre Vicario delle Missioni, o il Padre Superiore
Locale, ed in assenza di questi il Maestro dei Novizi; e nello stesso libro in
cui il probando avra' dichiarato di osservare tutte le cose, che gli furono
proposte, registrera' il giorno, il mese e l'anno della vestizione.
25 Tutti coloro a cui incombe
l'ufficio importante e delicato dell'Ammissione preghino spesso Iddio perche'
nelle file della Compagnia, non siano annoverati se non i soli a Lui vocati.
[fascicolo 1, page 7]
- Del Noviziato -
26 Terminato colla vestizione
l'anno di prova, verra' dato principio all'anno di noviziato.
27 Col permesso del Padre
Provinciale, ossia del Padre Vicario delle missioni ed il consenso del suo
consiglio straordinario l'anno del noviziato potra' essere prorogato fino a tre
mesi, e non oltre, e sempre per una giusta e ragionevole causa.
28 Il tempo del noviziato
verra' passato nell'esercizio piu' perfetto delle virtu' piu' eccellenti di
nostra santa religione. Pertanto sotto
la direzione del loro Maestro verranno i novizi anzitutto con diligenza
ammaestrati nella legge di Dio, circa il metodo di fare l'orazione mentale,
circa il modo di fare l'esame di coscienza, di confessare bene i peccati, e di
udire devotamente la Santa Messa. Quindi
il Padre Maestro li istruira' nella via della perfezione, nello spirito dello
stato religioso, e nell' osservanza di tutte le nostre sante regole,
specialmente nelle principali ed in quelle che piu' ripugnano alla natura; e li
avvertira' anche che per il loro avanzamento spirituale dovranno essere
contenti, che tutti i loro difetti ed imperfezioni sieno manifestati al
Superiore da coloro che ne fossero' venuti in cognizione, beninteso fuori di
confessione.
29 Il maestro dei Novizi
esercita su di essi quella stessa autorita', che esercita il Superiore sopra
tutti i suoi sudditi; questa autorita' pero' verra' da lui esercitata sotto la
dipendenza del Padre Provinciale ovvero del Padre Vicario, al quale esporra' lo
stato delle cose almeno una volta la settimana, quando abita nella stessa casa,
ed una volta al mese, quando abita in casa diversa.
30 I Novizi devono compire
l'intiero anno del Noviziato nella casa a cio' destinata, e sotto la direzione
immediata del maestro esercitarsi in quegli uffici che sono loro proprii;
pertanto durante questo tempo in cui vengono ammaestrati nello spirito dello
stato religioso, quantunque insigniti di qualsiasi ordine, a nessuno sara'
permesso di adoperarli nelle missioni.
31 I Novizi devono procurare di
avere una speciale devozione verso la vita nascosta di Nostro Signore Gesu'
Cristo, e
[fascicolo 1, page 8]
stimare se stessi felici che la loro vita si rassomigli alquanto alla vita
del Nostro SSmo. Salvatore, che dall'anno duodecimo fino all'anno trentesimo si
tenne nascost quasi a tutto il mondo. E
nel seguire con grande diligenza le orme di questo Esemplare Divino, si
studieranno con premura di imitare la sua vita privata; per la qual cosa si
terranno perfettamente sottomessi agli ordini dei Superiori, ed ubbidienti con
molta diligenza a tutte le regole della Compagnia.
32 I Novizi mostreranno grande
rispetto verso i Sacerdoti, come verso la stessa persona del Figlio di Dio,
delle quale fanno le veci in terra; e cio' tanto nelle parole quanto nelle
maniere; si mostreranno poi sempre volonterosi ad aiutarli; in quanto lo
permette la loro posizione, nelle necessita', nei ministeri e nelle infermita'.
33 Si asterranno non solo
soloda ogni bissimo ma anche da ogni vana curiosa inquisizione, e da ogni
libera interpretazione intorno alle azioni, ammonizione ed ordini dei loro
Superiori.
34 Allorche' avranno avuto un
rifiuto od un rimprovero si sforzeranno di reprimere sul momento in cuor loro
ogni rammarico ed ogni lamento; e di abituarsi a ricevere tali rifiuti o
rimproveri con animo grato ed allegro, stimandoli mezzi efficaci per giungere
sicuramente presto alle perfetta abnegazione ed al pieno trionfo sull'amor
proprio.
35 Si sopporteranno
reciprocamente con molta pazienza e mansuetudine, gareggeranno anzi nel
servirsi con piacere e nel rispettarsi, onorarsi ed amarsi con gaudio.
36 Si astenga ognuno da
qualsiasi cosa che potesse arrecare dispiacere a fratelli e volentieri sia
condiscendente ai desiderii altrui, affinche' tra tutti e sempre sia mantenuta
la pace e la carita' di Gesu' Cristo.
37 Osserveranno colla massima
diligenza le regole, siano esse comuni a tuttioparticulari dei Novizi; ed al
primo suono della campana, siccome alla voce di Dio, si recheranno con
prontezza ai varii atti comuni.
38 Quando alcuno arrivera' sul
luogo dopo che si sara' dato principio all'atto comune, fatto il debito
ossequio al Superiore andra' al suo posto, ed esporra' poi in camera al
medesimo il motivo del suo ritardo.
[fascicolo 1, page 9]
39 I Novizi osserveranno sempre
il silenzio entro il noviziato ad eccezione del tempo della ricreazione. Ed anche colla massima diligenza, verra' da
loro osservato il silenzio nelle camere, per le scale, nei corridoi e pei
cortili, particolarmente nella sagristia allorche' la loro presenza sara' ivi
per servizio richiesta; in una parola attenderanno al silenzio per tutta la
casa ad eccezione di quando hanno bisogno di parlare col Padre Superiore o col
loro Maestro; e quando nei sudetti luoghi si troveranno nella necessita' di
dover parlare ad alcuno, questo lo facciano con poche parole ed a voce
sommessa.
40 Non introdurranno alcuno
nella propria camera ed essi giammai entreranno nella camera degli altri, e se
per necessita' saranno tenuti di parlare ad alcuno, si fermeranno sulla soglia,
avendo prima ottenuto il permesso del Maestro dei Novizi.
41 Durante il tempo della
ricreazione, oltre a cioe' che vien prescritto dalle regole comuni per tutti,
si asterranno dalla compagnia dei secolari, e se alcuno per un dato caso o
altro verra' introdotto, con questi non tratteranno famigliarmente, qualora il
Superiore espressamente non lo permettesse.
42 Non si allontaneranno dal
luogo assegnato alla ricreazione se non per causa legittima, e dopo aver
ottenuto il permesso dal Maestro ed anche dal Padre Superiore, qualora si
trovasse presente.
43 Questo permesso e'
necessario a loro, come e' necessario a tutt' altri della Compagnia, tutte le
volte che essendo impediti non potranno intervenire a qualche atto comune.
44 I Novizi cureranno inoltre
di fuggire il mondo, di evitare i discorsi dei secolari, di tenersi del tutto
lontani dalle pompe, dai divertimenti e dai sentimenti profani del secolo; di
non immischiarsi colle adunnanze, giochi e spettacoli mondani, ne' di fermarsi
per le vie a guardare i varii spettacoli dei quali inutilmente si pasce la
curiosita' dei secolari.
45 Non usciranno di casa,
quantunque per necessita', senza compagno e senza il permesso del Padre
Superiore ed anche
[fascicolo 1, page 10]
del loro Maestro-Similmente col permesso del Maestro si recheranno in
parlatorio, ed al ritorno o da fuori o dal parlatorio di nuovo si presenteranno
allo stesso.
46 Mentre sono a passeggio
giammai devono speararsi dalla Communita', ma tutti insieme contribuiscano al
comune sollievo, evitando tra di se qualsiasi segno di amicizia particolare,
essendo questo contrario a quella comune carita', che li deve tutti unire in
Cristo; a maggiore ragione si asterranno dal toccarsi o dall'abbracciarsi anche
per puro gioco[3]; poiche' un tale diportamento e' disdicevole alla decenza e modestia
religiosa.
- Della Professione -
47 Terminato l'anno del
Noviziato avra' luogo la professione per un anno, pel periodo ti tre anni.
48 Dopo i tre anni di voti
annuali i Sacerdoti e gli studenti verranno ammessi alla professione perpetua;
i fratelli catechisti pero', verranno ammessi alla professione di tre anni, e
terminati questi, se verranno trovati degni, saranno ammessi alla professione
perpetua.
49 Il Maestro dei Novizi verso
la fine del noviziato ed a tempo opportuno terra' avvisato il Padre Provinciale
o il Padre Vicario delle missioni, riferendo allo stesso tutto cio' che
riguarda colui che fra breve dovra' essere annoverato nelle file della nostra
Compagnia. I Padri Superiori Locali, i
quali avessero dei sudditi per la professione, dopo consultati i loro
assessori, terranno la stessa linea di condotta, salvo cio' che vien detto a
suo luogo dello studentato.
50 Il Padre Provinciale o Padre
Vicario delle missioni unitamente col suo Consiglio straordinario, pesera' con
somma attenzione e da ogni lato i motivi dell'ammissione; affinche' in una
cosa, che e' di tanta importanza al bene della Compagnia, non si abbia ad agire
inconsideratamente. Quindi dopo matura
riflessione l'affare verrra' deciso per maggioranza di voti.
51 La deliberazione poi di
questo Consiglio, colla quale
[fascicolo 1, page 11]
verra' dichiarata l'ammissione di un candidato alla prima professione o
quella perpetua, verra' quanto prima dal Padre Provinciale o dal Vicario delle
Missioni, inviata al Padre Preposto, affinche' mediante la sua conferma
acquisti la propria validita'. Per la
rinnovazione pero' dei voti temporanei, non occorre una nuova approvazione del
Padre Preposto.
52 L'emissione dei voti verra'
preceduta da un ritiro spirituale di otto giorni.
53 Terminato il tempo per il
quale vennero emessi i voti, verra' fatta la loro rinnovazione pubblicamente e
senza indugio.
54 Coloro che emettono i voti
perpetui non possono essere sciolti dagli stessi se non dalla Santa Sede.
55 I voti di diritto verranno
ricevuti dal Padre Preposto, dal Provinciale o dal Vicario delle Missioni, ed
in loro difetto dal Superiore Locale o da un Sacerdote della Compagnia, di voti
perpetui, da essi a cio' specialmente delegato per scrittura.
56 Nel giorno destinato per la
professione colui che ha da ricevere i voti offrira' il Santo Sacrificio della
messa, al quale assisteranno tutti della stessa casa; e prima della Santa
Communione l'ammesso ai voti, assistito dal Maestro dei Novizi o dal Moderatore
degli Studenti, o da un altro Sacerdote alla presenza di tutta la Communita'
pronunciera' ad alta e chiara voce la formola della sua professione, da se
medesimo scritta e munita, in calce del proprio nome.
57 La formola della professione
e' la seguente: "Io N.N. dinanzi a Dio, alla Beata Vergine Maria, al Padre
nostro San Paolo, ed a tutta la corte celeste faccio voto di ubbidienza,
castita', poverta' e missione fino alla morte (o per un ano o per un triennio)
nella Compagnia di San Paolo. Prego
umilmente Iddio a voler accetttare questo mio sacrificio e di assistermi a
compirlo colla sua grazia."
58 Dopo di questo il nuovo
professo, se non e' sacerdote ricevera' la SSma. Comunione; se pero' e' gia
insignito del sacerdozio, allora celebrera' dopo emessa la professione,
rinnovando mentalmente la stessa prima della Comunione.
59 Quindi colui che riceve i
voti allorche' avra' terminata la Santa Messa, indossera' al nuovo professo la
croce con
[fascicolo 1, page 12]
crocefisso, se e' Sacerdote; la croce nuda di legno, se e' ancora Studente;
e la corona della Beata Vergine se e' Catechista.
60 La formola della professione
sia temporanea che perpetua scritta a mano e firmata da colui, che avra' emesso
i voti, verra' munita della firma di chi avra' ricevuto i voti. Poscia il documento autentico di questa
professione verra' trascritto in un apposito registro e munito delle firme di
colui che avra' emesso i voti, di colui che li' avra' ricevuti ed anche di due
testimonii. La detta formola intanto
verra' mandata al Segretario della Compagnia, e munita della firma del Padre
Preposto e della sua propria, nonche' del suggello della Compagnia, verra'
conservata nell'archivio di detta Compagnia.
61 Fatta la prima professione
ciascuno diviene suddito del Superiore della Casa nella quale si trova o alla
quale e' destinato.
- Dello Studentato -
62 Lo studentato e' una casa
nella quale i professi, per mezzo della pratica della virtu' e dell'acquisto
della scienza ecclesiastica vengono formati per la ricezione sei Sacri Ordini e
pei varii ministeri della Compagnia.
63 Questa casa quantunque
dipende dall'immediata autorita' del Padre Provinciale ossia del Padre Vicario
delle missioni, purnondimeno viene raccomandata alla cura vigilante del Padre
Preposto.
64 I professori dello studentato
vengono nominati dal Padre Provinciale o dal Padre Vicario delle missioni nel
consiglio straordinario, coll'approvazione del Padre Preposto.
65 Il Superiore dello
studentato oltre al consiglio di amministrazione, avra' anche il consiglio di
direzione al quale interverranno tutti i professori, e tutti coloro che
adempiono uffici attinenti al governo dello studentato.
66 In questo Consiglio di
Direzione, da convocarsi ordinariamente una volta al mese; lo verra' data
relazione dai singoli membri dello stesso della disciplina e del progresso
degli studenti negli studii e nelle virtu', 20 verra' trattato dell'ammissione
ai voti ossia agli ordini.
[fascicolo 1, page 13]
67 Il Padre Preposto
invigilera' perche' in tutti gli studentati la dottrina venga attinta da
purissime fonti, giusta il disposto del Codice di D.C., ed anche provvedera'
perche' negli stessi, in forza di regolamenti stabiliti, sia osservata
l'uniformita', tanto nel corso degli studi, quanto nella maniera e metodo di
insegnare.
68 Il Padre Superiore una volta
al mese dara' la relazione di ogni professo al Padre Provinciale o al Padre
Vicario delle Missioni, ed ogni tre mesi al Padre Preposto.
69 Terminati gli studi si
terranno apparecchiati a ricevere dal Padre Preposto le prime lettere obbedienziali.
70 Se per caso, col permesso
del Padre Preposto, alcuni studenti si trovassero in qualche casa particolare,
questi verranno diretti, sotto il titolo di Moderatore dei Professi, da un
Sacerdote della Compagnia raccomandato per pieta', scienza e prudenza. La nomina di costui appartiene al Padre
Provinciale o al Padre Vicario delle missioni, ed al loro Consiglio
straordinario, approvante il Padre Preposto col consenso del suo Consiglio.
71 Sara' ufficio di questo
Moderatore di dirigere questi studenti giusta le norme determinate dal Padre
Preposto.
- Dei Fratelli Catechisti -
72 Sotto il nome di Fratelli
Catechisti la Compagnia ammette nelle sue file quegli uomini di buona volonta',
che premurosi della salvezza dell'anima propria desideranno vivere a norma
delle nostre regole.
73 Essi sono cosi' chiamati dal
loro piu' nobile ufficio, pero' la loro ordinaria ocuupazione consiste nel
prestare gratuitamente e per amore di Dio, l'opera loro pei bisogni temporali
della Compagnia; essi poi si dedicheranno all'istruzione religiosa e ad altri
simili uffici in tutto e sempre sotto la direzione e piena dipendenza dei loro
Superiori.
74 A tal fine perche' gli
aspiranti Catechisti vengano ammessi richiedesi in loro a) una vera e provata
pieta', retta intenzione della gloria di Dio e salute delle anime, spirito di
sacrificio e disposizione generosa ai patimenti ed anche alla morte per amore
di Gesu' Cristo; b) attitudine ad insegnare
[fascicolo 1, page 14]
il Catechismo, e ai varii uffici ed alle diverse incombense, che potranno
venir loro affidate in servizion della Compagnia e dell'opera sua; c) la
cognizione di qualche utile arte meccanica, come sarebbe la calzoleria, la
sartoria e simili, o anche di qualche arte liberale, ma questa in secondo
luogo; d) ferma salute e robustezza di corpo comprovata da visita medica,
dovendo dedicarsi ad una vita tutta di disagi e fatiche; e) un'eta' non minore
di sedici anni e non oltre i trenta anni; f) una molto buona condotta in modo
che si possa con fondamento, sperar bene di loro; g) esenzione degli
impedimenti gia nominati (V. Probandato).
75 Sotto la direzione del
Maestro dei Novisi incomincieranno l'anno di prova, durante il quale il Padre
Maestro spieghera' loro le nostre regole e dara' loro gli avvisi necessarii per
osservare bene. Terminato l'anno verra'
deciso se debbano essere ammessi alla vestizione.
76 Preso l'abito della
Compagnia verra' dato principio all'anno del noviziato e sempre sotto la guida
del Maestro dei Novizi continueranno a perfezionarsi nell'osservanza della
legge di Dio, nella pratica di fare l'orazione menteale e l'esame di coscienza,
ed in tutti gli altri atti di pieta' precritti dalle regole, come anche in
tutte le virtu' proprie dello stato religioso.
77 Terminato questo anno del
noviziato ed avendo datp do se le debite prove se avranno compito l'anno
decimottavo, emetiteranno i quattro voti di ubbidienza, castita', poverta' e
missione "ad annum" pel periodo di tre anni, quindi per un triennio e
finalmente, se sono degni, verranno ammessi alla professione perpetua. Alla prima professione verra loro data la
corona della Beata Vergine, che caramente porteranno raccomandata alla fascia.
78 Durante il tempo di prova il
Maestro dei Novizi e l'Economo si accorderanno insieme, affinche' i Fratelli
Catechisti novizi possano fare gli esercizi spirituali proprii dei novizi,
salva sempre la cura delle cose temporali a loro asegnata; e viceversa.
79 Dal giorno della prima
professione i Fratelli Catechisti sotto il governo del Padre Superiore Locale, diventano
sudditi dell'Economo per cio' che spetta agli uffici temporali,
[fascicolo 1, page 15]
ed al prefetto spirituale per cio' che riguarda le cose spirituali.
80 Tutti i Fratelli Catechisti
abbiano e conservino una tenera devozione alla Vergine Santissima, che si
studieranno di imitare nello spirito di raccoglimento e di orazione; di
ubbidienza, di poverta' e purita', mantenendosi sempre umili ed attivi in
continuo aiuto ai Sacerdoti, che profondamente rispetteranno, ed alle opere
della Compagnia. Essi pertanto
reciteranno giornalmente l'intera corona della Beata Vergine; e quando
l'ufficio e le loro occupazioni lo permetteranno, sappiano di fare una cosa
molto grata alla Compagnia se indulgeranno nella recita di questa preghiera
tanto efficace.
81 Si difenderanno intanto
dalla tentazione di aspirare al sacerdozio o ad uffici ed occupazioni piu' alti
di quelli a loro affidati dall'ubbidienza, e attenderanno invece con tutte le
forze a santificarsi nello stato in cui si trovano.
DEI CAMPI D'AZIONE
_____
- Delle Missioni -
82 In senso lato-Come indica il
fine della Compagnia, qual'e' quello di venire in aiuto di quei popoli, che
difettano di operai evangelici, le Missioni sono tra i nostri ministeri il
principale; ed in forza del voto di missione tutti sono obligati di essere
sempre disposti e pronti di recarsi in qualsivoglia parte del mondo.
83 Oltre alla predicazione,
confessione ed altre pie pratiche, che verranno osservate nelle nostre chiese,
i Missionarii si daranno anche a quelle azioni ministeriali, che sono
strettamente parrocchiali, sempre naturalmente, secondo quello che viene
richiesto dagli Ordinarii dei luoghi.
84 Il Superiore di ogni
Missione avra' la cura ogni settimana, di informare il Padre Superiore piu'
prossimo, di tuttocio' che succede di notabile, e di chiedergli consiglio e
direzione. Lo stesso e' a dirsi di
coloro, che trovansi lontanti dalla communita' per ragioni di ministero.
85 I Missionarii preghino ogni
giorno per le anime affidate
[fascicolo 1, page 16]
alla loro cura e massima premura venga da tutti usata, che non vi sia
neanche l'ombra del cattivo esempio, ma tale sia sempre il loro modo di vivere
e di trattare con coloro che evangelizzano da conciliarsi la loro
venerazione. Pertanto sotto pretesto di
carita' non si immischino nel combinare matrimonii, ed in testamenti; ne si
prestino a fare l'ufficio di padrini, e si tengano sempre ben lontani da tutti
quegli affari, che avviliscono il ministero evangelico, e che giustamente danno
fastidio all'animo delle parti interessate.
86 I Missionarii pero' che
devono evangelizzare dei popoli infedeli, non rifiuteranno di educare i
selvaggi nei doveri della vita civile, cio' infatti contribuisce molto allo
stesso bene spirituale degli stessi; ma si guarderanno in questa cosa
dall'eccedere la debita misura con danno spirituale proprio e degli altri.
87 I Missionarii da ultimo
quanto piu' per ragione della loro missione, saranno privi dei grandi benefici
della vita in communita', altrettanto procurino di ardere dal desiderio della
propria perfezione, e siano piu' strettamente osseranti delle Sante Regole
della Compagnia e non tralascino mai la meditazione e gli esami di coscienza
quotidiani, e tutti gli altri esercizi di pieta'.
88 In senso stretto-Per
missione in senso stretto s'intende l'invio di due o piu' Missionarii in una
parrocchia o in un altro luogo per amministrare il pane della parola di Dio, e
distribuire il sangue preziosissimo di N.S. Gesu' Cristo per mezzo dei
sacramenti della Penitenza e dell'Eucaristia.
89 I Missionarii, appena
dall'ubbidienza viene loro assegnata una Missione, procurino di accogliere
questa come dalle mani della Divina Provvidenza, ed incomincino fino da allora
a pregare pei popoli che devono evangelizare.
Arrivati sul luogo abbiano sempre innanzi ai proprii occhi le parole di
San Paolo nostro Padre, "Christi bonus odur sumus" 2 Cor. 2.15, e si
terranno contenti della camera, del letto e del cibo con cui verranno
trattati. Terminata poi nel Signore
l'opera loro, con sollecitudine si ritirino dal campo evangelizzato.
[fascicolo 1, page 17]
- Degli Orfanatrofii -
90 Nella direzione di un
orfanatrofio il Padre Superiore aiutato da coloro, che per questa nobile
missione gli verranno assegnati, curera' in tutte le sue direttive e
deliberazioni di avere sempre innanzi alla mente il bene dei fanciulli affidati
dalla Provvidenza alle sue paterne cure.
91 Tutti poi aiutati dal
proprio spirito di sacrificio, cureranno con ogni premura ad essere di continua
edificazione e buon esempio ai fanciulli, non solo e massimamente in cio' che
spetti la morale, ma anche nelle buone maniere civili, ceh sono tanto atte a
condurre facilmente a quella carita' cristiana, che oggi sembra sparire dal
mondo, anche in quelle regioni gia' illuminate dal Vangelo.
92 E' poi di somma importanza
la continua vigilanza dei fanciulli, massime in tempo di ricreazione, quando la
semplicita' che accompagna la loro eta', piu' facilmente disvela quei difetti
da essere, con soavita' e fortezza, eradicati dalle loro tenere anime.
- Della Predicazione -
93 La predicazione e' di tanta
importanza per operare il bene nelle anime redente dal preziossisimo sangue di
N.S. Gesu' Cristo, che ogni Sacerdote della Compagnia deve avere la massima
premura di rendersi idoneo ad amministrare degnamente la parola di Dio.
94 Per rendersi idonei alla
predicazione siano i Sacerdoti della Compagnia ben compresi dall'amore di Gesu'
Cristo, e dal dovere inerente di spargere sempre ed ovunque il suo buon odore
(2Co 2:15.)[4] Quando infatti N. Signore invio'
gli Apostoli a predicare per il mondo, non intese inviarli solo alla
predicazione propriamente detta, ma anche a dare il buon esempio, ed e' questo
appunto che contribuisce immensamente al buon effetto della parola
amministrata. Ognuno pertanto tenga come
detto a se, le parole di San Paolo nostro Padre a Tito. "In ombinus teipsum praebe exemplum
bonorum operum, in doctrina, in integritate, in gravitate; verbum sanum
irreprehensibile, ut qui ex adverso est, vereatur, nihil habens malum dicere de
nobis." (Tit 2:7.8.)
[fascicolo 1, page 18]
95 Percio' la
maggiore attenzione dei Missionarii predicatori deve posarsi non gia'
sull'eleganza del discorso[5], che muove alla propria ammirazione, ed acquista la gloria del plauso, con
grave pericolo ed anche danno; ma sulla gravita' e sodezza della dottrina che
gia' professano, adattandola all'intelligenza dell'uditorio per formare
nell'anima dello stesso, lo spirito di Gesu' Cristo, secondo quel di San Paolo
ai Corinti "Non enim nosmet ipsos praedicamus, sed Jesum Christum ... et
hunc crucifixum ... non in sublimitate sermonis ... sed in ostensione
spiritus;"[6] mostrando cioe' che noi conserviamo in cuor nostro le parole che
annunciamo, e che abbiamo gia' incominciato a fare cio' che vogliamo insegnare.
96 Avranno pertanto i
Missionarii ogni cura di ammaestrare il popolo nelle verita' della Santa
Religione; di esortarlo alla pratica dell'orazione, delle virtu' e delle opere
buone, alla frequenza dei Sacramenti della penitenza e dell'eucaristia; di
mettere in orrore le occasioni del peccato, le false massime del secolo ed i
piaceri dannosi; di incitare alla buona e santa lettura; di promuovere la
devozione del Sacro Cuore di Gesu', della Vergine SSma. e del suo Rosario, di
San Giuseppe di San Paolo e degli angeli custodi e delle anime purganti, raccomandando
in favor loro l'atto eroico di carita'.
97 I Missionarii predicatori
infine, devono pregare perche' lo Spirito Divino si degni accompagnarli, in
questo ministero con quella grazia potente che muove i cuori e converte le
anime.
- Della Confessione -
98 La grazia che viene da Dio
impartita permezzo della predicazione riceve la sua perfezione nel Sacramento
della penitenza. Ed in verita' e' nel
confesionile che ha luogo la conversione dei peccatori, ed e' anche la' che
viene operato il progresso nella santificazione dei giusti.
99 Collo studio della scienza
richiesta e con una vita in tutto a sempre esemplare fondata nel santo timore
di Dio, ognuno dei Missionarii pocuri di rendersi idoneo all'amministrazione di
un ministero tra tuttti il piu' delicato.
[fascicolo 1, page 19]
Ed ottenuta dai Superiori, l'approvazione, collo spirito di sacrificio, che
deve sempre accompagnarlo, usi ogni premura di essere assiduo al confessionile,
nelle ore comode alle anime, che la Divina Provvidenza si degnera' di
affidargli.[7]
100 Non e' mai a sufficienza
raccomandata al missionario confessore di essere uomo d'orazione e d'una
continua unione con Dio perche' questa e' l'unica fonte dalla quale potra'
attingere tutti quei doni e grazie necessarie per poter con opportunita' ed
utilita' trattare con tutte le diverse persone che ricorreranno al suo
ministero.
101 Memore sempre che il
Confessore e' per le anime e non le anime pel confessore, si circondi di tutte
quelle cautele necessarie le quali non saranno mai troppe, specialmente
nell'ascoltare le confessioni delle donne.
E percio' si costodiscano anzitutto gli occhi, non osservando mai chi si
ha intorno al confessionile, ne' si parli loro volgendosi volto a volto; si
usino sempre parole serie riservate e rispettose, e giammai si usino termini di
confidenza e famigliarita'; - si parli a ciascuno come se si parlasse ad un
anima separata dal corpo, ad un'amima riscattata dal Sangue preziosissimo di
N.S. Gesu' Cristo; - giammai si contragga famigliarita' ed amicizia colle
proprie penitenti; -ne' si dia luogo a gelosia perche' esse si confessano da
altri, evitando, quando si stima prudente per rispetto alla loro liberta', di
domandare da quanto tempo si fossero confessate; -si interroghi il meno
possibile in certe materie evitando di indagare le circostanze che riguardano
il modo; -si tenga chiuso il cuore ad ogni sentimento di affezione, nascesse
pure dalle piu' belle qualita' di spirito, e dalle piu' belle qualita' di spirito,[8] e dalle piu' singolari virtu' che in alvune vi potrebbero essere e se si
scorge in esse qualche particolare affezione, sarebbe prudente consigliarle a
cercare un altro confessore.
102 In tal modo cautendosi si
troveranno i Missionarii Confessori, anche dopo lunghi anni di assiduita' al
confessionile, al termine della propria vita, senza dover deplorare che questo
delicato ministero sia stato loro occasione di peccato.
[fascicolo 1, page 20]
- Catechismo ai Fanciulli -
103 I Missionarii della nostra
Compagnia abbiano sempre in grande stima la formazione dei fanciulli nei primi
rudimenti della dottrina di nostra Santa Religione, e siano persuasi che un tal
ministero e' accetto a Dio quanto gli altri, fossero essi piu' alti ed
onorifici; e percio' si tengano sempre disposti ad esercitarlo tutte le volte
che dai loro Superiori verranno richiesti.
104 Nelle parrocchie affidare alle
nostre cure, ed anche nelle chiese e case nostre dove l'opportunita' delle
circostanze lo permette, sara' cura del Superiore Locale, sempre pero' col
consenso del Padre Preposto, di erigere la Congregazione della Dottrina
Cristiana, per mezzo della quale l'opera del personale insegnante interno
potra' essere molto utilmente estesa, merce' l'aiuto dei catechisti esterni
congregati.
- Cultura dei Giovani -
105 Se e' buona cosa la cultura
dei fanciulli non e' meno commendevole quella dei giovani. L'avere essi infatti una mano paterna che li
coltivi e li diriga allora appunto che trovansi al bivio del bene e del male,
e' una cosa di sommo merito e molto grata al Sacro Cuore di Gesu'; ed e'
percio' che la Compagnia si assume anche di lavorare in questo campo della
vasta vigna.
106 Ove e' possibile percio' nelle
nostre case, col consenso del Padre Preposto verra' istituita una Congregazione
di giovani laici, i quali oltre che' colla pratica di varii esercizi di pieta',
si potranno anche aiutare con qualche utile e santa attrattiva come sarebbe una
sala da studio.
107 Il Padre Superiore Locale,
coll'approvazione del suo Superiore piu' prossimo nominera' uno o due dei
Missionarii perche' dirigano una tale Congregazione.
108 Questi avranno per ufficio di
conoscere individualmente tutti i congregati e dirigerli sempre al amore di
Dio. In cio' pero' che appartiene
all'amministrazione ed alla direzione della Congregasione stabiliscano nulla
senza il permesso del Padre Superiore.
[fascicolo 1, page 21]
- Ritiri Spirituali -
109 Se e' opera buona l'accrescere
il numero dei fedeli nelle schiere della Chiesa e' anche bello il perfezionare
le anime dei fedeli nella vita cristiana.
Percio' nella Compagnia si abbia sempre grande amore ai ritiri
spirituali, ed o nelle proprie case od in case apposite, si incoraggisca la
pratica del ritiro tra i giovani, gli adulti e massime della classe operaia.
110 Tali ritiri spirituali saranno
predicati con tanto maggior frutto, quanto meglio i Sacerdoti della Compagnia
conosceranno il libro degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio di Lojola e si
conformeranno al suo metodo.
111 I nostri Missionarii durante
il ritiro abbiano una paterna cura dei ritirati, non solo percio' che riguarda
lo spirituale, ma anche percio' che riguarda il temporale procurando di
accommodarli nel miglior modo possibile, servendoli essi stessi a tavola.[9]
- Parrocchie -
112 La direzione di una parrocchia
non puo' essere assunta senza il previo permesso della Santa Sede, e soltanto
al Padre Preposto, unitamente al suo consiglio, compete di giudicare se la cosa
sia espediente e di domandare l'opportuno indulto alla Santa Sede.
113 Sta al Padre Provinciale o al
Padre Vicario di propore ai Viscovi coloro che saranno per adempire un tale
ministero, e percio' resta vietata a tutti i Missionarii della Compagnia di
ambire l'ufficio parrocchiale o di accettare lo stesso per qualsiasi altra via.
114 Nella direzione od
amministrazione delle parrocchie sara' sempre osservata la giurisdizione
dell'Ordinario, percio' il Padre Superiore giammai osera' di andar contro, in
questa materia, agli ordini ed alle direttive dell'Ordinario; ed i Missionarii
della Compagnia, che si trovassero a capo di parrocchie, in tutto cio' che
aspetti alla direzione delle medesime, saranno liberi di trattare col proprio
Ordinario, anche per mezzo di lettere, senza il permesso del proprio Padre
Superiore.
115 Purtuttavia i Sacerdoti della
Compagnia, ai quali verra'
[fascicolo 1, page 22]
affidato l'ufficio parrocchiale, non sono esenti dall'ubbidienza religiosa
ne' dall'osservanza della vita comune. Percio'
sara' dovere del Padre Superiore di invigilare perche' costoro fedelmente
osservino gli ordini e le direttive dell Ordinario, perche' siano tenuti in
ordine tutti i registri parrocchiali, e perche' con diligenza adempiano
l'ufficio loro affidato. Come pure
verra' stabilito un modo di vita e di azione, da essere approvato dal Padre
Provinciale ed osservato dal Parroco, affinche' i due doveri del Ministero
parrocchiale e della vita comune vadano d'accordo senza offendersi.
- Ufficiatura -
116 La recitazione dell'Ufficio
Divino nella Compagnia non e' in comune.
117 In quelle case pero', ove le
circostanze interne ed esterne della Communita' lo permettono verranno cantati
Vespri e Messa nelle Domeniche, nelle feste di precetto, ed in quelle della
Compagni ed inoltre verranno celebrate le funzioni di Settimana Santa.
118 Si abbia nella nostra
Compagnia una devota cura della liturgia tanto nel canto che nelle cerimonie,
ed il Padre Superiore Locale provvedera' perche' uno della Comunita' si dedichi
allo studio speciale delle rubriche, perche' le stesse possano essere da tutti
osservate colla maggiore esattezza.
119 I Missionarii non interverranno
a processioni, o altre pubbliche cerimonie, salvo il caso che per opportunita'
locale, il Padre Superiore stimera', quando richiesto, di dover
accondiscendere; ma anche allora interverranno come individui e giammai come
Communita'.
- Apostolato della Stampa -
120 Per la propagazione della
dottrina insegnataci da Gesu' Cristo, per la difesa della sua Chiesa contro gli
attacchi nemici e per promuovere la benevolenza degli uomini verso la stessa,
e', senza dubbio, di grande efficacia l'uso della stampa. E'bene pertanto che i Missionarii della
nsotra Compagnia si diano anche a lavorare in questo Campo.
[fascicolo 1, page 23]
121 I nostri stampati pero' siano
sempre edificanti e nessuno ardisca di dare alle stampe un libro, un fascicolo
un foglietto un articolo per un giornale e qualsiasi altro scritto senza
l'approvazione ed il permesso del Padre Preposto.
- Assistenza Spirituale Preferenziale -
122 Tenendo sempre innanzi agli
occhi il fine della Compagnia nostra, vengono raccomandate alla carita' dei
nostri Missionarii le persone che trovansi ricoverate in case di beneficenza o
nelle prigioni; di maniera tale, che in concorrenza con altre richieste pel
nostro ministero di predicazione e confessione, si dia a loro la preferenza.
- Assistenza ai Moribondi -
123 I Missionarii abbiano cura
degli ammalati che trovansi sotto la loro direzione; ed allorche' la malattia
si aggrava, si abbia premura di disporli a ricevere gli ultimi Sacramenti.
124 Ricevuti questi il confessore
li visitera' spesso, anche piu' volte al giorno, se lo stima necessario, usando
sempre, beninteso, le debite cautele, massime quando trattasi dell'altro sesso;
e prolungandosi la malattia si procuri loro il sollievo spirituale colla
ripetizione della Santa Comunione.
125 Approssimandosi il termine di
questa vita, gli infermi verranno aiutati con maggiore vigilanza a superare
l'ultima lotta coll'infernal nemico ed a fare una santa morte.
126 Ove poi le circostanze delle
nostre case lo permettono, col consenso del Padre Preposto e' commendevole
l'erezione dell'Opera della Buona Morte, colla quale vien arrecato maggiore
aiuto spirituale ai moribondi.
[fascicolo 1, page
25]
[Contents of Fascicolo Primo – see contents at end of file]
Original
title-page:
Regole della
Compagnia di S. Paolo, Fascicolo Secondo, (Malta: C. Maistre & Sons, 1925).
[fascicolo 2, page 1]
DEI SANTI VOTI
[fascicolo 2, page 3]
R E G O L E
DELLA
COMPAGNIA DI
SAN PAOLO
127 "Nisi
Dominus aedificaverit
domum,
in vanum laboraverunt
qui
aedificant eam."
Ps
126(127):1 [10]
DEI SANTI VOTI.
128 Il voto e' uno di quegli atti
della virtu' della religione col quale maggiormente Iddio viene onorato,
percio' le azioni fatte in virtu' die tanti voti riescono a Lui piu' gradite e
sono ricche di doppio merito. I membri
della Compagnia adunque abbiano in somma stima i loro voti e se li tengono ben
cari, considerandoli non gia' come un onore gravoso e molesto, bensi' come un
giogo soave e un peso leggiero[11], e come vincoli preziosi, mediante i quali vengono piu' strettamente uniti
a Dio, e percio' stesso maggiomente perfezionati nell'amor suo. Quindi e' che nell'osservanza dei santi voti
ognuno deve cercare la maggior perfezione, infatti sarebbe ben poca cosa il
contentarsi di non rendersi reo di sacrilegio col violare le essenziali
obbligazioni dei medesimi.
- Del Voto di Ubbidienza -
129 L'ubbidienza essendo la virtu'
piu' caratteristica della Compagnia e' manifesto che i suoi membri non devono
contentarsi dell'osservanza del voto in materia grave, ma devono procurare la
perfezione di si eccellente virtu' imitando Gesu' Cristo, che fu perfettissimo
esemplare ed il Suo Apostolo e Padre Nostro San Paolo, il quale con quelle
parole tanto divote e significanti "Domine quid me vis facere?"[12] si offri' in olocausto a Dio
ponendo in pratica la ubbidienza cristiana.
130 In virtu' pertanto del voto di
ubbidienza avendo tutti i membri della Compagnia, consacrata a Dio la loro
volonta' si sono impegnati a non vivere ed agire secondo i loro proprii
[fascicolo 2, page 4]
desiderii e voleri; bensi in conformita dei desiderii e voleri dei
Superiori posti in luogo di Dio.
131 Ed in primo luogo per questo
voto i Missionarii sono obbligati a prestare un'ubbidienza ed una sommissione
la piu' figliale ed assoluta alla Santa Sede Apostolica, alla quale la nostra
Compagnia si gloria di professare la piu' speciale e segnalata soggezione.
132 Tengano inoltre i proprii
Superiori, qualunque essi siano, in luogo di Nostro Signore Gesu' Cristo
portando loro internamente riverenza ed amore, ed ubbidiscano non solo
all'esterno con prontezza, perfezione ed umilta debita a quanto sara' loro
comandato, senza scuse a mormorazioni, ancorche loro si comaudino cose
difficili; ma sforzandosi di avere interiormente una vera rassegnazione ed
annegazione del proprio giudizio, conformandolo a cio che il Superiore vuole e
sente in tutte le cose, ove non si conosce evidentemente peccato, pigliando la
volonta ed il giudizio del Superiore per regola del proprio parere e sentire
acciocche si conformino piu' perfettamente colla prima e somma regola di ogni
buona volonta e giudizio, che e' l'eterna Bonta e Sapienza. Non e' pero' vietato di esporre al Superiore
la ripugnanze e difficolta' che potessero rinsorgere intorno alle cose
comandate, ma sempre cio si deve fare con grande umilita'.
133 Tutti si ingegnino di
perfettamente osservare l'ubbidienza e di essere in questo segnalati, ubbidendo
ad ogni minimo ceuno del Superiore, ancorche fosse senza espresso comando, e
prevenendone anche i desiderii, ma Dio, per cui amore si ubbidisce e procurino
di procedere in cio piuttosto con isprito di amore che di timore.
134 Saranno sempre pronti ad
ubbidire con ispirito di umilta' a tutti gli uffici li della casa, eziando
negli uffici piu' bassi, quando saranno mandati in loro aiuto.
[fascicolo 2, page 5]
135 Si persuadono tutti bene, che
siccome pel merito dell'ubbidienza ogni piccola azione diviene grande e
pregievole, pel contrario qualuque altra che poitesse all'occhio di Dio alcun
pregio e valore, quando fosse intrapresa senza ubbidienza: diverrebbe poi assai
riprovevole al divino cospetto, quando contro la stessa ubbidienza venisse
fatta, e pero si guardino tutti i Missionarii di nulla intraprendere e condurre
a termine, benche pio e santo senza la norma della santa ubbidienza.
- Del Voto di Missione -
136 Per il voto di Missione
ciascuno membro della Compagnia deve essere sempre disposto e pronto a recarsi
in qualdivoglia parte del mondo dove sara' mandato dall'ubbidienza.
- Del Voto di Poverta' -
137 Il voto di poverta' esige
innanzi tutto che non si disponga di cosa alcuna come propria: ma la sua
perfezione richiede ancora che il cuore sia totalmente libero e distaccato dai
beni terreni. Tutti adunque i membri
della compagnia si guardino dal piu' tornare coll'affetto a ripigliare quelle cose,
a cui hanno rinuciato per Iddio, e dal disporre di alcuna cosa senza la debita
licenza dei legittimi Superiori. E
quantunque la rinuncia dei loro beni per gli effetti esterni ed in forza del
voto emesso nella compagnia sia condizionata; nondimeno si considerino come
quasi privi di ogni diritto, abborrendo quel momento, in cui avessero' la
sventura di riprendere cio che, secondo il consiglio evangelico intesero
lasciare per sempre.
[fascicolo 2, page 6]
Rifuggano adunque con tutta la forza dell'animo loro dal mai fomentare
veruna speranza di avere, anche la menoma parte, alcunche' di quanto hanno
abbandonato.
138 Per questo motivo se in
qualchecosa potesse avvenire che dovessero o per se o per l'Istituto a cui
appartengono o per altri, dimandare un qualche soccorso colla licenza del
Superiore, non potranno mai farne domanda a quelli, cui fecero la rinunzia: ne'
in questo caso potra' mai essere valida una tale licenza.
139 Intendano tutti che in forza
del voto di poverta' tanto temporaneo quanto perpetuo, sebbene essi ritengono
il dominio radicale, o nuda proprieta', dei loro beni, nondimeno resta loro
vietato di esercitare qualunque dominio utile libero sopra i beni temporali
siano immobili o mobili; ne' e' loro lecito senza espressa licenza del Superiore,
di dare o recevere in imprestito, vendere, donare, commutare od usare di cosa
alcuna. E' pero' acquistando, ricevendo,
ritenendo come proprio, od in altro modo disponendo di qualsivoglia cosa senza
saputa e consenso del Superiore peccherebbero contro il voto di poverta' e cio'
piu' o meno gravemente, a proporzione del valore dell'oggetto di cui avessero
disposto di proprio arbitrio.
140 Sappiano tutti che la
quantita' che nel furto costituisce materia grave, rende pure gravemente colpevole
la violazione del voto di poverta'.
141 Tutto cio' che viene concesso
ai singoli membri, e' loro concesso a titolo di semplice uso e non gia' di
proprieta' appartenendo ogni cosa all'Istituto.
Tutti quindi siano sempre disposti e pronti a spogliarsi e privarsi ad
ogni minimo cenno dell'ubbidienza, di quanto e' stato loro concesso, come
eziandio di usarne nella misura e nel modo stabilito dall'ubbidienza medesima.
142 Amino tutti la santa poverta'
ed accolgono quale vantaggio e guadagno prezioso tutte le occasioni nelle quali
potessero
[fascicolo 2, page 7]
risentirne gli effetti per qualche privazione di una parte del necessario.
143 La maniera del vitto e del
vestito sara' conforme all'uso di persone che fanno professione di poverta', e
ciascuno si disponga a ricevere delle cose che saranno in casa le peggiori, per
sua maggiore mortificazione e profitto spirituale.
144 Questi sentimenti di distacco
pero' e di mortificazione, non impediscono ai membri della Compagnia di far
conoscere, con modestia e figliale confidenza, al Superiore, quello che puo'
essere loro necessario, sia riguardo ai bisogni della loro salute, e
conservazione delle proprie forze, sia intorno a tutto cio' che puo' tornare
utile al miglior andamento delle cose o cariche che sono loro affidate.
145 Nessuno pretenda od esiga cosa
alcuna in compenso delle fatiche, che unicamente per amore del Signore dovra'
sostenere in vantaggio dei prossimi; cerchi invece di adattarsi in tutto alla
Comunita'.
146 Ogni cosa essendo in comune
nell'Istituto sia riguardo al vitto, ed al vestito come ai mobili ed alla
biancheria, tutti riceveranno cio' che sara' loro necessario senz'altra
distinzione che quella voluta dalla carita' e dai bisogni di ognuno.
147 Il voto di poverta' richiede
inoltre che agnuno abbia tutta la cura degli oggetti che sono a sua
disposizione sia di quelli, che gli sono concessi per uso personale come vesti,
libri, mobili etc. sia di quelli appartenenti al suo ufficio usando sempre le
suppellettili o gli ordegni al fine a cui sono destinati, cosi' ad esempio il
martello della calzoleria non si usi in carpenteria, le forbici della sartoria
non servano per la legatoria e cosi via: ognuno invece procuri in tutto i
convenienti risparmi e faccia premura che nulla vada a male.
148 Nessuno si approprii qualsivoglia
cosa di casa, ne' pigli
[fascicolo 2, page 8]
in qualunque modo per se o per altri cosa alcuna dagli esterni, senza
licenza del Superiore: e molto piu' verrebbe lesa la poverta' dando qualchecosa
ai medesimi senza la detta licenza.
149 Che se poi si trovassero'
fuori di casa e non potessere' rifiutare un oggetto specialmente se di
devozione, senza venir meno alle piu' strette convenienze, lo prendono ed al
loro ritorno in casa lo rimettano al Superiore.
150 Venendo doanta qualchecosa ad
alcuno in particolare sebbene potra' con licenza del Superiore accettarsi, non
si dovra' pero' lasciarne l'uso esclusivo a quello cui fu fatto il dono, ma
dovra' mettersi in comune.
151 Niuno tenga presso di se
danaro, e presso di altri ne' danaro ne' altre cose.
152 Non sia mai permesso a veruno
di tenere presso di se cose di lusso o soverchie non essendo cio' conforme allo
stato di poveri di Gesu' Cristo, quali noi ci professiamo, e nelle cose che con
licenza del Superiore potranno tenersi nessuno faccia segno alcuno denotante
proprieta'.
153 Coloro cui venissero affidate
dal Superiore somme di danaro sia per ragione degli uffici che esercitano, sia
per viaggi che avessero da fare, dovranno conformarsi esattamente agli ordinari
ricevuti riguardo all'uso delle medesime somem; ed a suo tempo consegnare al
Superiore unitamente al rendiconto delle spese, quanto puo' loro essere rimasto
di sopravanzo.
154 Il Superiore poi, ricordevole
sempre che non per nulla viene da tutti chiamato Padre tenga gli occhi ben
aperti per conoscere ed indagare i bisogni di ciascuno, ed un cuore grande e
generoso per soddisfarli entro i limiti della santa poverta' ne' in cio' sia
guidato da affetto particolare, ma tutti i subalterri guardando come figliuoli,
a turri provvegga ugualmente.
155 Dovra' stare a tutti
sommamente a cuore e piu' particolarmente al Superiore che si mantenga
l'osservanza della perfetta
[fascicolo 2, page 9]
vita comune, al che giovera' grandamente la vigilanza ferma e risoluta del
Superiore di non permettere singolarita' veruna che non sia voluta dal preciso
bisogno.
156 Anche il Superiore dovra'
uniformarsi in tutto alla vita comune, e non mai tollerare tanto nel vitto e
nel vestito, come nel mobiglio ed in ogni altra cosa che si usino verso di lui
riguardi e distinzione, salvo quelli richiesti della necessita' come per ogni
altro membro della Compagnia. E siccome
egli non e' padrone ma semplice amministratore dei beni dell'Istituto, che sono
pur beni di dio e della Chiesa, incombe a lui il rigoroso obbligo di amministrarli
esattamente. Il Superiore potrebbe
aggravarsi la coscienza anche di molte e gravi colpe, se facendola da padrone,
disponesse dei beni dell'Istituto a suo talento prodigandoli in spese non
necessarie, o non fatte colle debite cautele e previsioni, o in elargizioni
cogli esterni o aggravando la casa di debiti.
157 Riguardo ai beni posseduti nel
secolo, tutti e' membri della Compagnia tanto quelli che hanno emesso i voti
temporanei, quanto quelli che si sono legati coi voti perpetui, ritengono il
dominio radicale, ossia la nuda proprieta' dei medesimi loro beni, ma e' loro
assolutamente vietata l'amministrazione, l'usufrutto e l'uso degli stessi beni.[13] Percio' prima di professare, col
consiglio del Superiore, dovranno cedere con atto pubblico, se le leggi civili
li permettono, e non consentendolo questi, con atto privato da registrarsi in
un libro a cio' destinato, l'amministrazione, l'usufrutto e l'uso a chi
stimeranno meglio, ed anche all'Istituto se cosi piacera'. Questa cessione pero' non avra' piu' vigore
qualora il membro uscisse dalla Compagnia; ed e' percio' necessario apporre
nell'atto di cessione la condizione che sia revocabile in ogni tempo secondi il
volere del membro stesso; il quale emessa che avesse la professione sia dei
voti temporanei, nello spazio della loro durata; sia dei voti perpetui
[fascicolo 2, page 10]
per tutto il tempo della sua vita, non potra' in coscienza piu' fare uso
della facolta' di revocare la cesssione senza licenza del Padre Preposto. Lo stesso dicasi dei beni che pervenissero
dopo la professione, ai membri della Compagnia a titolo di eredita', di
donazione o di legato.
158 Per cio' che riguarda poi la
nuda proprieta' dei beni suddetti, i Membri professi potranno disporre per
testamento, e in qualunque tempo, sempre pero' colla licenza del Padre
Preposto, anche per donazione, e per l'atto di donazione avra' fine la
cessione, da loro fatta, come sopra, dell'amministrazione, usufrutto ed uso; a
meno che essi non dichiarino nell'atto stesso di donazione, che detta cessione
debba continuare ad avere effetto, nonostante la donazione, e cio' per quel
tempo che loro piacera'.
159 Del resto non e' punto vietato
ai membri professi di fare col permesso del padre Preposto tutti quegli atti di
proprieta' che sono richiesti dalle leggi.
160 La facolta' di amministrare,
disporre, e permettere ad altri l'amministrazione delle cose temporali, quando
il bisogno e lo spiritio dell'Istitiuto lo richieggono, risiede nel Padre
Preposto, come mero b distributore, salvo pero' i casi stabiliti dai Sacri
Canoni del Nuovo Codice, nei quali e' necessaria la licenza della Santa Sede.
- Del Voto di Castita' -
161 In forza del voto di Castita'
il religioso e' obbligato a mantenersi celibe, e assume nuova grave
obbligazione di astenersi da qualsiasi colpa contraria alla Castita'.
162 Per la perfetta osservanza di
questo santo voto tutti sono tenuti di procurare di vevere e di mantenersi in
tale purezza interiore ed esteriore da essere santi di corpo e di spirito, e da
emulare per quanto e' possibile, la purezza ed il cancore degli Angeli.
163 Ma poiche niuno puo' essere
continente e casto senza uno speciale dono di Dio, cosi' si sforzio congiungere
di continuo
[fascicolo 2, page 11]
l'orazione colla vigilanza e con gran fervore si raccomandino a Gesu' ed a
Maria, ed a loro ricorrano in ogni pericolo e tentazione.
164 Nel trattare col prossimo,
particolarmente con persone di sesso diverso, siano tutti molto accurati ed
avveduti in custodire anzi tutto il cuore, guardandosi con ogni diligenza dalle
genialita' e dalle amicizie particolari; poi anche custodicano da ogni
disordine le porte dei loro sentimenti, particolarmente gli occhi, le orecchie,
la lingua, conservandosi in pace ed umilta' interna ed esterna; il che giovera'
non meno a loro stessi, che a quelli con cui conversani, i quali restando per
il loro contengo edificati, sentiranno animarsi ancor essi all'acquisto di si
bella e santa virtu'.
DELLE VIRTU' ED ALTRE OSSERVANZE
165 "Attende tibi et
doctrinae, insta in illis: hoc enim faciens; teipsum salvum facies, et eos quite
audiunt." 1Tim 4:16.[14] Ognuno dei Missionarii consideri
dette a se queste parole di San Paolo Nostro Padre, ed abbia a cuore il dovere
della propria perfezione, perche' questa lo aiutera' a salvare e santificare se
stesso ed il prossimo; e si guardi sempre bene dal trascurare l'anima propria
col pretesto di salvare quella degli altri.
166 Tutti i Missionarii pertanto,
iniziando in casa la propria missione, cerchino di animarsi reciprocamente, al
desiderio ed all'amore della propria perfezione non solo col buon esempio,
eseguendo con esattezza i proprii doveri, ma anche con buone parole facendo
altri partecipe delle buone ispirazione, colle quali il Signore avra'
illuminato la loro mente, particolarmente per cio' che riguarda il distacco da
noi medesimi ed in genere l'acquisto delle virtu' formentando sempre l'unione e
carita' fraterna ed il compatimento dei difetti altrui.
167 Sia a tutti di conforto che la
Compagnia, quale madre amorosa, ci appresta numerosi aiuti per la nostra
santificazione percio' ognuno, con animo costante, procuri nel proprio
ministero
[fascicolo 2, page 12]
od ufficio qualsiasi, di non omettere l'acquisto di quella perfezione, che
colla grazia divina puo' acquistare mediante la buona osservanza delle sante
regole.
168 D'altra parte sia ad ognuno di
stimolo il pensiero, che l'osservanza, lo zelo e la pratica delle virtu' e
delle cose spirituali, non mancheranno di dare alla dottrina ed ai doni
naturali ed umani, che ognuno avesse da Dio ricevuto, quella utile efficacia,
che serve tanto per la conservazione e prosperita', non solo del corpo, ma
anche dello spirito della Compagnia.
169 I Padri Superiori pertanto con
soavita' e fermezza, insistani, perche' in tutte le nostre case vi sia la
pratica dell'orazione e l'amore alle cose che riguardano lo spirito,
invigilando sull'osservanza di tutti i mezzi a cio' prescritti e
particolarmente del ritiro annuale.
170 Ognuno poi dal canto suo abbia
la premura di non intiepidire nel fervore della propria religiosa professione,
ma procuri sempre di accrescerla mediante l'abnegazione di se stesso, e la
mortificazione in tutte le cose.
- Della Generosita' -
171 Chiunque da Dio sara'
prescelto a formar parte di questa Compagnia faccia tutto il possibile di
corrispondere con animo grande e generoso, usando ogni premura nella
repressione delle proprie male inclinazioni, e nell'acquisto delle sode virtu'
ad imitazione dei Santi Apostoli e di San Paolo nostro Padre, il quale chiamato
da Gesu' Cristo, sulla via di Damasco[15], abbandono' quanto gli potea dare il mondo ed i suoi seguaci e con cuore
grande e generoso si dedico' tutto al divino servizio, preparandosi a vincere e
superare qualsiasi ostacolo o difficolta'.[16] Una tale magnanima corrsipondenza
disporra' poi ognuno a ricevere da Dio una maggiore abbondanza di grazie e doni
spirituali.
- Dell'Umilta' -
172 Se l'umilta' e' a tutti
necessaria per piacere a Dio e conseguire la vita eterna e' necessariissima
alle persone a Dio
[fascicolo 2, page 13]
consacrate, e che si adoperino in servizio dei prossimi, particolarmente
col ministero sacerdotale; percio' i Missionarii non omettano di domandarla a
Dio, con insistenza, e si tengano ben guardinghi del vizio opposto essendo esso
assai sottile, e percio' facile ad introdursi nell'anime.
173 "Ego sum minimus
Apostolorum" 1Co 15:9[17] diceva di se San Paolo nostro Padre; ed a sua imitazione ognuno della
Compagnia si consideri come l'ultimo di tutti, e fondato nel sentimento di sua
bassezza e del suo niente, si sforzi di accettare con santa allegrezza, per
quanto gli e' possibile, i disprezzi e le umiliazioni, che la Divina
Provvidenza si degnera' presentargli; e d'altra parte quando le sue fatiche
avranno un esito felice si guardi dall'attribuirlo a se stesso perche'
"Qui existimat se aliquid esse, cum nihil sit, ipse se seducit." Cor. I;[18] ma ne riferisca fedelmente tutta la gloria a Dio, sorgente di ogni bene,
infatti "neque qui plantat est aliquid, neque qui rigat, sed qui
incrementum dat Deus" 1Co 3:7.[19]
174 Ognuno per suo avanzamento
spirituale e specialmente per essere aiutato ad abbassarsi ed umuliarsi sempre
dovra' essere contento, che tutti i suoi difetti ed imperfezioni siano
manifestati al superiore da coloro che ne fossero veunuti in cognizione.
175 Ciascuno deve poi fare tutte
le penitenze, che pei difetti e le negligenze sue o per qualsivoglia altro
motivo gli fossero' imposte, e dovrebbe accettare dette penitenze con pronta
volonta' e con vero desiderio della sua emendazione e profitto spirituale,
ancorche' per mancanze non colpevoli gli venissero imposte.
- Della Carita' -
176 Tutti devono essere persuasi
della grande necessita' di mantenere fra noi il piu' stretto vincolo di
scambievole carita'. Infatti quanto piu'
uniti, saranno fra loro i membri della nostra Compagnia, altrettanto questa si
mostrera'
[fascicolo 2, page 14]
piu' vigorosa, e sara' ognora piu' atta alle imprese della gloria di Dio e
salute delle anime.
177 Un tal vincolo, una tale
unione si potra' ottenere e mantenere col sopportare le miserie ed i difetti
altrui e col portare l'uno il peso dell'altro, giusta quel di San Paolo
"Alter alterius onera portate".
Ga 6:2[20]; e col non aver di mora il proprio interesse, ma bensi il bene altui; onde
l'Apostolo nostro padre soggiunge "Charitas patiens est" perche' con
animo tranquillo tollera il male che le viene arrecato, "benigna est"
perche' il male ricevuto largamente ripaga col bene. "Non aemulatur" perche' non sa
avere invidia di alcuna cosa. "Non
inflatur" perche' dei beni esterni non si esalta "Non agit
perperam", cioe' non e' iniqua o maliziosa non e' ambiziosa, perche' le
basta Iddio, che essa gode entro di se. "Non
quaerit quae sua sunt" perche' non considera alcuna cosa essere propria se
non il solo Dio. "Non
irritatur" offesa non si risente, ne' si vendica delle ingiurie
ricevute. "Non cogitat malum":
e fa che si pensi sempre bene di ognuno.[21]
178 Ognuno pertanto sia cauto e
prudente nel parlare di se; e degli altri, ne' mostri mai in verun conto di
fare poca stima dei suoi fartelli, che anzi riguardandoli, come a se superiori,
sara' studioso di prevenirli con ogni significazione di stima e di rispetto al
loro grado corrispondente. Ed eccetto
quelli che hanno tale autorita' dal Superiore, nessuno comandi ad altri alcuna
cosa, ne' riprenda veruno.
179 Senza caricarsi di fatiche
eccedenti le proprie forze cerchi ognuno di appagare gli altrui desiderii e sia
molto facile nel porgere aiuto e sollievo a chiunque ne lo richeigga, ed anche
non-richiesto, quando vedesse che l'opera sua possa essere di aggradimento ai con-fratelli.
180 Nell'avviso scambievole dei
proprii difetti, avvertano bene i Missionarii, di venir sempre da retta
intenzione
[fascicolo 2, page 15]
ed eseguiscano un tale atto con delicata carita'.
181 Siano poi sempre solleciti a
riconciliarsi quando per umana fragilita' avessero data o ricevuto occasione di
disgusto, e ciascuno si reputi a gloria di essere il primo a chiedere cogli
atti sommessi di scusa la debita riconciliazione, sebbene esso stesso fosse
l'offeso, e non ne avesse data occasione.
Un tale atto non sia giammai differito all'indomani ma seguendo il
consiglio di San Paolo Nostro Padre "Sollnon occidat super iracundiam
verstram" Ep 4:26. [22]nessuno vada a riposarsi prima di averlo compiuto.
182 In tal modo osservando la
carita' avranno i Missionarii la consolazione di poter dire di se' collo stesso
Santo Padre "Per omnia omnibus placeo, non quaereus quid mihi utile est,
sed quod multis, ut salvi fiant" 2Co 10:33.[23]
- Della Purita' d'Intenzione -
183 I Missionarii in tutte le
azioni del proprio misistero od ufficio, come pure nell'isercizio della carita'
e di ogni altra virtu', non devono ad altro andare fuorche' a procurare sempre
la maggior gloria di Dio e la salute delle anime, ne' altra mercede desiderino
che l'eterna ricompens.
184 Nel prestarsi al servizio del
prossimo ognuno cerchi do non badare al giudizio ed al gusto del mondo, ma
mortificando il proprio genio e vincendo le ropugnanze dell'amor proprio rimiri
sempre in ciascuno Nostro Signore Gesu' Cristo, ed a Lui intenda servire Ed in
quanto a cio' giovera' a tutti il ricordarsi che Egli accetta, come fatto a se
stesso[24], quanto per amor suo vien fatto in vantaggio dei prossimi.
- Del Distacco -
185 "Quae sursum sunt
quaerite, ubi Christus est, in dextera Dei sedens; quae sursum sunt sapite, non
quae super terram" Col 3:2[25]. Si ricordino i Missionarii, che
Iddio, avendoci prescelto, e' geloso di noi ed il nostro cuore lo vuole tutto
[fascicolo 2, page 16]
per se'. Tutti pertanto si tengano
distaccati da se medesimi, cioe' dalle soddisfazione sensibili; dalla propria
volonta' e dal proprio giudizio ed abborriscano tutti i beni della presente
vita, vivendo come morti, cosi' al mondo come a se stessi, per poter donare la
propria vita unicamente al servizio di Dio.
186 Si spogli ognuno da ogni
affetto non bene ordinato ai suoi parenti.
Si ricordi che chi abbandona i parenti per continuare la missione di
Gesu' Cristo sulla terra possedera' la beatitudine eterna nell'altra vita e
ricevera' il centuplo in questa[26], lasciera' un padre ed una madre ed avra' per padre Dio e per madre Maria
dai quali sara' amato e trattato da figlio.
187 Si guardi ognuno dal contrarre
amicizie particolari non solo con persone di fuori, ma eziandio cogli stessi
confratelli e percio' tratti sempre cogli altri con religiosa sodezza, non usi
mai per alcuno espressioni mondanamente tenere ed affettuose ne' permetta che a
lui siano dirette.
188 Curino anche i Missionarii di
non attaccarsi alle cose concesse per uso proprio, onde ogni cosa che essi
tengono devono tenerla come in prestito per renderla ad ogni cenno del
Superiore.
- Della Modestia -
189 Ricordevoli tutti i membri
della Compagnia che "Christi bonus odor sumus" 2Co 2:15[27] unitamente alla mortificazione delle passioni interne procurino di
moderare giusta il proprio stato, anche le azioni esterne.
190 Il capo pertanto non si volti
con troppa leggerezza e si tenga per quanto possibile dritto ed inclinato un
po' dalla parte dinnanzi.
191 Nei capelli ciascuno si
riguardi da ricercatezza e lontano da qualunque sentimento di vanita' procuri
con semplicita' di rispecchiare in se, anche in cio', l'odio al mondo e lo
studio di piacere a Dio.
192 Gli occhi si tengano
ordinariamente bassi senza troppo alzarli o girarli in questa o in quella
parte. Parlando
[fascicolo 2, page 17]
massime con persone di rispetto e con qualunque di sesso diverso si guardi
ognuno dal fissare nei volti loro lo sguardo[28], ma lo tenga modestamente inchinato: sebben tale riserbo non dovra' essere
scompagnato da una certa moderata e semplice affabilita' richiesta da una ben
regolata urbanita' e carita'. Anche
colle persone del medesimo sesso, particolarmente coi ragazzi e coi giovani,
non si mostrino troppo confidenti, ma conservino una affabilita', cordiale si,
ma grave e dignitosa senza affettazione.
193 Le mani si tengono
decentemente quiete e ben composte. Nessuno
tocchi il compagno, nemmeno per giuoco[29], eccetto abbracciandosi in segno di carita' quando alcuno va o viene da
lontano. Questo stesso contegno assai
piu' conviene osservare cogli esterni, e particolarmente i catechisti coi
fanciulli i quali dagli stessi vengono istruiti nel piccolo catechismo.
194 Tutto il volto mostri
piuttosto allegrezza che tristezza o altro affetto meno ordinato.
195 Le vesti, il cappello e le
scarpe siano netti ed acconciati decentemente senza ricercatezza.
196 Nessuno durante la notte dorma
senza essere convenientemente coperto.
197 Chi per una necessita' avesse
ottenuto dal Superiore il permesso di fumare ne usi con moderazione e
privatamente in camera propria.
198 Nessuno esca di camera se non
e' decentemente vestito secondo l'abito proprio della Compagnia.
199 Nell'andar fuori, se sono
molti, vadano a due o a tre insiem secondo l'ordine che loro avra' dato il
Superiore nessuno puo' uscire di casa senza compagno specialmente dovendo fare
visite. Il passo sia moderato,
occorrendo pero' di andare in fretta si serbi il decoro per quanto possibile.
200 In breve ognuno nell'esteriore
composizione del volto, della persona, e di ogni gesto e parola, cerchi di
ricopiare in se, per quanto possibile, la modestia stessa ammirabile di
[fascicolo 2, page 18]
Nostro Signore Gesu' Cristo.
- Del Silenzio e della Puntualita' -
201 Qualsiasi residenza dei
Missionarii della nostra Compagnia deve mantenersi quale veramente e' una casa
di preghiera e di ritiro, dove tutti coloro che l'abitano devono essere
intimamente compresi della responsabilita' del proprio stato innanzi a Dio ed
innanzi agli uomini. A tal fine fuori
del tempo e del luogo della recreazione e' assolutamente necessaria una grande
osservanza del silenzio, ed occorrendo ad alcuno di dover parlare, lo faccia
con poche parole come di passaggio, e sempre a voce bassa. Piu' stretto poi si osservi il silenzio
durante la notte e nel pomeriggio a incominciare immediatamente dopo le
relative due recreazioni, fino al primo atto comune. In ogni ora del giorno pero', anche quando e'
prescritto il silenzio e' lecito ad ognuno di recarsi dal Superiore e parlare
con lui di cose necessarie.
202 All'ora prescritta dall'orario
ed al primo tocco della campana, per quello spirito di ubbidienza dal quale
devono tutti essere animati, ciascuno vada dove e' chiamato, lasciando
qualunque altra azione cominciata e non finita.
- Esercizi di Pieta' -
203 Per perfezionarsi sempre piu'
nella vita interiore, che deve essere l'anima delle nostre azioni esterne, e
senza la quale poco si potrebbe sperare dalle opere di Missione e di carita'
alle quali i membri della Compagnia si dedicano ciascuno in Domino, attendera'
con tutta diligenza agli esercizi di pieta', dei quali i principali sono:-
204 Ogni giorno - (1) Una mezz'ora
di meditazione la mattina appena levati; e che per ragione di salute o del suo
ufficio non potesse uniformarsi, abbia con licenza del Padre Superiore, un
altro tempo determinato. (2) I sacerdoti
premessa la debita preparazione, celebreranno divotamente, osservando con
esattezza le rubriche, e daranno un tempo conveniente al rendimento di
[fascicolo 2, page 19]
grazie. Essi inoltre per la
riverenza dovuta ai Santi Misteri, per la propria devozione e per
l'edificazione dei fedeli procureranno di celebrare in circa mezz'ora ne' molto
piu' ne' molto meno, e saranno solleciti di recitare a tempo debito l'Ufficio
Divino. (3) Tutti gli altri che non sono
Sacerdoti attenderanno devotamente alla Santa Messa ed alla Santa
Comunione. (4) La visita a Gesu' in
Sacramento. (5) Due esami di coscienza il particolare prima
del pranzo ed il generale prima del riposo.
(6) La recita di una terza parte
del Rosario colle litanie della B.V. (7)
Un quarto d'ora di lettura spirituale.
(8) Dopo le orazioni della sera e prima di ritirarsi nelle proprie
camere receveranno i Missionarii la benedizione dal Padre Superiore.
205 Ogni Settimana - La
Confessione ed il pio esercizio della via Crucis.
206 Ogni mese. - Un giorno di
ritiro per quanto lo permetteranno le occupazioni del propio ministero od
ufficio.
207 Ogni Anno - Un ritiro di otto
intieri giorni per rianimarsi nel fervore e nello spirito del proprio stato,
conchiusendo lo stesso con una devota rinnovazione dei santi voti. Un tale ritiro per quanto sara' possibile si
fara' da tutti in comune, sotto la direzione di un sacerdote a cio' nominato
dal Superiore usando per guida il libro degli Esercizi Spirituali di S. Ignazio
di Lojola.
208 Chi per una ragione o altra
non avra' atteso in comune cogli altri ai suddetti esercizi di pieta', li
adempisca in privato ed il Padre Superiore in forza del suo ufficio invigili
per se o per altri perche' da tutti si dia il tempo assegnato a tutte le
suddette pratiche di pieta' particolarmente alla meditazione ed all'esame.
- Fuga dell'Ozio -
209 L'ozio essendo l'origine di
tutti i mali si tenga sempre in grande odio e per conseguenza si abbia tutta la
premura di
[fascicolo 2, page 20]
tenerlo lontano da casa nostra.
210 Tutti i Missionarii pertanto,
finche' stanno bene in salute, abbiano le proprie occupazione, siano esse
spirituali o temporali, alle quali presteranno tutta la loro attenzione, e
delle quali si terrano ben compresi, evitando il divagare qua' e la' per la
casa chiaccherando fuor di luogo e tempo.
211 Oltre al proprio determinato
ministero od ufficio, ognuno poi, sempre sotto la norma dell'ubbidienza, abbia
un'occupazione ausiliare, che assumera' se ed appena quello lo permettera.
212 Ognuno infine si difenda
dall'affetto verso il proprio comodo e dal pretesto della propria salute, essi
infatti sono due grandi mali, che insensibilmente conducono l'individuo alla
schiavitu' dell'ozio.
- Penitenze Corporali -
213 Si ricordi ciascuno che per
riportare frutti copiosi dal proprio ministero e' necessario avere grande stime
della mortificazione e penitenza praticata da Nostro Signore Gesu' Cristo e per
quanto possibile muoversi alla sua imitazione, come conviene a persona che la
predica ad altri.
214 Nella compagnia oltre ai
digiuni comandati dalla Santa Chiesa non vi sono altri digiuni di obbligo,
ciascuno pero' si tenga pronto a praticare quelle pentenze che dall'ubbidienza
gli venissero imposte.
215 Per lo stesso spirito di
penitenza si raccomanda a tutti di essere mortificati nel mangiare nel bere, e
per chi ne abbia permesso, nel fumare; ricordandosi che come per essere
temperati bisogna privarsi del superfluo cosi per essere nortifivati bisogna
privarsi del necessario.
216 Coll'approvazione del proprio
padre spirituale, e' permesso a ciascuno di fare delle mortificazioni e
penitenza corporali ordinarie e private; per quelle pero ' esterne e pubbliche
e' richiesto anche il permesso del Padre Superiore.
[fascicolo 2, page 21]
217 Giova poi assai al proprio
profitto spirituale il domandare di quando in quando al Padre Superiore qualche
penitenza pei difetti commessi nell'osservanza delle regole della Compagnia.
- Verso i Superiori -
218 Ciascuno riguardi sempre i
Superiori con uno spirito di fede, cioe' a dire come i veri rappresentanti di
Dio. Questo pensiero profondamente
scolpito nell'anima, muovera' ognuno a rispettarli ed amarli. Il quale rispetto ed amore rendera' ad essi
piu' leggiero il peso della grave responsabilita', che hanno dinanzi a Dio.
219 Pertanto ognuno si presenti al
Padre Superiore a capo scoperto e parli allo stesso con grande rispetto e
riverenza, e cosi' quando il Padre Superiore parla e riprende alcuno, questi
umilmente l'ascolti e non l'interrompa.
220 Tutti stiano ben lungi del
lamentarsi dei Superiori, e molto piu' si guardino dal criticarli massimamente
in presenza dei compagni, la qual cosa sarebbe di grave danno non solo a chi
cio' osasse ma eziandio al buono spirito di tutta la comunita', la quale
perderebbe quella stima e fiducia che deve nutrire verso i Superiori; dal che
possono seguire altri gravissimi danni, e sopratutto una certa insinuazione
dispirito di insubordinazione che sarebbe la rovina totale della Comunita'.
221 Se poi alcino si sentisse il
cuore aggravato da qualche torto, di qualche cosa che gli dispiace, anziche'
lamentarsene cogli altri, con figliale confidenza e rispetto apra il suo cuore
al Padre Superiore, e trovera' in cio' gran conforto e rimedio alle sue
pene. Una tale confidenza rispettosa e
figliale animera' sempre piu' il Padre Superiore a procurare il bene di colui
il quale cosi si sara' diportato.
222 Qualora poi alcuno fosse
tribolato per qualche afflizione o pena di spirito o per qualche male corporale
occulto, ovvero avesse bisogni speciali quanto al vitto, vestito etc., e non
osasse aprirsi col Padre Superiore, chiunque ne venisse in
[fascicolo 2, page 22]
cognizione dovrebbe avvisarne il Padre Superiore, affinche' questi per la
paterna eura, che ha per tutti, possa prestargli il conveniente conforto ed
aiuto.
- Verso l'Istituto -
223 Ciascuno ami l'Istituto ed
abbia a cuore il bene dello stesso sopra ogni interesse particolare, tanto
proprio come anche dei compagni, ed offra' al Signore qualunque sacrificio che
a tale fine gli occorrera' di fare. Procuri
ognuno di essere osservante e per qualunque irregolarita' che egli osservera;
nei compagni si umili anzitutto avanti a Dio per mezzo dell'orazione, indi si
consigli col proprio padre spirituale, e da ultimo, se cosi sara' deciso
referira' la cosa al Superiore; ed in cio' fare si esamini bene nel Signore in
materia si delicata.
224 Niuno inoltre referira' agli
esterni le cose che si son dette o si son fatte o si hanno a fare a casa, se
pero' non sapesse che cio' piace al superiore; ne' senza il permesso espresso
del nedesimo, si prends l'arbitrio di comunicare loro gli staturi o altri
scritti nei quali si contenga cosa alcuna spettante al nostro Istituto.
225 Niuno cerchi sapere
curiosamente le cose che appartengono al governo dell'Istituto, ovvero facendo
discorso introduca di cio' ragionamento; ma ciascuno raccomandando a Dio, alla
Vergine Benedetta, a San Paolo nostro Padre ed ai Santi protettori, il bene
dello stesso; procuri di vivere quieto e tranquillo nel grado ed ufficio suo,
ed aspetto come dalla mano del Signore, quanto di se e degli altri sara'
determinato dall'Ubbidienza.
- Delle Visite e delle Lettere -
226 Niuno riceva visite o faccia
visite particolarmente a persone di sesso diverso, senza il permesso del Padre
Superiore, il quale nel concederio tenga per norma la necessita' e la vera
[fascicolo 2, page 23]
carita'.
227 Nessuno parli in casa coi
forestieri ne chiami altri a questo fine senza generale o particolare licenza;
ed avuta la licenza del Superiore si parli cogli stessi nei luoghi a cio'
destinati.
228 Non si introducano donne in
casa, neppure se parenti, ma occorrendo di dover parlare con esse, si
riceveranno nella Camera a cio' destinata, dove potranno essere veduti dagli
astanti.
229 In ogni parola poi ed in ogni
azione cerchino tutti di edificare coloro coi quali son tenuti di trattare.
230 Nessuno esca di casa senza
speciale o generale permesso del Superiore, al quale dira' il luogo dove deve
recarsi ed il motivo per cui vi si reca.
Tornato poi alcuno da fuori si presenti parimenti al Superiore.
231 Ognuno che si trovi fuori si
ritiri a casa innanzi notte, ne' esca di casa avanti giorno, senza licenza del
Superiore. Pranzare fuori di casa non si
conceda che per urgente necessita' o per assistere qualche infermo, ed anche in
questo caso, per quanto sara' possibile vi sia un compagno.
232 Nello scrivere lettere si
osservino le seguenti avertenze: non si tenga un commercio epistolare troppo
frequente ma si scriva solo per vera necessita e carita'; non si scriva a
persone di sesso diverso se non vi sia la speranza di una santa edificazione,
ed il Superiore non lo permetta che a persone gravi e di provata virtu'; si
faccia grande attenzione a non usare espressioni secolaresche, ne si diano ne'
si cerchino le novita' del secole; e si cerchi sempre di insinuare modestamente
qualche sentimento che possa riuscire di edificazione. Le lettere poi pronte per l'invio si
consegnino al Superiore aperte e similmente dallo stesso vengono consegnate le
lettere ricevute, si eccettuano pero' quelle che vengono dirette al Padre
Preposto o ad alcuno
[fascicolo 2, page 24]
dei Superiori Maggiori o che da essi vengono mandate.
233 Niuno porti ambasciate, ne'
lettere ne' qualunque altra cosa da persone di fuori ad alcuno di casa, ne' da
persone di casa ad alcuna di fuori senza saputa del Superiore.
234 Le notizie che si udiranno da
fuori non siraccontino fra noi se non con ragione e frutto evitando percio'
tutte quelle cose che possono essere di mala edificazione.
- Della Camera -
235 Ognuno subito che si sara'
alzato da letto lo ricopra decentemente, ed appena sara' libero lo rassetti
prendendo anche cura dell'ordine e della nettezza della propria camera. Saranno in cio' aiutati, a giudizio del
Superiore, coloro i quali si trovassero impediti o per occupazioni di maggiore
importanza, o per indisposizione di salute.
236 Ciascuno deve tenere la
propria camera sempre accessibile al Superiore il quale per entrare non chiede
permesso, percio' nessuno la chiuda di maniera che non si possa dal Superiore,
aprire, ne' chiuda cosa alcuna con chiave senza il permesso del Superiore.
237 Nessuno poi entri nella camera
degli altri senza vero bisogno e senza generale o particolare licenza del
Superiore, ed essendo alcuno dentro non apra la porta prima che vendo bussato
gli sia detto "entrare" e stia aperta la porta mentre staranno dentro
insieme.
- Dell'Abito -
238 L'Abito della Compagnia[30] e' il talare di lana nero, con fascia anche nera. Il talare nel davanti, per tutta la sua
lunghezza verra' fermato con bottoni ed avra' il dollo perfettamente
chiuso. Da sotto il collo dalla parte
d'avanti apparira' alquanto il collare bianco da tenersi totalmente nascosto
dalla parte di dietro. La fascia sara'
della stessa stoffa del talare, essa' pendera' dal fianco sinistro fin sotto
alle ginocchia e le sue estremita' non avranno frangia.
[fascicolo 2, page 25]
239 La corona della B.V. che i
Catechisti poteranno al fianco raccomandata alla fascia sara' di colore nero,
consistera' di quindici decadi ed avra' la lunghezza di circa un metro: la
croce poi della quale verra unicamente munita, avra' l'altezza di dieci
centimetri e sara' di legno oscuro, con Crocefisso e montatura di oltone
giallo.
240 La croce degli studenti sara'
anche di legno oscuro, senza alcuna montatura metallica ed avra' l'altezza di
venticinque centimetri. Essa verra' raccomandata al collo da un cordoncino di
lana nera, e stretta al petto per mezzo della fascia.
241 La croce dei Sacerdoti sara'
munita' di Crocifisso e montatura di ottone giallo ed in quanto alla dimensione
ed altro sara' simile a quella degli studenti.
242 Nel modo di acconciare i
capelli vi sia anche uniformeta' evitando la divisa e la sua traccia, dando
agli stessi per quanto possibile un'unica direzione.
243 Resta proibito ai Missionarii
di portare anelli nelle dita, fibbie nelle scarpe e paramenti di seta nel
ferraiuolo e soprabito; ed in tutto l'abito risplenda sempre la semplicita' e
difetti la ricercatezza.
- In Refettorio -
244 Nella refezione corporale
ciascuno procuri di osservare temperanza, modestia e decenza interna ed esterna
in tutte le cose.
245 Cosi' alla benedizione che
verra' premessa alla mensa ed alle azioni di grazia, che dopo di essa si
renderanno ognuno con mani giunte, assista colla debita devozione.
246 Nel sumere il cibo ognuno
osservi i modi di urbanita': cosi' il gomito si tenga per quanto possibile
stretto alla vita, nel masticare si tenga chiusa la bocca evitando ogni rumore,
non si parli a bocca piena, ragionando non si meni il coltello in mano e cosi'
via;
247 Mancasse a tavola qualche cosa
ad alcuno, chi siede vicino
[fascicolo 2, page 26]
sara' sollecito di avvisarne chi serve, onde sia provveduto.
248 Perche' si abbia riguardo alla
sanita' nessuno mangiera' fuori di pasto senza licenza del Superiore.
249 Mentre viene ristorato il
corpo col cibo materiale si dia anche all'anima la sua refezione spirituale,
attendendo alla lettura dei libri danti, che a giudizio del Superiore si fara'
in tale tempo. A pranzo si dia principio
con un brano della Sacra Scrittura e si ponga termine col martirologio; mentre
a cena si aggiunga un brano delle sante regole della Compagnia.
- In Ricreazione -
250 La ricreazione comune dopo il
pranzo e dopo la cena e' ordinata non meno al sollievo del corpo e dello
spirito, che a fomento di mutua carita' ed all'esercizio di molte virtu'. Niuno percio' se ne esenti, senza licenza del
Superiore e procuri piuttosto di trarre profitto a suo bene spirituale e ad
edificazione dei suoi confratelli.
251 In tempo di recreazione niuno
si mostri muto e taciturno, anzi procuro per quanto gli e' possibile di
concorrere alla comune letizia e sollievo, evitando il ridicolo intorno ai
compagni, alla regola ed alle cose sacre; ed anche tutti quei difetti, che sono
contrarii al contengo religioso, non solo, am anche all'urbanita' e
convenienza.
252 Percio' ciascuno si guardi dai
modi secolareschi e da quei tratti troppo confidenziali e liberi, che non
convengono alla gravita' e modestia religiosa.
253 Ognuno cerchi di evitare i
contrasti, se pero' in alcuna cosa vi fosse diversita' di parere e sembrasse
bene ad alcuno di doverla manifestare, cerchi di proporre le ragioni con
modestia e carita', e solo con animo, che la verita' abbia il luogo, e non per
parere in cio' superiore agli altri.
254 Ciascuno ancora si guardi di
non dare mai segno di impazienza o di superbia, con poca buona edificazione
degli altri.
[fascicolo 2, page 27]
255 La stessa regola si mantenga
in occasione di recreazioni straordinarie, come sarebbe un lungo passeggio,
l'uscita in comune per uno o piu' giorni.
- Degli Infermi -
256 Caduto infermo alcuno dei
Missionarii procurera' di riguardare l'infermita' come dono di Dio. In tale tempo procuri di dare edificazione
non meno che quando era sano, sopportando le molestie dell'infermita' con
rassegnazione, umilta' e pazienza in tutte le cose. In particolar modo cerchera' di edificare
colla sua ubbidienza tanto chi dirige il suo spirito, quanto i medici e gli
infermieri dei quali accettera' con animo grato i servigi che gli presteranno secondo
la carita' ed il debito che ne hanno.
257 L'infermo non dovra' in verun
modo affliggersi se il suo stato lo renda inutile alla Comunita', se egli non
possa piu' attendere, come prima, al suo apostolato, al suo ufficio, ma tutto
il suo studio dovra' essere di fare la volonta' di Dio, nella condizione in cui
lo ha posto, offrendogli i suoi patimenti in unione di quelli sofferti da Gesu'
Cristo nella sua passione e morte, e facendo almeno col cuore frequenti
aspirazioni di atti di fede, di speranza e di amore verso di Lui.
258 Pertanto quando uno sentesi
indisposto di salute ne avviso il Superiore; e senza licenza non si consulti
medico ne si prenda medicina. Il
Superiore poi invigili alla cura temporale e spirituale dell'infermo, lo visiti
ogni giorno e procuri che sia trattato con carita' e provveduto di tutto
l'occorrente tanto per l'anima che per il corpo.
259 Chi e' sano non dimentichi che
gli infermi sono gli eletti del Signore e che attirano sulla casa le celesti
benedizioni; quindi preghi per loro e secondo la licenza che ne avra' li visiti
con molta carita' e devozione, ricordandosi che il sollievo che loro rechera'
con buone ed edificanti parole e coll'aiuto che gli sara' permesso di prestar
loro, Nostro Signore lo riputera' recato a se stesso.
[fascicolo 2, page 28]
260 Se la malattia assumera' un
carattere di gravita', si prenderanno le opportune misure, onde venga
amministrato all'infermo il SSmo Viatico e poscia l'Estrema Unzione, senza
aspettare che giunga agli estremi e perda i sentimenti e l'infermo stesso sara'
sollecito di ricevere questi inefabbili conforti con sincera devozione sperando
che per la Divina Misericordia gli dischiuderanno le porte della beata
eternita'.
261 In tale stato di gravita'
l'infermo non sia lasciato mai solo ne' di giorno ne' di notte, e costituito in
pericolo di morte sia sempre consolato dall'assistenza di un Sacerdote della
Compagnia. Entrato l'infermo in agonia,
in chiesa, nella camera stessa ove giace o nel luogo piu' vicino si facciano
preghiere dagli altri che potranno assistervi, onde implorare aiuto e forza al
moribondo di sostenere l'ultimo doloroso conflitto.
[fascicolo 2, page 29]
262 APPROVAZIONE
DELLE REGOLE
- Decretum -
Cum per Litteras
Apostolicas Sacrae Congregationis Religiosorum diei 4 Februarii 1921. Prot Nobis tributa fuit facultas erigendi
Piam Societatem Religiosam ab Illmo. et Revmo. Dno Josepho De Piro Navarra
Canco. Decano Nostrae Ecclesiae Cathedralis fundatam, quam die 14 Novembris
1921 decrevimus ut cognoscatur et appellatur subtitulo "Congregazione di
S. Paolo" et quam iam canonice ereximus, constito Nobis Pium Opus non
habere alium finem nisi Dei Omnipotentis gloriam et salutem animarum, nee non
constito etiam Nobis de salutari progressu ejusdem piae societatis a die institutionis,
virtute supra dictarum Litterarum Apostolicarum et vigore Decreti Executorialis
adprobamus Corpus Regularum Nobis exhibitum a supradicto Rmo Canco Fundatore,
ex quo corpore, etsi nondum completo, satis apparet nobilis et sanctus
character praedictae Piae Congregationis, cum ipsae regulae ducunt ad
Christianam perfectionem et sunt juxta noman doctrinae et spiritus sanctorum
fundatorum ordinum religiosorum.
Tamen ut compleatur hoc
Corpus Regularum, ex quibus habetur ordo, volumus non tantum ut serventur correctiones
et modificadictum Canonicum Fundatorem quam primum redigentur et Novis
exhibeantur alias regulas, quae ad regimen generale et particulare ufficiorom
ipsius Congregationis spectant reservantes in futuro Nobis Nostrisque
Successoribus facultatem tollendi, addendi mosificandi quidquid in Domino magis
expedire videbitur.
Auspicientes in Domino
omnia bona, Nostram Pastoralem Benedictionem peramanter impertimur dilecto
filio Nostro Canonico Fundatore omnibusque Sociis Piae Congregationis.
Datum in Nostro Palatio
Civitatis Vallettae die 18 Martii 1924.
Maurus O.S.B. Arch. Epus Melit.
(L+S) Sac.
[fascicolo 2, page 31]
[Contents of Fascicolo Secondo – see contents at end of file]
Original
title-page:
Regole della
Compagnia di S. Paolo, Fascicolo Terzo, (Malta: Casa San Giuseppe, 1928).
[fascicolo 3, page 1]
263 DECRETO
Siccome l'Illmo. e Revmo. Mons.
Giuseppe De Piro Navarra, Canco. Decano della Nra. Cattedrale, ottemperando al
Nro. Decreto del 18 Marzo 1924, ci ha esibito il complemento delle Regole della
Compagnia di S. Paolo, da lui fondata, particolarmente percio' che riguarda il
Governo Generale e Particolare;
Siccome, giusta il voto
qui annesso, del Revmo. Relatore da Noi incaricato per Nro. Decreto del 19
Maggio 1929, nulla si e' trovato di oggezionabile alla approvazione delle
stesse;
Col presente Nostro
Decreto concediamo ben volentieri la chiesta approvazione, ai termini e sotto
le riserve del precitato Nro. Decreto del 18 Marzo 1924.
Desiderando ogni ulteriore
prosperita' in Dno. alla prelodata Compagnia, impartiamo di cuore alla stessa
la Nra. benedizione.
Dato in Valletta, il 15
Ottobre 1932
fto. Maurus O.S.B. Arch: Epus. Melit.
[fascicolo 3, page 3]
Del Governo Generale
[fascicolo 3, page 5]
R E G O L E
DELLA
COMPAGNIA DI SAN PAOLO
264 "Nisi
Dominus aedificaverit
domum,
in vanum laboraverunt
qui
aedificant eam."
Ps
126(127):1[31]
DEL GOVERNO GENERALE
- Del Capitolo -
265 A mantenere la Compagnia
sempre compatta e forte ogni settennio verra' convocato il Capitolo.
266 Il Capitolo verra' convocato
dal Padre Preposto, il quale anche lo presiede.
267 Il luogo del Capitolo verra'
assegnato dal Padre Preposto consenziente il suo consiglio.
268 Il Capitolo potra' essere
convocato prima del settennio, tutte le volte che per grave ragioni cosi'
sembrera' di dover fare al Padre Preposto consenziente il suo consiglio.
269 Oltre al Padre Preposto nessun
altro ha il diritto di convocare il Capitolo.
In caso pero' della morte del Padre Preposto o della sua rinunzia o deposizione
allora il Vicario Generale della Compagnia convochera' al piu' presto il
Capitolo, perche' questo possa procedere alla nomina del Padre Preposto e degli
altri ufficiali nominabili dallo stesso.
270 Non tutti i membri
dell'Istituto sono idonei ad intervenire al Capitolo, ma e' richiesto che uno
sia insignito da tre anni della dignita' Sacerdotale e che abbia emesso la
professione perpetua insin dallo stesso tempo.
271 Ne' tutti i Sacerdoti
dell'Istituto, i quali avessero compito il terz'anno di Sacerdozio e della
professione perpetua sono chiamati al Capitolo, ma oltre agli Assistenti del
Padre Preposto, all'Economo Generale, al Procuratore Generale, al Procuratore
Generale intervengono (1) i Padri
[fascicolo 3, page 6]
Provinciali o Vice provinciali, i Padri Vicari o Pro Vicarii delle
Missioni; (2) i Delegati mandati dalle Provincie o dai Vicariati, ed eletti da
tutti i Sacerdoti della Provincia o del Vicariato che hanno tre anni di
Sacerdozio e di professione perpetua, riuniti in consiglio (3) quattro
Sacerdoti nominati e chiamati del Padre Preposto.
272 Il Padre Preposto convoca il
Capitolo per mezzo di una lettera circolare chiusa, nella quale saranno
indicati il giorno ed il luogo del Capitolo.
Questa lettera verra' diretta ai Padri Provinciali o Vicarii
Provinciali, ai Padri Vicarii o Pro Vicarii delle Missioni, e questi a loro
volta la comunicheranno ai Padri Superiori Locali. Essa verra' anche comunicata direttamente ai
quattro membri dell'Istituto, che il Padre Preposto considera utile di convocare
per il bene della Compagnia.
273 Allorche' il Capitolo verra'
convocato dal Vicario Generale si dovranno osservare le stesse formalita'. Al Vicario Generale pero' non compete il
diritto di convocare altri membri oltre a quelli che verranno mandati di
diritto dalle provincie e dai Vicariati.
274 Coloro che interverranno al
Capitolo facciano premura e dispongano le cose in tale modo; affinche' nulla
durante la loro assenza abbia a soffrire detrimento. Per la qual cosa i Padri Provinciali e
Vicarii scelgano chi in loro assenza faccia le loro veci e procurino che tale
scelta sia ratificata dal Padre Preposto o Vicario Generale.
275 Allorche' il Capitolo verra'
convocato per essere eletto il Padre Preposto, alla vigilia dell'Elezione,
abbiano luogo in tutta la Compagnia delle preghiere speciali e tutti procurino
in quel giorno di offrire al Signore qualche particolare mortificazione.
276 Il giorno dell'elezione verra'
celebrata la messa dello Spirito Santo, alla quale; tutti della Comunita' dove
avra' luogo il Capitolo, assisteranno con devozione. Coloro che non sono Sacerdoti si accosteranno
nella stessa, alla Santa Comunione, ed i Sacerdoti celebreranno coll'intenzione
di
[fascicolo 3, page 7]
implorare dal Signore la grazia di averlo presente all'elezione.
277 Terminato il Santo Sacrificio
della Messa coloro che devono prendere parte al Capitolo si dirigeranno in
silenzio verso il luogo dell'elezione, ove recitato alternativamente l'Inno
"Veni Creator" ciascuno prendera' posto secondo l'ordine seguente;
cioe' il Vicario Generale, gli Assistenti del Padre Preposto defunto, l'Economo
Generale, il Procuratore Generale presso la Santa Sede, i Provinciali i Vicarii
di Missione poscia i Vice Provinciali e Pro Vicarii, ed in ultimo tutti i
sacerdoti secondo l'ordine della professione.
278 Sotto pena di disubbidienza
viene proibito ad ognuno di uscire dal conclave prima che fosse eletto il Padre
Preposto.
279 Arrivato il tempo
dell'elezione ognuno del Capitolo scrivera' su di uno cartella il nome di
colui, che innanzi a Dio giudichera' il piu' degno di essere eletto; ed a sua
volta deporra' la detta cartella entro l'urna posta sulla tavola innanzi al
Vicario Generale ed agli Assistenti.
280 Si ordina a tutti in virtu' di
santa ubbidienza (anche a coloro che non han diritto di voto) che, dal giorno
della convocazione del Capitolo (generale, provinciale, o locale) nessuno
procuri per se o per altri, direttamente o indirettamente, che o se stesso o
altri venga eletto a Padre Preposito[32] (o a qualunque altro ufficio) o che ne sia escluso; e che nessuno dia il
voto a se stesso.
281 Prima di deporre il voto
nell'urna ognuno stando in piedi colla mano sul petto ad alta e chiara voce
giurera' d'aver egli eletto colui, che a suo giudizio e' sommamente degno ed
atto a tenere un tale ufficio: la seguente e' la formola del giuramento.
282 "Ego N.N. juro coram Deo
quod illum nomino in Patrem Praepositum Societatis Sancti Pauli, quem
dignissimum et ad hoc munus implendum maxime idoneum existimo."
283 Da queste parole del giuramento
gia' si comprende di
[fascicolo 3, page 8]
quali virtu' deve essere ornato colui che viene preposto alla compagnia; ma
giova qui recordare che tra queste devono in modo eminente resplendere l'amore
verso Dio e verso la Chiesa, lo zelo per la salute delle anime, l'amore verso
la Compagnia, la sapienza, la prudenza, la sagacita' d'ingenio, costanza e
fortezza d'animo contro le contrarieta'; nel portare a termine le cose
intraprese; e finalmente sia di tutte le virtu' in modo ragguardevole insignito
tanto nella Compagnia che fuori.
284 In colui che viene preposto e'
inoltre necessario che avesse raggiunto l'anno quarantesimo di sua eta', che
avesse emesso da dieci anni la professione perpetua che fosse gia' esercitato
nel ministero delle Missioni e che avesse occupato di Superiore Locale o altro
ufficio piu' alto.
285 Gli elettori assenti non
possono dare il voto. Se pero' nella
stessa casa vi sia un Capitolare infermo il quale non puo' recarsi all'aula,
allora due degli Assistenti, nominati dal Capitolo, si porteranno da lui tutte
le volte che sara' necessario per ricevere nell'urna la sua cartella ed unirla
colle altre.
286 Terminata la votazione il
Vicario Generale unitamente agli Assistenti enumerera' ad alta voce le
cartelle.
287 Se il numero delle cartelle
risultasse maggiore del numero dei votanti si dovra' di nuovo incominciare.
288 Se il numero delle cartelle
corrispondera' al numero dei votanti allora il Vicario Generale le leggera' ad
alta voce e le consegnera' ai quattro Assistenti per la relativa verifica. Mentre avra' luogo la detta lettura tanto il
Segretario quanto il primo Assistente registreranno il numero dei voti
riportati da ciascuno e poscia le due liste verranno confrontate.
289 Caso mai si fosse incorso in
qualche errore verranno di nuovo lette le cartelle, e di nuovo verra' tenuto il
registro della lettura finche' le due liste resulteranno concordi.
[fascicolo 3, page 9]
290 Colui al quale sara' toccato
un numero di voti maggiore della meta' e' da ritenersi legittimamente e
canonicamente eletto.
291 Qualora nessuna avesse
ottenuto un numero di voti maggiore della meta', di nuovo verra' dato principio
alla votazione, scrivendo nella cartella il nome di uno di quelli soltanto, che
nella prima votazione avesse ottenuto dei voti.
292 Se dopo questa elezione
nessuno ancora avra' ottenuto un numero di voti maggiore della meta' si
procedera' ad una terza votazione, nella quale i Capitolari deporranno
nell'urna il nome di uno di quelli soltanto che nella seconda votazione avra'
ottenuto dei voti.
293 Colui il quale in questa terza
votazione avra' ottenuto il numero maggiore di voti, sara' legittimamente
eletto, quantunque il numero dei voti reportati fosse minore della meta'.
294 Se si dara' il caso che in
questa terza votazione alcuni otterranno parita' di voti, allora tra di loro
restera' legittimamente eletto in Padre Preposto il piu' anziano nella
professione.
295 Terminata l'elezione il
Vicario Generale stando in piedi proclamera' il nuovo Padre Preposto con queste
parole "Cum Capitulum rite congregatum, collatis omnium suffragiis, votis
vero juxta constitutiones nostras numero sufficientibus Rev. Patrem vel Dominum
N.N. canonice elegerit, et nominaverit, ego auctoritae Sedis Apostolicae et
universae Societatis nostrae, eligio et nomino N.N. in Patrem Praepositum
Societatis Sancti Pauli. In nomine
Patris et Filii et Spiritus Sancti."
Terminata la proclamazione il nuovo Padre Preposto stando in mezzo
emettera' innanzi al Capitolo la sua professione di fede. Ed insin da allora tutti devono ritenere il
nuovo eletto per legittimo Padre Preposto della Compagnia.
296 Qualora il Vicario Generale
verra' eletto in Padre Preposto allora tutto cio' che egli avrebbe dovuto fare
in tale occasione verra' eseguito dal primo Assistente.
[fascicolo 3, page 10]
297 Fatta la proclamazione il
nuovo Padre Preposto stando in mezzo emettera' innanzi al Capitolo la sua
professione di fede, e poscia tutti del Capitolo successivamente si
presenteranno all'atto di ubbidienza inginocchiandosi innanzi al Padre Preposto
e baciandogli con riverenza la mano; quindi verra' recitato il "TE
DEUM" conchiudendo coll'orazione "Pro Gratiarum actione".
298 Colui che disprezzera' questa
regolare elezione rifiutando l'ubbidienza e' da ritenersi da noi quale
scismatico. E tanto grande infatti lo
scandolo, che sarebbe il caso di supplicare al Sommo Pontefice a sottomettere
alle censure Ecclesiastiche un simile detrattore.
299 Se pero' in Padre Preposto
verra' eletto uno assente dal Capitolo, allora verra' subito chiamato ed
intanto tutto verra' sospeso fino al suo arrivo.
300 Allorche' il Capitolo verra'
convocato per l'elezione del nuovo Padre Preposto avra' anche luogo la nuova
nomina a tutti gli uffici.
301 Quando viene convocato il
capitolo per affari diversi dall'elezione del Padre Preposto, verra' anche dato
principio allo stesso colla celebrazione della Messa "De Spiritu
Sancto" e nell'aula Capitolare coll'inno "Veni Creator".
302 Dopo questo ciascuno ponga
sulla tavola le proposizioni scritte che egli desidera sottomettere per la trattazione;
queste pero' non potranno essere trattate se non nelle seguenti congregazioni,
affinche' tutti i membri del Capitolo abbiano tempo di leggerle con attenzione
e riflessione.
303 Quando a giudizio del Padre
Preposto la cosa sara' stata sufficientemente discussa allora questi
categoricamente la pone ai voti talmente che tutti potranno giudicare
affermativamente o negativamente per mezzo delle parole "placet" o
"veto".
304 Intorno alle singole
proposizioni viene deliberato per maggioranza di voti.
[fascicolo 3, page 11]
305 Ognuno del Capitolo quantunque
rappresenti piu' Provincie o Vicariati non gode che un sol voto.
306 Quando il risultato della
votazione e' uguale allora la decisione viene lasciata al voto del Padre
Preposto.
307 Non e' lecito al Capitolo di
modificare o interpretare autenticamente le regole o le costituzioni; essendo
questo riservato unicamente alla Santa Sede, tali modificazione pero' o
interpretazioni, qualora il Capitolo stimasse opportune verranno sottomesse
alla Santa Sede per l'approvazione.
308 Potra' pero' il Capitolo
prendere quelle deliberazioni che esso credera' necessarie pel bene comune
della Compagnia. Queste deliberazioni
resteranno in vigore fino alla promulgazione degli atti del seguente Capitolo;
e devono concordare colle regole e colle costituzioni.
309 Potra' anche il Capitolo per
cause legittime mutare ed anche annullare cio' che avra' stabilito il Padre
Preposto.
310 Sara' cura del Capitolo di
vedere se le regole siano strettamente osservate e di correggere gli abusi:
qualora si fossero introdotti nella Compagnia.
Esso pertanto procurera' di essere informato dello stato di tutte le
Provincie.
311 Se alcunche' si fosse
deliberato per maggioranza di voti, questo verra' dal Segretario Generale
registrato negli atti Capitolari, ed indi letto a chiara voce innanzi a tutto
il Capitolo per essere poi sottoscritto da tutti i presenti compreso il
Segretario Generale ed anche munito del suggello della Compagnia.
312 Perche' le deliberazioni
Capitolari siano da tutti strettamente osservate esse verranno promulgate in
ogni casa della Compagnia per mezzo dei Padri Superiori Locali, ai quali varra'
inviata uno copia fedele delle stesse per essere indi conservata nell'archivio
della propria casa.
313 Il Capitolo che viene convocato
ogni settennio, procede
[fascicolo 3, page 12]
tutte le volte, alla nomina dei quattro Assistenti del Padre Preposto, tra
i quali verra' eletto l'Ammonitore del Padre Preposto ed il Segretario della
Compagnia. Esso nominera' anche
l'Economo Generale.
314 Per tutte le volte che
piacera' al Capitolo ognuno potra' essere di nuovo eletto in qualsiasi ufficio.
315 Ai sopradetti uffici potranno
essere eletti soltanto coloro che hanno compito il triennio del Sacerdozio e di
professione perpetua.
316 L'elezione degli Assistenti e
dell'Economo Generale verra' fatta per maggioranza di voti. Se poi nessuno avra' ottenuto un numero di
voti maggiore della meta' allora verra' ripetuta la votazione come si e' detto
sopra circa l'elezione del Padre Preposto.
317 Adunatosi il Capitolo verra'
recitato il "Veni Creator" e l'orazione dello Spirito Santo. E quando tutti avranno preso posto, la
bussola dello scrutinio verra' collocata innanzi al Padre Preposto attorniato
dai quattro Assistenti.
318 Tutti i membri del Capitolo,
l'uno dopo l'altro, s'appresseranno a gettare il voto entro in bussola dello
scrutinio.
319 In tal modo si procedera'
all'elezione del Primo Assistente, cosi' anche a quella del Secondo, Terzo e
Quarto, e poscia all'elezione dell'Economo Generale della Compagnia.
320 Terminate queste elezioni il
Capitolo scegliera' tra i quattro Assistenti l'Ammonitore del Padre Preposto ed
il Segretario Generale dell Compagnia.
321 Queste due nomine vengono
fatte per pluralita' di voti ed insieme, cioe' ogni membro del Capitolo
scrivera' i due nomi sulla stessa cartella ed a lato di ognuno l'ufficio al
quale intende nominarli.
322 Per lo scrutinio dei voti si
osserva la stessa procedura,
[fascicolo 3, page 13]
gia' sopra indicata per l'elezione del Padre Preposto, con questo pero' che
la parte del Vicario Generale verra' eseguita dal Padre Preposto.
323 La nomina degli Assistenti,
dell Economo Generale, dell'Ammonitore del Padre Preposto e del Segretario
sara' l'ultimo atto del Capitolo. Questo
atto verra' registrato nel libro delle deliberazioni Capitolari dal nuovo
Segretario e verra' firmato dal Padre Preposto e da tutti i membri presenti e
munito del suggello della Compagnia.
324 Verra' posto termine al
Capitolo coll'"Agimus tibi gratia" seguito dal "Nos cum prole
pia..." ed indi la benedizione del Padre Preposto.
- Del Padre Preposto -
325 La Compagnia di San Paolo e'
governata dal Padre Preposto eletto a vita dal Capitolo Generale in quel modo e
con quel numero di voti, ed avente quelle qualita' come sta espresso nel
precedente capo.
326 Colui che verra' nominato
Padre Preposto non potra' ricusare l'ufficio a se commesso.
327 Il Padre Preposto ha la
suprema autorita' in tutta la Compagnia, che governa ed amministra a norma
delle regole e costituzioni.
328 Tra i diritti che gli
competono in forza di quest'autorita' ve ne sono alcuni che egli non puo'
esercitare senza il voto deliberativo del suo Consiglio, e questi sono i
seguenti.
a) Assegnare il luogo del Capitolo Generale, e determinare quando per gravi
ragioni sara' opportuno convocarlo fuori del tempo.
b) Erigere o dividere o sopprimere Provincie o Vicariati di Missione.
c) Erigere o supprimere case, fabbricati a parte, e residenza.
d) Erigere nuovi noviziati e trasferire i gia' esistenti da un luogo all'altro.
e) Concedere la facolta' perche' il Provinciale o Vicario
[fascicolo 3, page 14]
delle Missioni assuma la direzione di parrocchie od orfanatrofii.
f) Nominare il Procuratore presso la Santa Sede, i Provinciali e Vice
Provinciali, i Vicari di Missione e Pro Vicarii ed i loro consultori ed
Economo; prorgare per breve tempo le facolta' del Provinciale o del Vicario
delle Missioni, ed anche revocare per grave causa i Provinciali ed i Vicarii,
di Missione.
g) Determinare statuti particolari pei Vicariati di Missione tanto per
governo degli stessi Vicariati di Missione quanto per le facolta' dei
Vicarii. Definire anche le facolta' del
Vice Provinciale e del Pro Vicario delle Missioni.
h) Dispensare il Provinciale o il Vicario delle Missioni dall'obbligo di
intervenire al Capitolo Generale, quando questi non potranno assentarsi senza
grave danno delle loro Missioni.
i) Confermare la nomina del Superiore Locale, del Maestro dei Novizzi, del
Moderatore dei Professi, ed anche la revoca per grave causa, del Superiore
Locale.
j) Confermare la sentenza data dal Provinciale o dal Vicario di Missioni in
reguardo ai Membri, tanto per essere ammessi ai primi voti ed ai perpetui,
quanto per essere promossi alla tonsura ed altri ordini.
k) Dare il permesso perche' uno sia insignito di dignita' di qualsiasi
genere fuori della Compagnia, il quale permesso pero' non e' da concedersi se
non per gravissime ragioni.
l) Stabilire se si debba ricorrere alla Santa Sede tanto circa la dispensa
dagli impedimenti maggiori per l'ammissione, quanto circa la dimissione dalla
Compagnia.
m) Decretare intorno ai debiti da contrarsi, ed intorno al collocamento o
trasferimento del denaro; approvare i conti d'amministrazione da essere resi
dall'Economo Generale.
n) Stabilire per tutta la Compagnia, circa la vendita e l'ipoteca di bene
preziosi mobili ed immobili.
o) Approvare le spese gravi che intende fare il Provinciale o il Vicario,
ed anche i pesi gravi con cui vengono onerate le case della Compagnia.
p) Determinare quanto del sueprfluo devono le Provincie ed i Vicariati di
missione versare nell'erario generale; come anche di provvedere alla retta
amministrazione dei legati e delle donazioni fatti da benefattori.
q) In caso grave ed urgente, fare di se stesso tutto cio' che incombe
all'ufficcio di Provinciale e Superiore Locale e di correggere ed annullare i
loro atti e regolamenti.
[fascicolo 3, page 15]
r) Se alcuno degli Assistenti o l'Economo Generale passasse a miglior vita,
farlo sostituire da un altro.
s) Dispensare dai voti temporanei, anche di coloro che sono ordinati
"in Sacris".
329 Il voto deliberativo e'
richiesto anche in quei casi piu' gravi, che possono sorgere dalle circostanze
delle cose e delle persone; il giudizio pero' ultimo della loro gravita' e'
lasciato al Padre Preposto.
330 Pei casi designati colle
lettere b, d, e, k, n, e pel trasferimento della Sede del Padre Preposto in un
altra casa, oltre al voto deliberativo del Consiglio Generale e' richiesta
anche l'approvazione della Santa Sede.
331 Tutte le volte pero' che il
Padre Preposto e' tenuto ricorrere al voto deliberativo dei suoi Assistenti,
gli affari verranno decisi a maggioranza dei voti ed in caso di eguaglianza di
voti, prevarra' il voto del Padre Preposto.
332 Sebbene nelle cose che
riguardano il Governo Generale della Campagnia, grandemente giova, che il Padre
Preposto non proceda se non dopo aver udito il Consiglio degli Assistenti; con
tutto cio' essi in simili affari hanno solo un voto consultivo: ed egli percio'
non e' tenuto uniformarsi al loro parere.
Sarebbe pero' espediente che egli ordinariamente aderisca alla loro
parte maggiore e piu' saggia.
333 Il Padre Preposto convochera'
i quattro Assistenti in consiglio almeno due volte al mese. Le principali deliberazioni del Consiglio
verranno dal Segretario della Compagnia registrati in un apposito libro, ed
avra' la cura di farle firmare dal Padre Preposto e dei suoi Assistenti.
334 Uno dei principali doveri del
Padre Preposto sara' di curare con vigilante assiduita' perche' le costituzioni
e le regole della Compagnia siano osservate colla massima fedelta'.
335 Per la qual cosa, oltre alle
visite, che verranno fatte giusta la regola dai Provinciali e dai Vicarii di
Missione egli stesso o per mezzo di visitatori da lui scelti, visiti ogni tre
[fascicolo 3, page 16]
anni, tutte le provincie ed i vacariati della Compagnia.
336 Il Padre Preposto gode in
tutta la Compagnia la facolta di dispensare "ad tempus" i singoli
membri o una Comunita' dall'osservanza di qualche prescrizione delle
costituzioni.
337 Sta anche al Padre Preposto la
facolta di scrivere, durante la vita, sopra carta munita dal suggello, il nome
di colui che egli assegna per Vicario Generale, al quale appartera' l'obbligo
di governare la Compagnia, non appena morto il Padre Preposto. Questo atto pero' e' da tenersi sotto segreto
inviolabile.
338 Se il Padre Preposto sentisse
di dover abdicare al Supremo ufficio, espona le sue ragioni alla Sacra
Congregazione dei Religiosi e stara' alla stessa di ammettere o no
l'abdicazione.
339 Se poi sembrera' necessario di
privare il Padre Preposto dall'ufficio e dall'autorita', sara' dovere degli
Assistenti di portare la cosa innanzi alla Sacra Congregazione e di stare alla
decisione della stessa.
340 Si ricordi intanto colui che
vien preposto alla Compagnia (ed ognun che partecipa della sua autorita')
perche' viene chiamato Padre, ed in tutte le sue azioni si diporti da tale.[33]
341 Si ricordi che egli
rappresenta nostro Signore e percio' nel suo commandare e nel suo insegnare
sparga sempre tra tutti i membri della Compagnia il buon odore di Gesu' Cristo
(2Cor 2:15).[34]
342 Si Ricordi di dover governare
piu' coi fatti che colle parole, e tutte quelle cose che condannera' nei suoi
figli, mostri col suo diportamento che non devono farsi, acciocche predicando
egli agli altri non sia ritrovato colpevole (1Cor 9:27).[35]
343 Si ricordi che nella Compagnia
non deve fare differenza da persona a persona.
Non sia l'uno amato piu' dell'altro, eccetto quegli che trovera'
migliore nelle opere buone e nell'ubbidienza.
"Quia non est personarum acceptio apud Deum" (Eph 6:9).[36]
344 Si ricordi quanto l'ufficio
suo sia difficile ed arduo
[fascicolo 3, page 17]
dovendo usare ora la severita' del Maestro ed ora l'affetto pietoso di
Padre. Ora infatti dovra' ammonire con
rigore gli indisciplinati ed inquieti, ora pregare dolcemente gli ubbidienti e
pazienti perche' vadano di bene in meglio; ed ora dovra' correggere o con
ripresioni, o con persuazioni, adattandosi sempre alla capacita' di ognuno.
345 Si ricordi di non dissimulare
i peccati dei delinquenti, particolarmente se insigniti della dignita' di
Superiori, ma sempre con carita', tolga dalle radici, per quanto puo', tutti i
difetti e gli abusi in sul loro primo nascere.
346 Si ricordi di avere sempre
grande premura della salute delle anime a se' commesse, e di guardarsi
dall'avere maggiore sollecitudine delle cose transitorie terrene e caduche; e
perche' non gli sia di pretesto la poverta della Compagnia si ricordi di avere
sempre grande fiducia nella Divina Provvidenza poiche' niente manca a coloro
che temono Dio (Ps 33(34):10).[37]
347 Si ricordi che nel tremendo
giudizio di Dio, si fara' l'esame del suo governo e dell'ubbidienza dei suoi
sudditi, procuri pertanto di usare ogni diligenza nel suo ufficio per poter in
quel giorno dire col Profeta al Signore "Justitiam tuam non abscondi in
corde meo, veritatem tuam et salutare tuum dixi." (Ps 39(40):10)[38]
348 Si ricordi che quanto piu'
grande e' il numero dei suoi figli, tanto maggiore e' la sua responsabilita', e
che nel giorno del giudizio dovra' render conto delle anime loro non meno che
della propria.
349 Cosi' temendo l'esame futuro
del Pastore circa le pecorelle a se' commesse, nell'emendare gli altri, non
manchera' di emendare anche se stesso.
- Degli Assistenti -
350 Il Padre Preposto avra'
quattro Assistenti, nominati per sette anni dal Capitolo Generale.
351 Questi quattro assistenti,
verranno eletti dal numero di quelli, che avranno compiuto il terzo anno di
professione
[fascicolo 3, page 18]
perpetua e di Sacerdozio.
352 Eserciteranno il loro ufficio
per sette anni, fino alla nuova elezione che verra' fatta dal Capitolo.
353 Passato il settennio, potranno
essere di nuovo eletti, per tutte le volte che cosi' parra' al Capitolo.
354 Allorche' il Capitolo Generale
verra' convocato per essere eletto un nuovo Padre Preposto, procedera' di nuovo
alla nomina degli Assistenti, sebbene non avranno compito il settennio in
ufficio.
355 Il Consiglio del Padre
Preposto e' composto dai quattro assistenti.
356 Essi quindi devono abitare la
stessa casa che egli abita affinche' vivano, giusta le regole, vicino a lui, e
sotto l'immediata sua giurisdizione.
357 Essi non possono venire eletti
in Superiori Locali, nemmeno di quella casa che abita il Padre Preposto.
358 Tuttavia potra' il Padre
Preposto mandare "ad tempus" uno dei suoi Assistenti, a trattare
qualche grande affare o ad esercitare qualche ufficio del ministero.
359 Senza gravi ragioni non
permetta che gli Assisteni stiano lontani da lui per lungo tempo.
360 Durante l'assenza del Padre
Preposto occupera' il suo posto il Primo Assistente.
361 Tuttavia se il Padre Preposito
dovesse intraprendere un lungo viaggio, potrebbe nominare un Vicario Generale
un altro diverso dal Primo Assistente.
362 Il Vice Gerente in consiglio
decida soltanto intorno a quelle cose che appartengono all'amministrazione
ordinaria o che non sopportono dilazione; e per quanto sara' possibile agisca
secondo la mente del Padre Preposto. Questa
linea di
[fascicolo 3, page 19]
condotta deve essere tenuta dal Vice Gerente di qualsiasi Superiore.
363 E' tenuto inoltre il Vice
Gerente di dare conto al Padre Preposto di tutti gli affari di qualche
importanza.
364 Morto il Padre Preposto
governera' "ad interim" la Compagnia il Vicario Generale, nominato
dal Padre Preposto per iscritto firmato e suggellato.[39]
365 Qualora il Vicario Generale
non fosse stato eletto dal Padre Preposto, gli Assistenti del defunto Padre
Preposto procederanno immantinente all'elezione di costui.
366 Intanto finche' avra' luogo
quest'elezione, terra' le veci del Vicario Generale l'ammonitore del Padre
Preposto.
367 Il Governo del Vicario
Generale durera' fino all'elezione del Padre Preposto che vien fatta dal
Capitolo Generale entro il tempo prefisso dalle costituzioni.
368 Morto il Padre Preposto, il
Vicario Generale da lui designato, o in sua mancanza, colui che vien eletto dai
quattro assistenti, convochera' quanto prima il Capitolo Generale, il quale
dovra' aver luogo entro sei mesi dalla detta convocazione e senza ulteriore
indugio.
- Dell'Ammonitore del Padre Preposto -
369 Il Capitolo Generale nominera'
l'Ammonitore del Padre Preposto, il quale sara' sempre scelto tra gli
Assistenti.
370 La cura che la Compagnia deve
avere e in quanto al corpo e in quanto all'anima del suo Capo la ripone nella
fiducia dell'Ammonitore.
371 Pertanto sta all'Ammonitore di
provvedere a tutte le spese richieste pel vitto, per vestito e per tutt'altre
temporali necessita' del Padre Preposto.
372 Deve l'ammonitore attendere
con cura vigilante alla
[fascicolo 3, page 20]
salute del Padre Preposto removendolo dal troppo lavoro e dal soverchio
esercizio di penitenze corporali.
373 E' tenuto inoltre (poiche'
anche le persone perfette hanno bisogno di questo aiuto) di ammonire il Padre
Preposto, colla debita riverenza, e dopo aver esaminata la cosa innanzi al
Signore, intorno a cio' che da lui esige, tanto il suo progresso nella
perfezione, quanto il suo agire nel governo della compagnia.
374 Cosi' pure (cio' che appena
puo' immaginarsi) se l'Ammonitore viene in cognizione, che l'agire del Padre
Preposto e' poco convenevole alle regole e costituzioni dell'Istituto, in cose
gravi ed anche dannose alla Compagnia, colla debita carita' lo ammonira'
seriamente; specialmente quando, per le troppa dolcezza del Padre Preposto,
sarebbe da tenersi qualche rilassazione nella regolare osservanza.
375 Ed in verita' se il Padre
Preposto, ammonito, non si ravvedesse, ed il male che ne verra' sarebbe grave e
dannoso, l'Ammonitore allora e' tenuto di svelare la cosa agli altri
Assistenti, affinche' insieme possano adoperare rimedii piu' opportuni anzi, se
lo richiedesse una grave causa, ricorreranno alla Santa Sede specialmente nei
seguenti tre casi: 1o Se il Padre
Preposto cadesse in eresia; 2o se desse qualche scandalo grave, notorio e
provato; 3o se si fosse immischiato in ruberie commesse contro i beni della
Compagnia.
- Dell'Economo Generale -
376 Il Capitolo Generale tutte le
volte che elegge gli Assistenti, elegge anche per sette anni l'Economo Generale
per tutta la Compagnia. L'Economo
Generale potra' essere sempre rieletto.
377 Sta all'Economo Generale di
trattare tutti gli affari riguardati i beni della Compagnia, sotto la
dipendenza del Padre Preposto e del suo Consiglio.
378 Al suo ufficio spetta di
sorvegliare perche' nulla vada perduto di tutti i beni immobili e mobili della
Compagnia di porre attenzione all'avanzamento temporale della stessa; e
[fascicolo 3, page 21]
provvedere alle sue necessita'; beninteso con quella prudenza e moderazione
che convengono a persona religiosa.
379 A lui anche appartiene di
amministrare l'erario della Compagnia, ad esclusione di quelle somme di denaro,
che sono richieste per le spese di ciascuna Provincia o Vicariato, percio' il
superfluo della Provincia e del Vicariato, per quanto sara' stabilito dal Padre
Preposto col consenso degli Assistenti, verra' inviato all'Economo Generale ad
uso di tutta la Compagnia.
380 L'Economo Generale custodisca
gli incassi ed i beni che toccheranno alla Compagnia, e li spenda secondo la
mente dei benefattori, o se dai benefattori non sara' designato il loro uso, di
essi disponga secondo che verra' prescritto dal Padre Preposto consenziente il
suo consiglio.
381 L'Economo Generale avra' una
cassa nella quale verra' conservato l'erario, la quale sara' chiusa da triplice
e diversa chiave, una della quali restera', presso di se', un'altra sara'
tenuta dal Padre Preposfto e la terza verra' consegnata al Primo Assistente.
382 In questa cassa verranno
conservati i titoli di proprieta' e le cedole che valgano e rappresentano
denaro o danno diritto e percepire certi frutti o rendire, e quelle somme di
denaro contate le quali non sono richieste per le spese ordinarie o quotidiane.
383 Tutte le volte che questa
cassa deve aprirsi e chiudersi, coloro a cui sono consegnate le chiavi si adunano
insieme, e giammai l'uno consegni all'altro dei depositarii la sua chiave per
essere usata, ma in caso di necessita', deleghi un altro degli Assistenti o un
altro Sacerdote, consegnando allo stesso la propria chiave da essere restituita
quanto prima.
384 L'Economo Generale terra' nota
accurata di tutto cio' che viene riposto in questa cassa e di tutto cio' che
dalla stessa verra' ritirato.
385 Dal danaro a lui consegnato
nulla potra' prendere per
[fascicolo 3, page 22]
pagare le spese, ne' lo stesso collocare o se collocato trasferirlo altrove
senza espressa facolta' avuta per iscritto dal Padre Preposto, munita della
firma, almeno, di due dei suoi quattro Assistenti, i quali in questo caso hanno
il voto deliberativo. Questa facolta' lo
giustifichera', allorche' dara' il conto della sua amministrazione e quando
esibira' il bilancio dell'erario al Padre Preposto ed ai suoi Assistenti.
386 L'Economo Generale registrera'
esattamente nel suo libro d'amministrazione tutte le somme di denaro in
qualsiasi modo gli saranno pervenute; cosi' anche' di tutte le somme prelevate
terra' accuratamente notato in che cosa sono state spese o a chi vennero
consegnate.
387 Egli deve curarsi non solo
della cassa dell'erario della Compagnia, come si e' detto sopra, ma anche di
tutti quei documenti, che in qualche modo appartengono alla sua
amministrazione, conservandoli con ordine e sotto chiave in una custodia
speciale.
388 L'Economo Generale e' tenuto
di presentare ogni mese il bilancio dell'erario al Padre Preposto ed ai suoi
quattro Assistenti adunati in Consiglio.
389 Ogni semestre ed al termine
della sua amministrazione dara' i conti al Padre Preposto col presentare i
libri da lui tenuti di tutta l'amministrazione.
Il Padre Preposto ed i suoi Assistenti sottometteranno i libri ad un
accurato esame, e se dopo collazionati gli stessi col danaro e con tutt' altro
esistente nella cassa li troveranno esattamente tenuti; allora daranno la loro
approvazione, apponendovi i proprii nomi.
390 Il Segretario Generale
registrera' la relazione dell'Amministrazione ed i relativi decreti nel libro
delle sedute del Consiglio del Padre Preposto, e verranno muniti della firma di
questi e dei quattro Assistenti.
391 Tutte le volte che nel
Consiglio Generale verra' trattato dei beni temporali e delle rendite di
qualche importanza l'Economo Generale interverra' per dare il suo parere, il
quale verra' redatto negli atti del Consiglio.
Lo stesso e' a dirsi
[fascicolo 3, page 23]
rispettivamente dell'Economo Provinciale o Vicariale o Locale.
- Del Procuratore Generale Presso la Santa
Sede -
392 Sotto il titolo di Procuratore
Generale presso la Santa Sede la Compagnia avra' un sacerdote che la
rappresenti a Roma e che sotto l'autorita' immediata del Padre Preposto,
s'incarichera' di tutti gli affari da trattarsi presso la Santa Sede.
393 Egli viene nominato per un
tempo indetermintao dal Padre Preposto, col consenso del suo consiglio; ed e'
revocabile ad arbitrio dello stesso.
394 Il Procuratore Generale presso
la Santa Sede, viene scelto tra i sacerdoti i quali avranno compito l'anno
trigesimo di loro eta', avranno vissuto e si saranno diportati bene per sette
anni nella compagnia; e per qualche tempo almeno avranno tenuto l'ufficio di
Superiore.
395 Di diritto interverra' ai Capitoli
Generali tanto ordinarii che straordinarii e tiene il suo luogo prima dei Padri
Provinciali e Vicarii delle Missioni.
396 Se al Procuratore non potra'
essere assegnata una comunita' regolarmente costituita e compita, sara'
necessario che egli abbia seco almeno un sacerdote. Questa comunita' poi o residenza dipendera' e
ricevera' gli ordini direttamente dal Padre Preposto.
397 Sara' dovere del Procuratore
di uniformarsi perfettamente alla mente del Padre Preposto in tutto cio' che
dallo stesso gli verra' commesso.
398 Le Bolle, i brevi, i decreti,
i rescritti e finalmente tutti gli altri atti che la Compagnia avra' ottenuto
dalla Santa Sede verranno custoditi dal Procuratore. I documenti autentici da valere in perpetuo
verranno conservati nella Casa principale della Compagnia ed il Procuratore
terra' presso di se copia legale degli stessi.
Mentre quelli che abbisognano la rinnovazione verranno conservati in
ordine dal Procuratore il quale avra' cura perche' una copia degli stessi e di
tutti altri documenti pervenga all'Archivio della Compagnia.
[fascicolo 3, page 24]
399 Sara' cura del Procuratore di
tenere informato il Padre Preposto non solo di tutto cio' che egli potra'
sapere intorno agli affari che tratta colla Santa Sede, ma anche di quella
decisione della Sacra Congregazione la di cui notizia potra' essere giovevole.
400 Il Procuratore e' strettamente
tenuto di conservare il secreto intorno a tutti gli affari della Compagnia e di
trattare gli stessi soltanto col Padre Preposto e coi suoi Assistenti.
401 Tutte le volte che nel
consiglio Generale vengono trattati affari d'importanza pendenti presso la
Santa Sede, il Procuratore Generale verra' chiamato ad aprire la sua mente ed
il suo parere verra' registrato negli atti del Consiglio.
- Dei Visitatori -
402 Allorche' che dilatarsi della
Compagnia non sara' piu' possibile al Padre Preposto di visitare egli stesso
ogni tre anni tutte le provincie, i vicariati e le case della stessa, sara' sua
cura di delegare altri a tale ufficio.
403 I Visitatori per poter
degnamente adempire un ufficio di tanta importanza devono essere di eta' matura
e devono aver gia' dato prova della propria bonta' specialmente in pieta',
prudenza e sapienza.
404 Essi avranno tutte quelle
facolta' che il Padre Proposto avra' voluto loro conferire.
405 Nelle Provincie e nei Vicariati
che visiteranno di quando in quando procurino coi loro decreti di stabilire
quelle norme idonee a conservare l'ordine ed a rassodare maggiormente la
disciplina regolare. E di tutti i loro
atti daranno poi conto al Padre Preposto.
406 Abbiano cura i visitatori che
siamo loro presentati tutti i libri dei conti tanto quelli che appertengono
alla Provincia o al Vicariato, quanto quelli che trattano dell'amministrazione
delle singole case, compreso quello delle elemosine di Messe. Visiteranno le Chiese, le sagrestie, gli
abiti sacri e la biancheria in una parola senza riguardo alcuno devono
osservare ogni cosa per poter reprimere gli abusi, raffrenare le
[fascicolo 3, page 25]
negligenze, ed instaurare l'esatta osservanza secondo le nostre regole.
407 I Padri Provinciali, i Vicarii
delle Missioni e' Superiori Locali ed i Priori delle residenze, sono tenuti di
dare conto ai Visitatori, di ogni cosa, con sincerita' ed esattezza.
408 La visita di ciascuna Casa o
Residenza non deve durare meno di tre giorni ne' piu' di otto giorni.
409 Terminata la Visita delle Case
e delle Residenza sara' cura del Visitatore di stendere l'atto della visita di
tutta la Provincia o Vicariato, e di inviare lo stesso al Padre Preposto.
410 Durante la visita il Padre
Provinciale, il Vicario delle Missioni e per piu' forte ragione il Padre
Superiore Locale cederanno il posto piu' degno al Visitatore in ossequio al
Padre Preposto che egli rappresenta; questa distinzione pero' e' soltanto
onorifica, ed il Padre Provinciale, il Vicario delle Missioni ed i Superiori
Locali non cessano, quantunque presente il Visitatore, di esercitare tutti i
doveri del loro ufficio.
411 Il Visitatore dara' principio
alla Sacra Visita coll'esibire al Superiore la delegazione del Padre Preposto,
e dopo recitato devotamente l'inno "Veni Creator" ed eseguito l'atto
di ubbidienza dirigera' un breve, edificante discorso alla Comunita'.
412 Indi in virtu' di Santa
ubbidienza prescrivera' ai singoli membri della Comunita' affinche' durante la
Visita, manifestino gli abusi, che potranno essersi introdotti nella Casa ed
anche tuttocio' che nel loro giudizio potra' essere contrario o al bene
universale della Compagnia o al bene privato della Casa e dei singoli dai quali
e' costituita. E se vi saranno dei
lamenti contro il Superiore siano anch'essi riferiti al Visitatore.
413 La Benedizione poi col SSmo. Sacramento
porra' termine alla Visita.
- Dei Padri Provinciali e Vicari di
Missioni -
414 Quando diverra' del tutto
difficile al Padre Preposto di provvedere direttamente per se a tutto cio' che
riguarda le varie case della Compagnia, i loro Superiori, i loro soggetti ed
[fascicolo 3, page 26]
i loro affari, allora la Compagnia verra' divisa in Provincie e Vicariati
ed al governo immediato degli stessi verranno posti i Padri Provinciali o
Vicarii delle Missioni.
415 Per erigere una Provincia e'
necessario che vi siano almeno tre case ed una rendita conveniente. Mentre per l'erezione di un Vicariato sono
sufficienti le residenze permanenti.
416 Le Provincie soggiacciono alle
leggi comuni, i Vicariati pero' oltre che dagli statuti generali vengono per lo
piu' governati da decreti speciali emanati dal Padre Preposto di consenso del
suo consiglio, ed accomodati all distanza ed alle diverse difficolta' dei
luoghi.
417 Viene chiamata Casa
quell'abitazione che gode l'erezione canonica come tale, ed e' governata dal
Superiore Locale col suo consiglio; essa e chiamata compieta se numera almeno
cinque Sacerdoti, incompleta se meno.
418 Viene chiamata Residenza
quell'abitazione che quantunque canonicamente eretta come tale dal Padre
Preposto col consenso del suo Consiglio, purtuttavia per mancanza di cio' che
strettamente costituisce una casa, non ha vita propria.
419 Ogni Residenza deve almeno
numerare due Sacerdoti, e colui che immediatamente la governa viene chiamato
Priore.
420 Ove e' possibile la Residenza
verra' unita ad una Casa nel modo in cui Vicario delle Missione nel suo
Consiglio Straordinario.
421 Ove poi le circostanze non
permettono, che alcune Residenze sieno unite, nel detto modo, ad una Casa,
allora approvante il Padre Preposto col consenso del suo Consiglio, verranno
tra di loro uniti in modo da formare un distretto sotto il governo di un
Superiore, che viene chiamato Superiore del distretto.
422 Il distretto ha vita propria
ed e' completo od incompleto, come si e'detto sopra della Casa alla quale viene
anche equiparato percio' che riguarda il suo governo, e sebbene i Sacerdoti
assistenti non possono abitare col Superiore del distretto pure non devono
stare molto lontani, per poter facilmente intervenire al Consiglio tutte le
volte che ci sara' bisogno.
423 Ove poi una Residenza non
potra' venir congiunta ne' ad una
[fascicolo 3, page 27]
Casa ne' ad altre Residenza, allora subentra immediatamente al governo del
Padre Provinciale o Vicario delle Missioni.
Lo stesso dicasi dei Missionarii i quali forse per una temporanea
necessita' dell'Apostolato vivono separatamente.
424 Quando un Vicariato avra'
ragginnta un tale sviluppo da non richiedere piu' un sistema di governo
speciale, allora verra' eretto in Provincia regolare, e da quel giorno
prendera' il suo posto tra le altre provincie.
425 L'erezione di un vicariato
appartiene al Padre Preposito col solo consenso del suo Consiglio. Mentre
l'erezione e la divisione di una Provincia viene eseguita dopo che il Padre
Preposto col consenso del suo Consiglio avra' ottenuta la licenza della Santa
Sede.
426 Il Padre Preposto nomina i
Provinciali ed i Vicarii delle Missioni col solo Consenso del suo Consiglio.
427 Non tutti i Sacerdoti della
Comapgnia possono essere promossi all'ufficio ed alla dignita' di Provinciale o
Vicario delle Missioni, ma soltanto quelli che avranno raggiunto l'anno
trentesimo di eta', che avranno almeno sette anni di professione perpetua, che
saranno vissuti nella Compagnia con lode comune, e che avranno fatto bene
l'ufficio di Superiore locale.
428 Se per gravi ragioni ed in
vista di un maggior bene, sarebbe da eleggersi al governo della Provincia o del
Vicariato' un individuo al quale mancasse alcuna della surriferite condizioni
egli in tal caso godrebbe solo il titolo di Vice Provinciale o Pro Vicario.
429 Il Padre Provinciale viene
nominato per tre anni, passati i quali, per una causa ragionevole potra' essere
confrermato per un altro triennio, non pero' oltre a questo termine nella
stessa Provincia, senza la licenza della Santa Sede. Il Padre Vicario viene nominato dal Padre
Preposto col consenso del suo Consiglio, per un tempo che d'ordinario non oltre
passa i sei anni.
430 Il Padre Preposto, col
consenso del suo consiglio puo' prorogare, se cio' sembrera' necessario, per un
breve tempo le facolta' al Provinciale o Vicario delle Missioni. Lo stesso diritto gode il Padre Provinciale o
Vicario delle Missioni, col
[fascicolo 3, page 28]
consenso del suo consiglio ordinario in riguardo al Superiore Locale.
431 Ogni nomina, conferma o
proroga tanto del Padre Provinciale o Vicario delle Missioni, quanto del
Superiore Locale, perche' sia valida, richiede un atto formale ben
promulgato. Fino a tanto che questa
promulgazione viene fatta perfurano le facolta' di coloro che attualmente
compiono l'ufficio di Provinciale, Vicario delle missioni e Superiore Locale.
432 Per un tempo piu' breve di tre
anni, da determinarsi dalle circostanze, vengono nominati il Vici Provinciale
ed il Pro Vicario, all'ufficio di Provinciale e Vicario; e sono al cenno del
Padre Preposto revocabili: del resto si reggono dalle stessi leggi, come se
fossero il Provinciale ed il Vicario.
433 Non e' permesso al Padre
Povinciale o Vicario delle Missioni, se non per eccezione or per ordine del
Padre Preposto di esercitare l'ufficio di Superiore Locale; e devono stare ben
attenti a non darsi al ministero esterno in modo da essere divertiti dalla loro
cura principale, cioe' del retto governo della Provincia o del Vicariato.
434 Perche' il Padre Provinciale
possa governare con prudenza e sapienza viene assistito da altri quattro
sacerdoti, i quali insieme con lui formano il suo Consiglio.
435 Gli Assistenti devono abitare
la stessa Casa del Padre Provinciale ed insieme a lui formano il suo
Consiglio.
436 I primi due Assistenti devono
abitare la stessa Casa del Padre Provinciale ed insieme a lui formano il suo
Consiglio ordinario, gli ultimi due vengono convocati soltanto pel Consiglio
Straordinario, e percio' basta che non abitino troppo lontano.
437 Il Padre Preposto col consenso
del suo Consiglio assegna anche al Vicario delle Missioni altri due Sacerdoti,
almeno, ad assisterlo, i quali insieme con lui formano il suo Consiglio, che
avra' la facolta' di trattare gli affari del Vicariato. Questa facolta', a giudizio del Padre
Preposto, col consenso del suo Consiglio, potra' essere ampliata, qualora le
circostanza lo richiedessero.
438 Tra i diritti che competono al
Padre Provinciale o al Padre
[fascicolo 3, page 29]
Vicario delle Missioni, ve ne sono alcuni che non puo' esercitare senza il
voto deliberativo del suo Consiglio straordinario e questi sono:-
a) Prorogare non oltre
pero' a tre mesi, il tempo della prova di un Novizio.
b) Ammettere alla prima
professione temporanea e presentare alla Prima Tonsure ed agli ordini.
c) Nominare il Superiore
Locale, e revocare il medesimo per grave motivo, prima che fosse terminato il
triennio del suo ufficio.
d) Nominare gli Assistenti
del Superior Locale i Priori della Residenze e gli Economi Locali.
e) Nominare il Maestro dei
Novizi, il Moderatore dei Professi ed i Professori.
f) Erigere e sopprimere
Case, Distretti, Noviziati e Residenza; trasferire il Noviziato da un luogo
all'altro; beninteso che simili atti si devono esercitare giusta il prescritto
sopra e nei capi "Del Padre Preposto."
g) Rivedere ed approvare
tutto cio' che spetta all'amministrazione sia Provinciale sia Vicariale sia
Locale, giusta il prescritto sopra e nei capi "Dell' l'Economo della
Provincia o del Vicariato" e "Dei Superiori Locali."
h) Determinare cio' che
dal superfluo devono contribuire all erario Provinciale o Vicariale, le Case, i
Distretti e quelle Residenze dipendenti dall'immediata Autorita' dei
Provinciale o del Vicario.
i) Assumere le direzione
di Orfanatrofi e Parrocchie, e contrattare le condizioni da apporsi nell'atto
da farsi prima di entrare in simili Campi d'Azione.
j) Definire il modo col
quale una Residenza deve dipendere ad una Casa.
439 Tutti gli Atti enumerati nel
precedenti periodo, perche' siano validi rechiedono l'approvazione del Padre
Preposto in iscritto ad eccezione dei paragrafi a.) d.) j.) In quanto ai casi accennati al paragrafo c.)
se urge una tale necessita' che richiede immediata esecusione, potra' il
Provinciale o Vicario delle Missioni agire col consenso del Suo Consiglio
Straordinario, riferendo pero' del piu' presto la cosa al Padre Preposto.
440 Il Padre Preposto assegna al
Provinciale o al Vicario delle
[fascicolo 3, page 30]
Missioni, uno tra i loro Assistenti, all'ufficio di Ammonitore, il quale
nel caso di una morte improvvisa dell'uno o dell'Altro, amministrera' la
Provincia o il Vicariato colle medesime facolta' fino all'arrivo del suo
successore; l'ammonitore intanto nulla cambi pel solito governo, qualore non
fosse costretto da un' urgente necessita'.
441 Il Padre Provinciale ha
l'obbligo di visitare ogni anno la sua provincia, e quindi dare al Padre
Preposto una accurata relazione dello stato della stessa; ne' pero' delegare
altri a fare questa visita invece sua. Al
Padre Vicario e' sufficiente d'ordinario che compia una tale visita entro due o
tre anni secondo il parere del Padre Preposto.
442 Nell'atto della visita i Padri
Provinciali ed i Vicari di Missione osserveranno tutto cio' che trovasi
prescritto pei Visitatori.
443 Per quattro volte all'anno,
cioe' dopo il Consiglio straordinario il Provinciale dara' al Padre Preposto
quella stessa relazione; che egli ogni mese riceve dai Superiori Locali.
444 Al Vicario tre o almeno due
volte all'anno i Superiori Locali ed i Priori manderanno lo stato delle loro
case o residenze e lo stesso egli fara', percio' che riguarda il suo Vicariato,
col Padre Preposto, qualora non ostassero difficolta' insuperabili.
445 Inoltre una volta all'anno i
Superiori Locali ed i Priori delle residenze informeranno per lettera il Padre
Preposto, come tutto precede presso di loro tanto per cio' che riguarda le case
quanto per cio' che riguarda le persone a loro affidate.
446 A ciascun membro della
Compagnia poi, in qualsiasi luogo distante trovasi, e' sempre permesso, di
aprire direttamente il suo cuore al Padre Preposto e domandare allo stesso
consiglio e direzione.
447 Soltanto il Padre Preposto
puo' trasferire i professi da una Provincia o Vicariato ad un'altra Provincia o
Vicariato; della quale facolta egli usera' tutte le volte che giudichera'
essere cio' di bene alla Compagnia ed all'individuo, principalmente affinche'
tutti i membri della Compagnia, quantunque si trovassero sparsi per varie
regioni, siano maggiormente
[fascicolo 3, page 31]
mantenuti uniti tra di loro in santa pace e carita'. Lo stesso e' a dirsi del trasferimento dei
Novizi ad un'altra casa di Noviziato della Compagnia. Trasferire pero' da una Casa all'altra di una
provincia o Vicariato per se spetta al Provinciale o Vicario delle Missioni.
448 Non e' permesso al Provinciale
di fare una spesa superiore a lire sterline quaranta senza il consenso del suo Consiglio
ordinario, ne sopra centoventi senza il consenso del Consiglio straordinario e
l'approvazione del Padre Preposto. Quando
poi la spesa non eccede le lire sterline quaranta allora questa e tutte le
altre spese inferiori devono essere registrate nel libro dell'Economo
Provinciale.
449 Il Vicario delle Missioni in
forza del mandato del Padre Preposto potrebbe da per se amministrare il suo
erario, senza pero' la facolta' di vendere la proprieta', la quale e' riservata
unicamente al Padre Preposto, col consenso dei quattro Assistenti ed osservate le
prescrizioni del Codice di D.C.[40] percio' che riguarda la vendita
dei beni ecclesiastici; in tal caso pero' il Vicario nulla di grave osi fare
senza il consenso del suo Consiglio, e per due volte all'anno dara' conto al
Padre Preposto delle spese fatte.
450 Per rispetto alla sua dignita'
il Padre Provinciale o Vicario delle Missioni tieni il primo posto in tutte le
case soggette alla sua giurisdizione; percio' egli presiede alle funzioni,
recita le orazioni a tavola e benedice la Comunita' dopo l'esame e le orazioni
serotine. Il Superiore Locale pero'
presente il Padre Provinciale non cessa di accudire a tutt'altre cose che
appartengono al suo ufficio.
451 I documenti che riguardono la
Provincia o il Vicariato, come anche i registri e tutte altre carte che hanno
relazione cogli stessi si conservino con ordine ed attenzione nell'archivio
della casa ove abita il Provinciale o Vicario perche' possano cosi' passare ai
loro successori secondo l'indice composto con accuratezza.
452 Salvo il disposto dalle
regole, e cio' che il Padre Preposto avra' determinato per casi speciali;
tuttocio' che e' prescritto pel Provinciale o pel Vicario delle Missioni,
riguarda
[fascicolo 3, page 32]
anche il Vice Provinciale o il Pro Vicario.
453 Si ricordino sempre tutti
coloro, di cui si e' trattato in questo capo, quale sia l'ufficio commesso
loro; si recordino di dover esercitare la loro autorita' sotto la dipendenza
del Padre Preposto, si recordino di invigilare con attenzione sull'osservanza
regolare; si recordino di dover formare tutti i loro sudditi nell'ubbidienza e
carita', si ricordino di aiutare con benignita' i Superiori, di soccorrere
dolcemente gli inferiori, e di portare un sincero affetto a tutti, affinche'
nel campo a loro affidato prosperi sempre piu' il Regno di Gesu' Cristo Signor
Nostro.
- Dell'Economo della Provincia o del Vicariato
-
454 L'erario della Provincia o del
Vicariato viene amministrato sotto la dipendenza del Padre Provinciale o
Vicario della Missioni e dal suo Consiglio, dal'Economo nominato a tale ufficio
dal Padre Preposto, col consenso del suo Consiglio.
455 Alla cura e diligenza
dell'Economo vengono raccomandate le proprieta' e le rendite ed in generale
tutti gli affari appartenenti all'amministrazione economica della Provincia o
del Vicariato.
456 Colla sapienza propria dei
Santi, che non hanno altro ultimo fine che la gloria di Dio e la salute delle
anime, l'Economo da un lato studi e si affatichi per provvedere alle necessita'
della Provincia o del Vicariato; e dall'altro si guardi bene, che per una
negligenza nulla vada perduto, che la Provincia o il Vicariato non sia privato
delle convenienti facolta', e che non sia gravato di troppi pesi e di troppe
spese.
457 L'Economo nel trattare gli
affari della sua amministrazione avverta di rassodare tutto rettamente secondo
la forma voluta dalla legge perche' non si dia occasione a liti, e perche' i
beni non siano dai nostri posseduti in tal mondo da esporre la Compagnia al
rischio di perderli.
458 Siccome l'erario della
Provincia o Vicariato vieni principalmente raccolto dal superfluo delle case e
delle residenze di cui sono composti, qualora l'economo venisse in cognizione,
che in una casa, con spese non richieste, vengono oltrepassati
[fascicolo 3, page 33]
i limiti della nostra poverta', senza ritardo dia avviso di cio' al Padre
Provinciale o Vicario, ai quali incombe il dovere di provvedere all'osservanza
regolare.
459 Questo superfluo viene mandato
ogni anno dagli Economi Locali all'Economo Provinciale, e questi lo versera'
nell'erario tenendo allo stesso tempo nota nel suo registro dell'ammonto
ricevuto.
460 La cassa dell'erario sia
chiusa con tre diverse chiavi, delle quali una stia presso il Provinciale o
Vicario delle Missioni, l'altra presso il Primo Assistente ordinario e la terza
presso lo stesso Economo.
461 In quanto alla cassa
dell'erario ed a quella dei documenti riguardanti l'amministrazione economica
si osservi cio' che trovasi prescritto al capo dell'Economo Generale.[41]
462 L'Economo provinciale o
Vicariale non puo' prendere danaro dalla Cassa, ne' dare lo stesso ad alcuno,
ne' impiegarlo, ne' se gia' impiegato collocarlo altrove, senza un mandato
scritto del Padre Provinciale o Vicario delle Missioni e firmato da due almeno
degli Assistenti; mandato che egli poi presentera' per sua giustificazione
nella resa dei conti. Ne egli da per se
osi fare o spendere alcunche' di grave senza l'approvazione del Padre
Provinciale o Vicario delle Missioni, di consenso del suo consiglio
straordinario.
463 In un apposito libro l'Economo
Provinciale registrera' accuratamente quanto danaro ha incassato ed in che modo
l'ha incassato, cosi' pure quanto danaro ha speso ed in che cosa l'ha speso.
464 Il Superfluo della Provincia o
del Vicariato da essere determinato dal Padre Preposto, col consenso del suo Consiglio,
ogni anno verra' mandato dall'Economo Provinciale o Vicariale all Economo Generale
affinche' collo stesso, sotto la direzione e secondo il mandato del Padre
Preposto potra' sopperire alle spese comuni ed alle necessita' emergenti della
Compagnia.
465 L'Economo Provinciale o Vicariale
tenga sempre a giorno ed in buono stato il registro degli incassi e delle spese
e quello delle rendite, e dia conto della sua amministrazione al Provinciale,
[fascicolo 3, page 34]
nel suo Consiglio straordinario, almeno quattro volte all'anno, al
Visitatore in occasione della visita, ed infine al Padre Preposto tutte le
volte che per tramite dell'Economo Generale glielo richiedera'.
466 Quando il Vicario delle
Missioni avra' egli stesso l'amministrazione dell'erario del Vicariato allora
la resa dei conti verra' dallo stesso dato al Padre Preposto come si e' sopra
stabilito.
- Del Capitolo Provinciale o Vicariale
-
467 Tutte le volte che verra'
convocato il Capitolo Generale avra' luogo il Capitolo della Provincia o del
Vicariato, all'oggetto di scegliore i Delegati che devono, insieme al Padre
Provinciale o Vicario rappresentare la Provincia o il Vicariato nel Capitolo
Generale.
468 Il Capitolo Provinciale o
Vicariale verra' convocato dal Padre Provinciale o Vicario il quale di diritto
lo presiede, in un luogo che puo' essere facilmente raggiunto, e per mezzo di
lettera chiusa diretta ai Superiori Locali.
469 Per poter essere delegato a
convenire al capitolo Provinciale o Vicariale, come anche per avere la
qualifica di vocale e' necessario che uno abbia emesso i voti perpetui e che
abbia raggiunto il terzo anno di Sacerdozio.
470 Al Capitolo Provinciale o
Vicariale converranno gli Assistenti del Provinciale o Vicario, l'Economo
Provinciale o Vicariale, i Superiori Locali delle Case e dei distretti, ed uno
eletto da ciascuno Casa o Distretto numeranti non meno di quattro sacerdoti
vocali.
471 Questa delegazione viene fatta
nel Capitolo particolare di ciascuna Casa o diretto, per maggioranza di voti
sotto la presidenza del Padre Superiore Locale, coadiuvato dai suoi Assistenti.
472 Per la costituzione di questo Particolare
Capitolo i Sacerdoti vocali di una residenza vengono di diritto uniti ai vocali
della casa dalla quale dipendono. La
casa pero' o il distretto incompleto manda al Capitolo provinciale o Vicariale
[fascicolo 3, page 35]
soltanto il Superiore Locale senza alcun delegato, ma per disposizione del
Padre Provinciale o Vicario delle Missioni nel suo consiglio ordinario
eleggeranno un delegato in unione ad un altra casa o distretto. Ed in questo caso presiedera' il Superiore
del luogo ove vien tenuto un tale Consiglio.
473 I Sacerdoti vocali ascritti ad
una residenza o anche coloro che vivono separatamente sotto l'immediatamente
autorita' del Padre Provinciale o del Padre Vicario delle Missioni, devono dal
Provinciale o dal Vicario, col consenso del suo Consiglio ordinario, in tal
modo riunirsi, in ordine all'elezione da formare un distretto. Nel caso poi che vi fossero dei Sacerdoti
vocali non ascritti ad alcuna casa distretto o residenza allora daranno il voto
insieme ai vocali di qualsiasi casa o distretto tra i prossimiori, come verra'
disposto dal Padre Provinciale o Vicario della Missioni di consenso del suo
consiglio ordinario.
474 Tutti i sacerdoti vocali i
quali essendo legittimamente impediti, avessero ottenuta dal Padre Provinciale
o dal Padre Vicario delle Missioni la licenza di non intervenire al Capitolo
particolare della casa o distretto, manderanno il loro voto decisivo in schede
chiuse e suggellate. Nel quale caso, i
suggelli verranno rotti, sedente il sopradetto Consiglio partipresenti per ogni
scrutinio che avra' luogo. Lo stesso e'
a dirsi dei vocali impediti ad intervenire al Capitolo della Provincia o
Vicariato.
475 Chi in questo scrutinio avesse
assolutamente il numero maggiore di voti, questi sara' il delegato della Casa o
distretto. Qualora poi nessuno avesse
riportato un numero assolutamente maggiore di voti, allora verra' ripetuto lo
scrutinio come si e' detto sopra per l'elezione del Padre Preposto. Questa medesima procedura verra' osservata
nel Capitolo Provinciale o Vicariale.
476 Dato il caso che in un
Vicariato due terzi dei Sacerdoti vocali non si possono radunare nelle case o
distretti, e percio' riesce impossibile di tenere i Capitoli particolari,
allora tutti i Sacerdoti vocali cerziorati di cio' dal Vicario delle Missioni
scriveranno in schede separate il nome di colui che avranno scelto per delegato
del Vicariato al Capitolo Generale e le stesse manderanno suggellate al Vicario
delle Missioni.
[fascicolo 3, page 36]
Questi alla presenza di almeno due Sacerdoti vocali, rotto il sigillo
leggera' i voti di tutti e porgera' gli stessi per essere letti, ai
testimoni. Colui che relativamente avra'
ottenuto il maggior numero di voti di diritto verra' ritenuto delegato al
Capitolo Generale; a parita' di voti verra' scelto il piu' anziano di
professione.
477 In tutti i Capitoli tanto
della Provincia che del Vicariato tanto della Casa o distretto, nello stesso
modo fin qui riferito oltre al delegato sussidiario, il quale interverra' al
Capitolo Generale o Provinciale o Vicariale, qualora il primo fosse impedito.
478 Il Padre Provinciale o Vicario
delle Missioni i quali a giudizio soltanto del Padre Preposto (e non del
Vicario Generale al quale una tale autorita' non viene attribuita) nel suo
Consiglio, non potranno intervenire al Capitolo Generale senza un grave
incomodo e danno delle loro Missioni, non provino al certo di fare cio'; ma
essi verranno rappresentati da altri aventi prossimiore dimora coi quali
trasmetteranno e la delegazione autentica, e le proprie note per il Capitolo.
479 Il delegato principale ed il
delegato sussidiario devono essere eletti tra i membri della stessa Provincia o
Vicariato, ne' essi possono suddelegare altri.
480 Se pero' il Capitolo
Provinciale o Vicariale giudichera' che per la grande distanza del luogo del
Capitolo Generale, il delegato principale non potra' essere sostituito
all'improviso dal susidiario qualora questi venisse scelto della loro Provincia
o Vicariato, allora sceglieranno lo stesso sussidiario da un altra provincia o
vicariato meno distante dal luogo del Capitolo Generale. Cosi' anche se il Capitolo provinciale o
Vicariale stimera' essere di molto grave incomodo e danno che qualunque delegato
venisse scelto dalla propria Provincia o Vicariato in tal caso, sceglioranno
ambo i delegati dai membri di un'altra Provincia o Vicariato.
481 A ciascun delegato principale
e sussidiario tanto al Capitolo Generale, quanto al Capitolo Provinciale o
Vicariale, legittimamente eletto come sopra si e' detto, viene immediatamente
consegnato
[fascicolo 3, page 37]
il certificato della sua elezione firmato da tutti e cosi' il Capitolo
viene sciolto "ipso iure" e non puo' procedere ad altre deliberazioni
amenoche, quando cio' occorresse, non vi siano delle materie intorno alle quali
il Padre Preposto avesse per iscritto richiesto il suo parere.
482 Terminato il Capitolo
Provinciale o Vicariale tutti i Padri convenuti faranno ritorno ai loro affari
entro i tre giorni susseguenti, dopo di aver affidato al Padre Provinciale, o
al Vicario o al Delegato cio' che intendono sottomettere al Capitolo Generale
in qualsiasi modo loro piacerebbe, cioe' o a viva voce, o per scrittura aperta
o suggellato, sotto segreto o non, secondo la loro natura e gravita'.
_____________
[fascicolo 3, page 39]
DEL GOVERNO SPECIALE
[fascicolo 3, page 41]
Del Governo
Speciale
- Del Superiore Locale -
483 Il Superiore Locale viene
nominato per un triennio dal Padre Provinciale e Vicario delle Missioni nel suo
Consiglio Straordinario coll'approvazione del Padre Preposto. Passato il primo triennio puo' per una buona
ragione essere confermato, non pero' oltre a questo termine nella stessa Casa o
nello stesso distretto.
484 Il Provinciale o Vicario delle
Missioni puo' nel suo Consiglio Straordinario, per una grave ragione, revocare
o trasferire altrove il Superiore Locale prima che il termine fosse terminato;
benintesoche deve prima riferire al Padre Preposto, se il tempo glielo
permette, come si e' detto nel capo "Del Padre Provinciale o Vicario delle
Missioni."[42]
485 Il Provinciale o Vicario fara'
la scelta dei Superiori locali tra i Sacerdoti della Compagnia piu'
ragguardevoli, i quali avranno emesso la professione perpetua e raggiunto il
terz'anno di Sacerdozio.
486 Il Superiore Locale deve
essere irreprensibile, conosciuto nella sua vita, eminente nelle virtu'
dell'umilta' e dell'ubbidienza; dotato di prudenza e capacita', istruito nelle
lettere, scienze e sacri canoni, e di buon indole, perche' possa ed adempire
bene il suo ufficio e governare con sapienza, moderando con opportuna dolcezza
senza debolezza, il rigore proprio della disciplina regolare.
487 Sia poi in modo speciale il
Superiore Locale uomo di orazione, sia perito nel trattare intimamente con Dio,
deprecando non solo per la propria santificazione ma anche per quella di tutti
coloro che sono affidati alla sua cura.
488 Sua costante nell'indurre gli
altri all'osservanza delle regole; particolarmente coll'eseguire esattamente
cio' esse prescrivono, coll'aderire fedelmente alle stesse, e coll'ubbidire
sinceramente il Padre Preposto, il quale e' da ritenersi come l'anima di tutta
la Compagnia.
489 Al Superiore Locale incombe il
Governo e la cura della Casa che gli verra' assegnata.
[fascicolo 3, page 42]
490 Al Superiore Locale non e'
lecito di assentarsi dalla propria casa senza un permesso preciso e scritto del
Provinciale, del Vicario delle Missioni o del Padre Preposto.
491 Il principale suo ufficio e'
di invigilare attentamente se i singoli individui, i quali sotto di lui tengono
un ufficio, lo adempiano con diligenza; senza pero' immischiarsi
nell'esecuzione dei diversi uffici.
492 Il Superiore Locale e' tenuto
di visitare almeno una volta al mese le celle.
493 Il Superiore Locale secondo le
circostanze occorrenti, e per motivi giusti, puo' dispensare i suoi sudditi
soltanto da qualche prescrizione, che spetta alla disciplina quotidiana della
vita comune.
494 Il Padre Provinciale o Vicario
delle Missioni col consenso del suo Consiglio straordinario nominera' altri due
sacerdoti all'ufficio di Assistenti i quali col Superiore costituiscono il
Consiglio Locale.
495 Il Superiore Locale, due volte
al mese trattera' coi suoi Assistenti di tutti quegli affari di qualche rilievo
della Casa o distretto; ed una volta al mese insieme coll'Economo Locale
rivedera' i conti degli incassi fatti e delle spese erogate, il libro delle
rendite e quello delle messe nel modo gia' indicato nel Capo "Dell'Economo
Generale".[43]
496 Il Superiore Locale almeno una
volta al mese deve conferire per mezzo di lettera col Padre Provinciale o P.
Vicario delle Missioni e renderlo consapevole di quello che si e' trattato nel
suo consiglio, e di quello che e gli ha fatto tanto percio' che riguardi il
governo della Casa quanto per cio' che riguarda i suoi sudditi; e quindi senta
da lui quello che deve fare, secondo lo spirito della Compagnia, in tutti e
singole le cose.
497 Il Superiore Locale non puo'
fare spese che superino le lire sterline due senza il consenso dei due Assistenti. Per le spese che non concernono il vitto o il
vestito, e che superino le lire sterline dodici e' richiesto il consenso del
Padre Provinciale o Vicario delle Missioni.
Le spese poi che lo stesso Superiore Locale avesse fatto sotto le lire
sterline due, e tutt'altre
[fascicolo 3, page 43]
spese verranno registrate nei libri dell'Economo Locale.
498 Il Superiore Locale od il suo
Economo non puo' entrare in accordi, fare contratti, accettare legati, imporre
alcuna obligazione alla casa, sia col prendere a mutuo del danaro o in un altro
modo, senza il permesso in iscritto del Padre Provinciale o P. Vicario delle
Missioni; ne' questi permettano alcunche' di grave in questa materia senza
consultare il Padre Presposto.
499 Cosi' anche il Superiore
Locale nulla puo' distruggere delle cose esistenti, ne' puo' introdurre nelle
stesse alcuna notabile mutazione, non puo' fabbricare o demolire, piantare o
stradicare, senza il beneplacito del P. Provinciale o Vicario delle Missioni.
500 Assente il Superiore Locale,
il Primo Assistente, il quale nel governo della casa fa le sue veci non si
allontani dai regolamenti ne' da cio' che era solito fare il Superiore Locale,
ed al suo ritorno gli dara' conto di tutte le cose da lui fatte.
501 In ciascuna casa oltre agli
uffici che vengono nominati dal Padre Provinciale o Vicario delle Missioni, vi
saranno quegli nominati dal Superiore Locale come il Sagrestano maggiore e
minore, l'Infermiere, il Bibliotecario e simili; se nella comunita' non vi
sara' un numero sufficiente di membri idonei pei diversi uffici a cui nomina il
Superiore Locale allora uno puo' essere incaricato di piu' uffici.
502 In ciascuna casa vi saranno i
seguenti registri. 1). uno in cui vi
saranno discritti colle richieste informazioni tutti i beni e cespiti di
rendita della comunita', 2) uno per registrare tutti gli incassi e tutte le
spese, cosi' detto libro cassa, 3) uno il quale contenga l'inventario di tutto
il mobiglio 4) uno per registrare tutte le commissioni di messe e loro
adempimento; 5) uno per conservare i decreti del Capitolo Generale; 6) uno per
iscrivervi gli atti delle Visite; 7) uno per conservare le deliberazioni del Consiglio
del Superiore Locale; 8) uno per tutti gli atti e contratti; 9) uno per
conservare la cronaca delle cose edificanti e degni di nota che succedono nella
Casa.
503 Nella Casa poi in cui abita il
Padre Provinciale o P. Vicario
[fascicolo 3, page 44]
delle Missione vi saranno anche i seguenti registri 1) per tener nota di
tutti gli incassi e di tutte le spese della Provincia o Vicariato, 2) uno in
cui saranno descritti colle richieste informazioni tutti i beni e cespiti di
rendita della Provincia o Vicariato; 3) uno per le deliberazioni del Consiglio
Provinciale o Vicariale; 4) uno per gli atti del Visitatore Generale.
504 E nella Casa del Noviziato vi
saranno anche questi altri registri; 1) per registrare le generalita' di
ciascuno novizio 2) uno che contenga gli atti autentici della professione di
ognuno.
505 Il Priore di una residenza
viene nominato dal P. Provinciale o P. Vicario delle Missioni col consenso del
suo Consiglio Straordinario. Egli gode
di tutti i diritti del Superiore Locale e puo' governare la Casa da se sesso
senza il consenso del suo Consiglio.
------------------------
- Del Maestro dei Novizi -
506 Il Maestro dei Novizi sara'
nominato dal Padre Provinciale o dal Padre Vicario delle Missioni col consenso
del suo Consiglio Straordinario e dietro approvazioni del Padre Preposto.
507 Sotto la dipendenza del Padre
Provinciale o dal Padre Vicario delle Missioni egli avra' potesta' piena sopra
i Novizi.
508 Senza sua licenza nessuno ha
il diritto di disporre dei Novizi, sia anche per piccole cose e per poco tempo. Percio' egli apre e chiude le loro lettere e
dopo le preghiere della sera ascolta le loro colpe commesse contro la regola.
509 Eccezione fatta del Padre
Preposto egli non e' tenuto di dare conto della sua direzione a nessun altro se
non al Padre Provinciale e al Vicario delle Missioni, al quale fara' noto lo
stato del Noviziato ogni settimana se abita nella stessa casa, ed ogni mese se
dimora altrove, qualora pero' le circostanze non richiedessero una relazione
piu' frequente.
510 Nullameno il Maestro dei
Novizi all'insaputa del Padre Superiore Locale non li dispensera' degli esercizi
comuni a tutta la comunita'.
[fascicolo 3, page 45]
511 Egli in quanto potra'
accomapgnera' i Novizi durante il passeggio, egli stara' con loro in tempo di
ricreazione e finalmente presso di loro stara' in ogni momento del giorno
perche' possano facilmente ricorrere a lui.
512 Il Maestro non ascoltera' la
confessione dei suoi Novizi, salvo il caso particolare quando i Novizi per
grave ed urgente causa essi stessi spontaneamente lo domanderanno.
513 Il Maestro per quanto sara'
possibile presiedera' a tutti gli esercizi privati dei Novizi.
514 Apprestera' tutta la premura
nel formare i Novizi allo spirito interiore, ed all'amore della santa
vocazione, affinche' avendo grande stima della regola le sieno fedeli.
515 Per la qual cosa non sara'
sufficiente che egli tnega le istruzioni o esortazioni due volte la settimana,
come vien prescritto ma oltre a cio' non risparmiera' fatica per condurre i
suoi sudditi alla perfezione, che e' il fine unico e desiderabile dei suoi
lavori.
516 Ogni tre mesi mandera' al
Padre Provinciale o al Padre Vicario le informazioni scritti sull'andamento di
ciascuno dei Novizii.
517 Verso la fine poi del
Noviziato ed a tempo opportuno proporra' al Padre Provinciale o al Padre
Vicario il dubbio "de Novitio ad professionem admittendo".
518 Costoro allo stesso tempo, per
mezzo anche di un sommario delle note che avra' raccolto il Maestro, verranno
informati del modo in cui si sara' diportato il Novizio durante il tempo del
suo noviziato insin dall'ingresso.
519 Il Maestro pertanto fara'
conoscere l'indole dell'individuo, i difetti e se molte volte ha dato luogo
alle riprensioni, le virtu' ed il profitto nella vita interna; se si e' dato
cura di vincere se stesso, se gli abbia forza d'ingegno, se zelo, se capacita'
alle scienze ed ai ministeri dell'Istituto; ed in una parola apprestera', con
diligenza al Padre Provinciale od al Padre Vicario tutti i mezzi per poter
consideratamente giudicare e con certezza pronunziarsi, intorno all'ammissione
del Novizio alla professione.
[fascicolo 3, page 46]
- Del Prefetto Spirituale dei Fratelli
Catechisti -
520 In ogni Casa della nostra
Compagnia il Superiore Locale nominera' coll'approvazione del Padre Provinciale
o del P. Vicario delle Missioni uno dei Sacerdoti all'ufficio di Prefetto
Spirituale dei Fratelli Catechisti, il quale avra' cura della loro direzione.
521 I Fratelli Catechisti verranno
sottomessi alla direzione del Prefetto Spirituale dal giorno della loro prima
professione.
522 Il Prefetto Spirituale
invigilera' affinche' i Fratelli seguano perfettamente le regole e dalle stesse
non si sottraggono per ragioni lievi.
523 Purtuttavia poiche' a causa di
alcune occupazioni loro proprie non sempre potranno essere presenti ai singoli
esercizi il Prefetto Spirituale trattera' la cosa coll'Economo della casa per
vedere se sia spiediente dispensarli da questi esercizi; o assegnare ad essi
un'altra ora per la pratica degli stessi.
524 Quando il Prefetto Spirituale
avra' trattato la cosa coll'Economo, allora stara' al Padre Superiore Locale di
dare la sua decisione.
525 Una volta alla settimana, il
Prefetto Spirituale fara' una predica famigliare ai Fratelli Catechisti,
intrattenendosi con loro intorno alla dottrina di Nostro Signore Gesu' Cristo,
intorno alla pratica della perfezione cristiana, intorno agli obblighi della
vita religiosa, nonche' intorno a cio che e' necessario a sapersi per ricevere
con frutto i Santi Sacramenti, e di adempire degnamente i loro varii uffici.
526 Il Prefetto Spirituale
esercitera' inoltre i Fratelli Catechisti intorno al metodo di pregare,
richiedendo a loro spesso conto delle preghiere recitate, ed interrogando loro
intorno alle cose che si saranno lette per poter vedere se si sia ricavato
frutto.
-------------
- Del Sagrestano Maggiore -
527 Il Sagrestano viene nominato
dal Superiore Locale. Egli avra' cura
perche' nelle nostre chiese si conservi la massime
[fascicolo 3, page 47]
decenza in tuttocio' che appartiene al culto divino ed al ministero
dell'altare.
528 Grande sia la sua premura, il
suo zelo nella decente conservazione del Corpo Santissimo di Nostro Signore
Gesu' Cristo entro il tabernacolo. Stia
attento che il Sagramento giammai manchi avuta ragione del numero di coloro,
che si avvicinano alla Mensa Eucaristica.
Abbia cura di rinnovarlo almeno ogni quindici giorni. E terminata l'ora della frequenza dei Fedeli,
si tenga chiuso sotto chiave, e la chiave sia anche ben custodita. Durante la Messa, l'esposizione "ad
ostium" e quella solenne, curi che vi sia sempre il numero di candele
prescritte dai Canoni.
529 Sono affidati alla sua
custodia i vasi sacri, gli abiti sacri, la biancheria richiesta per la messa e
l'altare, e tutto cio' che appartiene al culto divino. Procurera' pertanto perche' tutto sia sempre
conservata, come conviene, una grande nettezza.
Curera' che i corporali ed i purificatori siano separatamente lavati, e
perche' l'acqua in cui si saranno lavati, come anche le ceneri di cio' che si
e' reso inservibile siano riposte nel sacrario.
530 A seconda dei tempi e delle
festivita' fara' mutare i paramenti dell'altare e dei Sacerdoti, giusta il
colore richiesto dal rito della chiesa.
531 Sia premuroso presso il
Superiore perche' in casa non manchino i confessori necessarii pel servizio
della nostra Chiesa e che quando per ragione di qualche occorrenza o
sollennita' i Missionarii saranno costretti di sentire le confessioni anche
dopo il cader del sole allora il Sagrestano procurera' che la chiesa sia ben
illuminata particolarmente presso le sedi confessionali le quali devono essere
anche tenuto con proprieta' e nettezza.
532 Sia guardingo di tenera
conservato con decenza nella nostra chiesa l'Olio Santo, il quale curera'
rinnovare ogni anno.
533 In tempo opportuno fara'
memoria al Superiore di assegnare le prediche solite tenersi nella nostra chiesa
e curera' anche di tenere notato su apposita tavola i nomi di coloro che per
turno devono funzionare durante la settimana e di assegnare l'ora di celebrare
la Messa a ciascun Missionario, per evitare che piu'
[fascicolo 3, page 48]
messe incomincio insieme particolarmente nei giorni di precetto.
534 Il Sagrestano curi perche' le
reliquie dei Santi siano conservate sotto chiave in una decente custodia e
quando per devozione verra' fatta la loro ostensione si accendano due candele.
535 Egli terra' su apposita tavola
le fondazioni di messe da celebrarsi ogni anno ed arrivato il tempi stabilito
terra' informato il Superiore. Cosi'
pure avra' cura dell'adempimento di messe ed altre orazioni, tanto pei' defunti
della Compagnia quanto per le Compagnia stessa, e di tutt'altre richieste sia
dal Superiore che dai Fedeli. Da questi
poi non accetti elemosine per funzioni publiche senza sentire il Superiore, a
meno che non conosca gia' il suo parere.
536 Abbia presso di se un libro
nel quale registrera' tutte le offerte in danaro e le spese che verranno fatte
pei bisogni della chiesa. Ed allorche'
una somma rilevante viene offerta o raccolta per un'opera da eseguirsi nella
nostra chiesa, questa viene chiusa in una cassetta a doppia chiave, delle quali
una conservera' il Superiore Locale ed una il Sagrestano Maggiore, ed indi
viene messa nel deposito della Casa. Il
Sagrestano inoltre ricevera' dai Fedeli le elemosine di messe, che registrera'
subito in apposito libro, come anche terra' nota delle messe celebrate e
firmate da ciascuno sacerdote. E della
sua amministrazione ogni mese presentera' i conti.
537 Per onorare la Chiesa, per
eseguire i restauri necessarii, per comprare qualsiasi cosa necessaria al culto
divino, per dare o domandare alcunche' in imprestito, sempre ne avvisi il
Superiore Locale e nulla eseguisca che non sia prima dallo stesso approvato ed
ordinato.
538 Sia sempre pronto di dar conto
di tutte le cose appartenenti alla Chiesa; percio' tenga un libro nel quale
verranno descritti tutti i sacri vasi e suppellettili di qualche memento. Ed un altro nel quale registrera' le cose
nuove che gli saranno consegnate coll'anno e giorno della consegna ed anche
tuttocio' che coll'uso venne consumato e distrutto.
539 Dia poi spesso un'occhiata
alle cose di valore le quali perche' non vengono danneggiate o perdute curi che
siano chiuse
[fascicolo 3, page 49]
e che anche le porte della sagrestia siano munite di buone chiavi.
540 Sia sempre attento e premuroso
ad eseguire gli ordini del Superiore. Curera'
l'osservanza del silenzio in sagrestia dove non e' permesso parlare se non per
necessita' e soltanto a voce bassa. Invigilera'
perche' sia osservata la disciplina in chiesa, e quanto piu' grande e' il
concorso del popolo, sia egli anche piu' diligente, perche' la riverenza e
l'ordine religioso dovuti al luogo sacro non abbiano a soffrire. Pertanto fara' piu' volte il giro del tempio
perche' qualora vi fosse confusione con mansuetudine e fortezza richiamera'
tutti all'ordine.
541 Egli infine istruira' il Sagrestano
Minore nella sue regole e curera' l'osservanza delle stessa.
- Del Sagrestano Minore -
542 Il Sagrestano Minore sia
sottomesso al Sagrestano Maggiore in tutto cio' che appartiene al servizio
della chiesa.
543 Si occupera' con diligenza
perche' gli altari siano tenuti con proprieta' e nettezza, perche' siano ben
preparati ed ornati secondo le occorrenze.
E curera' perche' i vasi sacri, gli ornamenti festivi e tutte le altre
cose che servono al culto divino siano bene e con decenza riposte e conservati
nei luoghi proprii.
544 Aprira' la porta della chiesa
la mattina e la chiudera' la sera, cosi' anche fara' nelle ore meridiane,
quando e come gli verra' prescritto dal Superiore, secondo l'uso del paese e
della Casa, e tutti i giorni durante la notte, prima del riposo consegnera' le
chiavi al Superiore.
545 Durante il tempo in cui la
chiesa restera' aperta entrera' con diligenza perche' non resti senza custode;
ma sempre vi sia o egli stesso o un'altro in essa o in sagrestia in modo che la
possa vedere e custodire.
546 Evitera' ogni frascasso nella
chiesa e se alcuno osera' parlare ad alta voce, modestamente, come conviene, lo
ammonira'.
547 Procuri di tenere bene in
ordine sedili e grande nettezza in tutta la chiesa; che scopera' due volte la
settimana, ed anche piu' spesso se sara' necessario, particilarmente la vigilia
di una festa solenne.
[fascicolo 3, page 50]
548 Avra' cura del campanile e di
suonare le campane per chiamare alla messa, alla predica, alle funzioni di
chiesa, ed invitare alla preghiera giusta l'uso del paese e della nostra
Compagnia e secondo il prescritto del Superiore e mai senza il suo permesso.
549 Sia ben istruito
nell'inservire la Santa Messa. Faccia
premura di adempire questo ministero con devozione ed edificazione. Pronunzi bene le parole, senza troppa fretta,
ne' troppa lentezza. Ed istruisca gli
altri inservienti delle messe a diportarsi nello stesso modo.
550 Curi perche' in sagrestia non
manchi l'acqua ove il sacerdote celbrante lave le mani; e che l'asciugamano sia
sempre pulito e serva soltanto pei sacerdoti prima e dopo la Messa.
551 Aiuti il sacerdote a vestirsi
e curi che gli abiti sacri gli stiano ben adattati e lo guardi ben attorno
prima che esca in chiesa a celebrare. Similmente
tornato il Sacerdote in Sagrestia, dopo la Messa lo aiuti a svestirsi e lo
ossequii con riverenza prima di congredarsi da lui.
552 Sia diligente perche' i
Sacerdoti che vorranno dire messa abbiano subito scritto dal Superiore. Ed a tempo opportuno avvisera' quei Sacerdoti
che devono dire messa ad ora fissa.
553 Abbia in sagrestia un luogo
opposito ove i singoli Sacerdoti della Casa possano conservare l'ammitto col
purificatioio apponendovi sopra il nome di ciascuno.
554 Procuri grande nettezza nelle
ampolle che siano munite di copertura e che il vino e l'acqua siano buoni e
puliti; similmente che le ostie siano fatte bene e che sempre vi abbia una
sufficiente provista relative alla frequenza alla Mensa Eucaristica.
555 Procuri che l'acqua benedetta
non manchi nelle pile, e che le stesse siano sempre tenute pulite.
556 Il Sagrestano Minore il quale
per il suo ufficio deve di continuo trattare colle varie persone che
frequentano la nostra chiesa, stia ben guardigno di essere di continua
edificazione a tutte. Osservi la
modestia nel caminare, nel volto e nel parlare tanto in Chiesa quanto in
Sagrestia. Occorrendogli di passare
dinanzi all SSmo Sacramento non ometta la genuflessione.
[fascicolo 3, page 51]
Allorche' una persona domandera' qualche cosa, con buona maniera procurera'
di accomodarla da per se, e col far ricorso al Sagrestano Maggiore ovvero
coll'indirizzarla direttamente allo stesso.
Se poi gli occorrera' di parlare con donne lo faccia con occhi bassi e
brevemente per quanto possibile.
557 Quando alcuno richiede per
nome un confessore sara' il Sagrestano diligente di chiamarlo in chiesa quando
pero' non gli vien fatto alcun nome allora, chiamera' per ordine uno dei
Sacerdoti confessori come gli verra' prescritto dal Superiore e per parte sua
faccia tutta premura perche' tutti coloro che vorranno confessarsi siano
accomodati.
558 Quando qualcuno domanda
celebrazione di messe o recita di preghiere, allora ricorra al maggiore o
rimetta l'inviduo direttamente allo stesso.
Se poi gli vien fatta una richiesta a cui il portinaio puo' meglio
soddisfare rimetta la persona allo stesso.
- Dell'Economo Locale -
559 L'Economo Locale, sia di una
Casa sia di un distretto viene nominato dal Padre Provinciale o dal Vicario
delle Missioni col consenso del suo Consiglio Straordinario. Egli ha per ufficio l'amministrare i beni temporali
della Comunita' sotto la dipendenza del Superiore Locale e del suo Consiglio.
560 Egli riceve o somministra le
rendite della comunita' e della sua amministrazione ne dara' i conti non solo
al Superiore Locale ma anche all'Economo Provinciale.
561 Egli avra' cura dei lavori che
vengono eseguiti in casa e amministrera' il necessario agli operai, ai
compratori ed a simili persone.
562 Egli provvedera' il vitto alla
Comunita', con quella semplicita' e parsimonia che e' propria della nostra
poverta' senza nulla aggiungere o scemare dal modo ordinario o dall'uso
prefisso senza l'ordine del Superiore.
563 Nulla comprera' per se e per
gli altri senza aver prima ottenuto la facolta' dal Superiore Locale; la quale
per piu' forte ragione e' richiesta per le spese di maggiore importanza
[fascicolo 3, page 52]
e che devono di diritto venir riferite al suo Consiglio.
564 Tuttocio' che l'Economo
riceve, da o spende lo deve registrare, partita per partita, quello stesso
giorno nel libro dell'introito ed esito.
565 L'erario della Casa o
distretto sara' conservato entro una cassa munita di doppia e diversa chiave
una delle quali verra' conservata dall'Economo e l'altra dal Superiore Locale.
566 Ogni quindici giorni, od anche
piu' spesso, se sara' necessario insieme col Superiore, deposita il denaro
ricevuto o ritira cio' che e' necessario per le spese, registrando esattamente
tutte le partite in un apposito libro.
567 L'Economo per ogni mese in un
libro speciale prepara un piccolo bilancio delle spese giornaliere della casa e
degli incassi fatti unitamente a tutti i documenti giustificativi dello stesso,
ed allo stato presente della Casa per essere sottomesso al Consiglio del
Superiore.
568 Ogni anno data la resa dei
conti dell'Economo, il Superiore unitamente ai suoi Assistenti esamineranno
cio' che avanza in cassa; e quella parte del superfluo determinata dal
Provinciale, verra' dall'Economo Locale mandata all'Economo Provinciale o
Vicariale.
569 Presso l'Economo vengono
conservati i contratti e tutt'altri documenti riguardanti la Casa e la sua
amministrazione.
- Del Custode delle Vesti -
570 In tutte le comunita' oltre
all'Economo, il quale sotto la dipendenza del Superiore deve provvedere i
Missionari di tutto l'occorrente, vi sara' anche un Custode delle Vesti, nominato
dal Superiore Locale il quale avra' per ufficio di prendere cura degli abilit
di ognuno e della biancheria, tanto quella destinata ad uso comune, come quella
assegnata all'uso di ciascun Missionario.
571 Egli curera' che la biancheria
comune oltre al segno della Compagnia, croce con raggi, porti anche quello
della Casa a cui appartiene, e che la biancheria di ogni Missionario, oltre al
segno della Compagnia porti anche un numero proprio per poterla distinguere
dalla biancheria degli altri commoranti nella stessa
[fascicolo 3, page 53]
Casa.
572 Sara' sollecito che si
facciano le richieste rammendature tanto nelle vesti; siano esse di casa,
perche' i Missionari appaiono all'esterno con quella decenza propria del nostro
stato; come pure nella biancheria' perche' la stessa non abbia a deteriorare
per trascuraggine.
573 Divenuto inservibile un capo
di vestiario o biancheria ne renda consapevole l'Economo perche' questi possa
provedervi secondo la necessita'.
- Dell'Infermiere -
574 Sebbene per la carita' che
costituisce il vincolo e la forza della Compagnia tutti devono essere preparati
di darsi al servizio dei loro fratelli infermi, purtuttavia il Superiore
nominera' uno o due all'ufficio di Infermiere; ai quali viene affidata speciale
cura degli infermi.
575 L'Infermiere coll'approvazione
del Superiore curi di non tralasciare di chiamare il medico in sul primo
apparire della malattia.
576 Prima che l'ammalato faccia
noti i suoi guai ed i suoi dolori l'Infermiere con previdente carita' lo
interroghi subito dello stato di salute e sia sollecito di apprestargli il
sollievo e la cura opportuna.
577 L'Infermiere accompagni il
medico ed eseguisca accuratamente le sue prescrizioni ed i suoi ordini. Procuri percio' che si compri tutto cio' che
deve avere l'ammalato, che sia buono, e che gli sia somministrato ben
preparato.
578 Occorrendogli di invigilare
l'ammalato durante la notte potra' farsi aiutare da altri sempre pero'
coll'approvazione del P. Superiore. In
tal caso lasciera' in scritto le prescrizioni mediche perche' l'ammalato non
abbia a soffrire dall'inesperienza di chi invigila.
579 Allorche' l'ammalato entra
nello stato di convalescenza, sara' anche ufficio dell'Infermiere di
procurargli del sollievo o con qualche lettura gioconda o con conversazione
moderata e lieta che giovi anche allo spirito.
[fascicolo 3, page 54]
580 Aggravandosi pero' la
malattia, facci consapevole il P. Superiore ed adempisca fedelmente cio' che
vien prescritto nel capo "Degli Infermi".[44]
- Del Bibliotecario -
581 In ogni nostra casa vi sia una
biblioteca corredata, per quanto i mezzi lo sopportano, di libri utili alla
Comunita'.
582 Il Padre Superiore Locale
provvedera' perche' uno della comunita' abbia cura speciale della biblioteca.
583 Sara' cura del Bibliotecario
perche' vi sia un catalogo ben ordinato di tutti i libri contenuti nella
biblioteca.
584 Il Bibliotecario non consegni
libro ad alcuno senza essersi accertato del permesso del Padre Superiore.
585 Egli inoltre curera' perche'
in un apposito libro si tenga registrato il volume ed il nome di chi lo ritira
dalla biblioteca, unitamente alla data del ritiro e della relative consegna.
586 I libri proibiti si tengano
sempre dal Bibliotecario custoditi sotto chiave, ed in un luogo o almeno in uno
scaffale separato.
- Del Portinaio -
587 L'ufficio di Portinaio e' di
molta importanza e responsabilta' ed e' in intima relazione col buon ordine
della Casa. Percio' in tutto e per tutto
il Portinaio si tenga sempre ben affiatato col P. Superiore.
588 Sia egli assiduo alla porta;
non permetta ad alcuno di uscire che non abbia dal Superiore la facolta' o
generale o particolare e per quanto gli e' possibile si interessi di conoscere
dove stia per andare; ed allorche' si bussi o si suoni la campana, sia
sollecito ad aprire; durante la notte poi e quando la porta trovasi chiusa a
chiave faccia uso, per quanto la cosa supporti, del finestrino.
589 Durante la Mensa ed il riposo,
se una persona di fuori viene a cercare qualcuno di casa non lo chiami se
l'affare non sia necessario o se la condizione della persona che domanda non
esige diversamente. Se poi tale persona
cerca qualcuno che non trovasi in casa, chi sia e che cosa vorrebbe perche' al
suo ritorno, col permesso del Superiore gli potra' significare cio' che
richiede.
[fascicolo 3, page 55]
590 Le lettere e tutt'altre cose
che vengono colla posta, o diversamente, le porti immediatamente dal Superiore,
nulla ad altri riferisca, e non permetta che siano viste o toccate da alcuno, e
si guardi dal consegare lettere o cose simili agli esterni senza il permesso
del Superiore.
591 Con le persone che vengono
alla porta stia attento di diportarsi e di conversare in tal modo che tutte
vadano contente ed edificate dalla sua prudenza, modestia e parole spirituali.
592 Quando una persona domanda di
parlare con qualcheduno di casa prima la accomodera' nel parlatorio, indi si'
porti dal Superiore e secondo la facolta' che gli dara' lo chiamera'.
593 Allorche' viene il Vescovo o
qualche altro personaggio distinto procuri subito che sia accompagnato da un
sacerdote finche' egli si porti a dare notizia al Superiore.
594 Quando verra' il medico
curera' di avvisare subito non solo il Superiore ma anche l'Infermiere.
595 Allorche' vengono alla porta
dei poveri a chiedere elemosina risponda con benignita', e sara' sollecito di
consegnare loro con carita', e se sono donne con poche parole, quello che gli
dara' il Superiore.
596 Se poi alla porta vengono
offerte delle elemosine per la Casa, sia in danaro che in effetti domandi il
nome e l'indirizzo dell'offerente e si diriga secondo l'ordine che avra'
ricevuto dal Superiore.
597 Il portinaio avra' cura della
nettezza dei luoghi vicini alla porta che terra' sempre ben ordinati. E secondo l'ordine che ricevera' dal
Superiore sara' puntuale nel dare i segni degli atti Comuni della casa secondo
l'orario.
598 La porta durante il giorno si
tenga aperta, semi chiusa, chiusa od anche chiusa a chiave secondo
l'opportunita' e le esigenze della casa e secondo l'ordine che avra' ricevuto
dal Superiore il Portinaio. Durante la
notte pero' sara' cura del Portinaio di chiuderla a chiave, la quale
consegnera' al Superiore prima del riposo, tenendolo avvisato qualora qualcuno
fosse ancora rimasto fuori perche' egli potesse provvedere.
[fascicolo 3, page 56]
- Del Compratore -
599 Importa molto alla Casa
l'avere un buon Compratore. Sia egli
pertanto diligente di fornire la casa di tutto cio' che a giudizio del
Superiore e' richiesto all'uso quotidiano, e di consegnarlo al dispensiere o al
cuoco ad ora opportuna. Procuri di
conoscere la qualita' delle cose e sia paziente per comprarle buone ed al minor
prezzo possibile.
600 Tenga nota del denaro che egli
riceve dall'Economo, ed in quali cose l'avra' speso. E' poi assai importante che tutti i giorni
faccia con lui il conto della spesa, per poter indi intendersi collo stesso
circa quello che dovra' comprare per l'indomani. Sia anche premurso di rendere l'Economo
consapevole di cio' che secondo la stagione, trovasi al mercato esposto alla
vendita, e convenevole all'Economia perche' entro i limiti della nostra
poverta' possa egli somministrare la mensa alquanto variata.
601 Nel disbrigo del suo ufficio
curi di mantenere sempre la dignita' e gravita' religosa; e per quanto gli e'
possibile con prudenza e modestia usando parole religiose e spirituali procuri
di edificare coloro coi quali deve trattare.
- Del Dispensiere -
602 Secondo l'ordine che dal
Superiore gli verra' dato tenga la dispensa della Casa fornita di quelle cose
necessarie al vitto; pertanto prima che del tutto siano consumate sia premuroso
di dare avviso al Superiore perche' si possa avere del tempo per l'opportuno
refornimento.
603 Curi il Dispensiere di tenere
ben pulita la dispensa, non solo ma anche tutte le cose che in essa vengono
conservate. Tenga percio' per ogni cosa
un posto perche' non vi sia miscela di cibi e bevande e possa cosi'
somministrare sempre ogni cibo ed ogni bevanda nel suo stato genuino e
naturale.
604 Tenga egli tutte le cose
chiuse sempre sotto chiave. Sia
diligente ed assiduo nel visitare spesso la dispensa e tutti altri luoghi dove
tiene le stesse conservate perche' nulla vada a male o si corrompa, ed appena
avverte il pericolo di corruzione
[fascicolo 3, page 57]
in qualsiasi cosa ne faccia consapevole il P. Superiore.
605 Nel somministrare e
distribuire le cose si attenga all'ordine del Superiore, e sebbene deve
conservare tra tutti l'eguaglianza tenga pero' conto speciale per gli infermi e
convalescenti come gli verra' prescritto.
606 Memore della poverta' sia
diligente nel raccogliere tutto cio' che possa avanzare dalla mensa, perche'
possa servire per altri usi domestici od anche pei poveri secondo l'ordine che
avra' ricevuto dal Padre Superiore.
- Del Refettiorere -
607 Curi il Refettoriere di tenere
il refettorio e tutto cio' che ha attinenza collo stesso in uno stato di grande
nettezza.
608 Ogni settimana fara' cambiare
i tovaglioli e le tovaglie, ove sono in uso.
Ricevera' contata tutta la biancheria ad uso del refettorio e cosi'
anche la restituera'.
609 Abbia cura che non manchino in
refettorio i bicchieri, le tazze, le posate e tutt'altre cose necessarie, e che
tutto sia mantenuto nella massima pulitezza.
Percio' il recipiente ove vengono lavati i bicchieri sia distinto da
quello over vengono lavate le tazze ed osservi la stessa distinzione per i
relativi asciugatoi.
610 Abbia un armadio o altro luogo
adattato per conservare tutte le cose destinate a servire per poter dar conto
ad ogni richiesta.
611 All'ora stabilita' dell'orario
tenga la tavola ben preparata e procuri di conoscere avanti coloro che stanno
per servire, perche' all'ingresso della Comunita' in refettorio tutto proceda
con ordine.
612 Curi il Refettoriere di
trattare tutti colla stessa eguaglianza e carita'; con distinzione dei quali
sara' dal Superiore avvisato, e senza il permesso del medesimo non arbitri di
concedere niente ad alcuno.
613 Si tenga sempre consapevole il
refettiore del numero di
[fascicolo 3, page 58]
coloro che mangiano sulle diverse tavole, perche' a tempo opportuno possa
tenere avvisato il cuoco, il quale anche terra' consapevole se alcuno tarda a
venire perche' egli possa regolarsi nel distribuire le porzioni.
614 Raccogliera' tutto cio' che
avanza dalla mensa e le consegnera' al Dispensiere o ad altri secondo l'ordine
che ricevera' dal Superiore, e terminata l'ultima mensa, ove vi sara' piu' di
una, avra' la cura di tener scopato il refettorio e lasciarlo sempre preparato
per la prossima refezione.
- Del Cuoco -
615 Un quarto d'ora prima che la
Comunita' venga chiamata in refettorio il cuoco procuri di avere tutti i cibi
preparati.
616 In quanto alla qualita' dei
cibi ed alla quantita' delle pietanze il cuoco eseguira' soltanto l'ordine
ricevuto dal Padre Superiore.
617 Ad eccezione dell'Infermiere,
il cuoco senza permesso del Padre Superiore non permetta ad alcuno di cucinare
o preparare alcunche' di particolare per se' o per altri.
618 In tutto cio' che appartiene
al suo ufficio procuri il Cuoco, una grande nettezza. Cosi' ad esempio non tocchi le vivande colle
mani ma si serva di strumenti appositi, per lavare e preparare la verdura abbia
un recipiente custodito unicamente per quest'operazione, e per asciugare i
piatti tenga sempre una tela unicamente a cio' destinata.
619 Il Cuoco poi, in conformita'
della religiosa poverta' che professa, impedisca con diligenza ogni spreco a
consumo non necessario.
620 Per il buon ordine della casa
sara' molto opportuno che il Cuoco tenga scritta una lista degli utensili
esistenti nella sua ufficina.
- Dello Svegliatore -
621 Curi lo Svegliatore di alzarsi
prima, perche' all'ora della sveglia si trovi pronto ed affinche' possa
adempire con puntualita' il suo ufficio abbia dal Superiore un orologio collo
svegliarino.
[fascicolo 3, page 59]
622 Bussi alla porta di ognuno, salutando
colle parole "Benedicamus Domino" e faccia premura di udire la
risposta dello svegliato nelle parole "Deo gratias".
623 Fatte cosi' a tutti la sveglia
suoni indi la campana. E passato il
tempo stabilito dall'orario suoni egli la seconda volta per chiamare tutti alla
meditazione.
[fascicolo 3, page 61]
APPENDICE
AL FASCICOLO PRIMO
[fascicolo 3, page 63]
- Della Dimissione -
624 I membri della Compagnia
possono cessare di appartenervi o per ritiro o per esclusione.
625 E' doloroso il pensare sia
all'uno che all'altra, ma con tutta la cura che i Superiori avranno presa di
aggregare alla Compagnia soltanto quelle persone delle quali vi era speranza di
formazione e della cui perseveranza non si dubitave purtuttavia la nostra
natura incerta e corrotta rende possibile il dovere alle volte abbatterci in un
inviduo il quale o per mancanza di idoneita', o per infedelta' alla propria
vocazione dovra' essere rimosso dal seno della Compagnia. Qualora pero' il caso accadesse il Padre
Preposto ed il suo Consiglio devono procedere colla massima precauzione e
diligenza, perche' nulla sia inconsideratamente stabilito. Imperocche' se era di grande interesse il
rendere difficile l'ammissione nella Compagnia maggiormente ora interessa di
rendere difficile la dimissione; e quanto maggiori sono i legami che corrono
tra l'individuo e la Compagnia tanto piu' forti devono essere le cause moventi
a rompere gli stessi.
626 Al Padre Preposto, al Padre
Provinciale ed al Padre Vicario delle Missioni e' lecito di mandar via un
novizio, il quale non avesse ancora emesso i santi voti.
627 A piu' forte regione, possono,
colla loro autorita' privata licenziare colui; il quale non avesse ancora
incominciato il Santo noviziato; in tal caso non si tratta propriamente di
esclusione, ma di una nuda e semplice dichiarazione di non essere individuo
idoneo ad essere formato giusta lo scopo della Compagnia.
628 Il Padre Preposto col
consentimento del suo consiglio puo', per causa grave dispensare dai voti
temporanei, anche in coloro che sono gia' ordinati in Sacris.
629 Il diritto di escludere i
membri professi appartiene ai Superiori della Compagnia salvo sempre pero' il
disposto e dalle regole dell'Istituto nostro e dai canoni del nuovo Codice.
630 Le cause dell'esclusione
dipendono da molte circostanze che non possono essere tutte prevedute, e che si
devono lasciare
[fascicolo 3, page 64]
al giudizio di coloro che hanno la responsibilita' di pesare le stesse
innanzi a Dio con vera e sincera carita'.
631 Ci sono alcune pero', che
possono essere menzionate; cosi' se alcuno per gravi colpe, ripetutamente commesse
per cattive consuetudine dalle quali non permanere nella Compagnia, ove deve
quando le colpe ammesse possono ostacolare il bene comune della Compagnia e la
sua edificazione.
632 Se dopo incominciato il suo
noviziato, o anche dopo emessa la professione venisse fuori qualche causa di
esclusione, la quale avesse dolosamente celata durante il tempo in cui avesse
dovuto dichiararla.
633 Se contunmace a tutte le
ammonizioni perseveri ostinatamente a ritrarre l'animo suo dall'osservanza
diligente ed accurata delle sante regole della Compagnia, cio' che non puo'
essere tollerato senza grave detrimento della disciplina religiosa,
specialmente se colla parola o coll'esempio, prestasse occasione di peccare ai
suoi confratelli, o coll'incitarli alla violazione delle regole, o col
fomentare la discordia e le ribellioni contra gli ordini dei Superiori.
634 Allorche' sara' necessario di
pervenire a questi estremi, si proceda con somma prudenza e moderazione,
tenendo la piu' grande cura della stima e fama della persona.
635 Tuttavia questo ragione non
deve ostare perche' la Campagnia non rigetti da se' un membro disonorante e
nocivo poiche' una tal cosa e' necessariamente richiesta dal bene comune e
dall'edificazione della Chiesa di Gesu' Cristo.
636 I Superiori siano premurosi di
lenire la dura sentenza dell'esclusione con ogni benignita' e carita',
affinche' l'escluso parte, per quanto possibile, benevolo verso la Compagnia
dal cui seno viene rimosso.
637 Essi lo aiuteranno con buoni
consigli pel nuovo genere di vita, gli daranno se occorre, qualche somma di
danaro per quanto sopporta la nostra poverta' e nel mandarlo lo consoleranno
col raccomandarlo alle orazioni della Compagnia.
638 E' lasciato al senno del Padre
Preposto di palesare piu' o meno alla Compagnia, le cause moventi
dell'esclusione; le
[fascicolo 3, page 65]
quali or son da dirsi or son da tacersi secondo le circostanze.
639 Il Padre Preposto nel
denunziare la sentenza all'escluso, per scrittura autentica, lo rimette alla Santa
Sede per essere sciolto dai voti. Se si
tratta pero' di un soggetto il quale non avesse ancora emesso la professione
perpetua lo stesso Padre Preposto non ometta di concedergli la dispensa dai
voti temporanei.
[fascicolo 3, page 67]
APPENDICE
AL FASCICOLO SECONDO
[fascicolo 3, page 69]
- Dei Funerali ed Altri Suffragi -
640 Poiche' la nostra Compagnia,
quale Madre amorosa, viene colla carita' che essa attinge dal Cuore SSmo. di
Gesu' e da quello di San Paolo suo Apostolo, continuamente in aiuto dei suoi
membri, tanto per cio' che riguarda lo spirituale, come anche per cio' che
riguarda il temporale, essa estende anche la sua benefica premura verso coloro
che in suo seno saranno trapassati. Oltre
infatti al dare conveniente sepoltura al corpo dei suoi defunti essa conforta
le loro anime non solo col renderli partecepi di tutti i suoi meriti, ma anche
col santo sacrificio della Messa e con altri abbondanti suffragi.
641 Passato percio' alcuno della
Compagnia agli eterni riposi, il suo corpo non si tocchi per qualche ora
finche' uno si accerti del suo decesso; e cosi' anche non si dia sepoltura allo
stesso prima che siano passati le ventiquattro ore.
642 Il corpo dei defunti sia
indossato dell'abito proprio della Compagnia.
Di coloro pero' che sono stati promossi agli ordini puo' essere anche
vestito degli abiti conformi all'ordine ricevuto. Egli si dara' in mano una croce di color nero
che lo accompagnera' anche nel sepolcro.
643 Allorche' muore il Padre
Preposto della Compagnia verra' suffragato con una Messa cantata funebre in
tutte le case della Compagnia, preceduta dall'intiera recita dell'ufficio dei
defunti. Tutti i sacerdoti della
Compagnia applicheranno tre messe in suffragio.
Tutti gli altri che non sono Sacerdoti ascolteranno tre messe ed offriranno
tre communione. Per sette giorni poi
successivi, nelle preci serotine, verra' ricordato il suo nome colla recita del
"De Profundis."
644 Morto uno degli Assistenti del
Padre Preposto l'Economo Generale o il Procuratore presso la Santa Sede, verra'
cantata in suggragio una messa funebre nella casa del Padre Preposto, ed un
altra in tutte le Provincie o Vicariati preceduta dall'intiera recita
dell'ufficio dei defunti. Tutti i
Sacerdoti della Compagnia applicheranno una messa in suffragio. Tutti gli altri che non sono Sacerdoti
ascolteranno una messa ed offriranno una comunione. Ed in tutte le Case della Compagnia per tre
giorni verra' ricordato il suo nome nelle orazioni serotine
[fascicolo 3, page 70]
colla recita del "De Profundis".
645 Passato all'eternita' un
professo di voti perpetui, gli sara' cantata messa funebre nella casa dove
muore preceduta dalla recita dell'intero ufficio dei defunti, ed un'altra messa
verra' cantata in tutte le case della provincia o' vicariato preceduta dalla
recita di un sol notturno colle laudi. Tutti
i Sacerdoti della Provincia o Vicariato gli applicheranno in suffragio una
Messa. Tutti gli altri della Provincia o
Vicariato che non sono Sacerdoti ascolteranno in suffragio una messa ed
offriranno una comunione. Tutti i
Sacerdoti della Compagnia, che non sono della Provincia o del Vicariato del
defunto gli faranno un "memento" nella messa. Nella casa dove muore ed in tutte le case
della Provincia o Vicariato, per tre giorni successivi, nelle orazioni
serotine, verra' ricordato il suo nome colla recita del "De Profundis"
ed in tutte le case della Compagnia verra' ricordato una volta nello stesso
modo.
646 Trapassato un professo di voti
temporanei ossia un novizio che avesse emesso i voti "in articulo
mortis" nella Casa dove muore verra' cantata una messa funebre. Tutti i Sacerdoti della Provincia o Vicariato
gli applicheranno una messa in suffragio.
Tutti gli altri della Provincia o Vicariato, che non sono sacerdoti,
ascolteranno una Messa ed offriranno una comunione allo stesso fine. Inoltre nella Casa dove muore per tre giorni
successivi nelle orazioni serotine verra' ricordato il suo nome colla recita
del "De Profundis" e lo stesso verra' praticato, una sola volta, in
tutte le case della Provincia o Vicariato.
647 Defunto un probando o un
novizio non professo nella Casa dove muore gli verra' cantata una messa
funebre. Tutti gli altri sacerdoti della
stessa Casa gli applicheranno in suffragio una messa. E tutti gli altri della Casa che non sono
sacerdoti ascolteranno una messa ed offriranno una comunione in suffragio. Tutti i Sacerdoti della Provincia o Vicariato
che non sono della Casa del defunto gli faranno un "memento" nella
messa. Colla recita del "De Profundis"
verra' ricordato il suo nome nelle orazioni serotine per tre giorni successivi
nella Casa dove muore, e per una sola volta in tutte le altre Case della
Provincia o Vicariato.
648 Mancato ai vivi il padre, la
madre, il nonno o la nonna,
[fascicolo 3, page 71]
il fratello o la sorella di qualsiasi membro della Compagnia, se il figlio
e' gia' sacerdote applichera' egli stesso tre messe in suffragio, e per tutti
gli altri che non sono sacerdoti fossero anche probandi, pensera' il loro
Superiore di fare applicare tre messe in suffragio. Tutti i Sacerdoti della Provincia o Vicariato
faranno un "memento" nella messa e tutti gli altri della Provincia o
Vicariato che non sono sacerdoti ascolteranno una Messa. Inoltre in tutte le case della Provincia o Vicariato
per una sola volta verra' ricordato il suo nome nelle orazioni serotine colla
recita del "De Profundis".
649 Per ogni professo perpetuo
defunto verra' commemorato il giorno della sua morte, per dieci anni successivi
con una messa cantata anniversaria da celebrarsi nella Casa in cui e' morto, o
meglio nella Casa a cui apparteneva, alla quale assistera' tutta la comunita'.
650 Il due novembre di ogni anno,
o il primo giorno libero in ogni Casa della Campagnia verra' celebrata una
messa cantata in suffragio di tutti i membri defunti della Compagnia, di tutti
i morti delle famiglie di tutti i membri, sia vivi che defunti. Tutti i sacerdoti della Compagnia poi faranno
allo stesso fine un "memento" nella Santa Messa.
651 Infine e' sommamente
raccomandato a tutti i membri della Compagnia l'atto eroico di carita' verso le
anime purganti, che dalla Divina Provvidenza non manchera' di venir convertito
in una sorgente di favori celesti sull'individuo non solo, ma anche su tutta la
Compagnia.
D E O
G R A T I A S
[fascicolo 3, page 73]
[Contents of Fascicolo Terzo – see contents at end of file]
INDICE
Num Fasc Pag
Decreti <1> 1 iii
Benedizione di Papa Pio X <1> 1 iii
Erezione Canonica <2> 1 iv
Approvazione delle Regole
(March 18, 1924) <3> 1 v
<262> 2 29
Approvazione delle Regole
(October 15, 1932) <263> 3 1
REGOLE
Prospetto <5> 1 3
Dell'Ammissione <14> 1 4
Probandato <14> 1 4
Noviziato <26> 1 7
Professione <47> 1 10
Dello Studentato <62> 1 12
Fratelli Catechisti <72> 1 13
Dei campi d'azione <82> 1 15
Missioni <82> 1 15
Orfanatrofi <90> 1 17
Predicazione <93> 1 17
Confessione <98> 1 18
Catechismo ai fanciulli <103> 1 20
Cultura dei giovani <105> 1 20
Ritiri spirituali <109> 1 21
Parrocchie <112> 1 21
Ufficiatura <116> 1 22
Apostolato della stampa <120> 1 22
Assistenza spirituale preferenziale <122> 1 23
Assistenza ai moribondi <123> 1 23
Appendice al Fascicolo Primo <624> 3 61
Della Dimissione <624> 3 63
Dei Santi Voti <128> 2 3
Del Voto di Ubbidienza <129> 2 3
Del Voto di Missione <136> 2 5
Del Voto di Poverta' <137> 2 5
Del Voto di Castita' <161> 2 10
Delle Virtu' ed Altre Osservanze <165> 2 11
Della Generosita' <171> 2 12
Dell'Umilta' <172> 2 12
Della Carita' <176> 2 13
Della Purita' d'Intenzione <183> 2 15
Del Distacco <185> 2 15
Della Modestia <189> 2 16
Del Silenzio e della
Puntualita' <201> 2 18
Esercizio di Pieta' <203> 2 18
Fuga dell'Ozio <209> 2 19
Penitenze corporali <213> 2 20
Verso i Superiori <218> 2 21
Verso l'Istituto <223> 2 22
Delle Visite e delle Lettere <226> 2 22
Della Camera <235> 2 24
Dell'Abito <238> 2 24
In Refettorio <244> 2 25
In Ricreazione <250> 2 26
Degli Infermi <256> 2 27
Appendice Al Fascicolo Secondo <640> 3 67
Dei Funerali ed altri Suffraggi <640> 3 69
Del Governo Generale <265> 3 5
Del Capitolo <265> 3 5
Del Padre Preposito <325> 3 13
Degli Assistenti <350> 3 17
Dell'Ammonitore del Padre
Proposito <369> 3 19
Dell'Economo Generale <376> 3 20
Del Procuratore Generale presso
la Santa Sede <392> 3 23
Dei Visitatori <402> 3 24
Dei Padri Provinciali e Vicarii
di Missioni <414> 3 25
Dell'Economo della Provincia o
del Vicariato <454> 3 32
Del Capitolo Provinciale o
Vicariale <467> 3 34
Del Governo Speciale <483> 3 41
Del Superiore Locale <483> 3 41
Del Maestro dei Novizi <506> 3 44
Del Prefetto Spirituale dei
Fratelli Catechisti <520> 3 46
Del Sagrestano Maggiore <527> 3 46
Del Sagrestano Minore <542> 3 49
Dell'Economo Locale <559> 3 51
Del Custode delle Vesti <570> 3 52
Dell'Infermiere <574> 3 53
Del Bibliotecario <581> 3 54
Del Portinaio <587> 3 54
Del Compratore <599> 3 56
Del Dispensiere <602> 3 56
Del Refettoriere <607> 3 57
Del Cuoco <615> 3 58
Del Svegliatore <621> 3 58
Notes:
[1] De Piro quotes Ps 127:1 at the beginning of
each of the three 'fascicoli'.
[2] Cf. below <238> f2, p24.
[3] Cf. below <193> f 2, p 17.
[4] De Piro does not refer to any of the quotes given
in this section (ie 2 Co
[5] Cf. "Non andarci per curiosita' ed eleganza delle
parole ma dobbiamo badarci alla sostanza di quel che si dice." Homilies 1, Vol 1, p. 2.
[6] "Now when I came to you, brothers, I did not
come with any brilliance of oratory or wise argument to announce to you the
mystery of God. I was resolved that the only knowledge I would have while I was
with you was knowledge of Jesus, and of him as the crucified Christ. I came
among you in weakness, in fear and great trembling and what I spoke and proclaimed was not meant
to convince by philosophical argument, but to demonstrate the convincing power
of the Spirit, so that your faith should depend not on human wisdom but on the
power of God." (1 Cor 2:1-5)
[7] Witness from Qrendi parish say that he was for long
hours in the confessional. Cf 1987
Testimonies, p. 48; 1988-92 Testimonies, p. 986, 1041.
[8] This phrase seems like a typing error in this reprint
– I have not checked against the original.
[9] De Piro did this himself when the members of
his Compagnia di San Paolo were doing their annual retreats. cf 1987 Testimonies, p. 70; 1988-92 Testimonies, p. 1066, 1111, 1119. Also worth nothing the fact that he was
co-rector of
[10] See footnote 1
above.
[11] Cf Mt 11:28-30.
[12] Ac
[13] Cf also above <139>
[14] "Be conscientious about what you do and what
you teach; persevere in this, and in this way you will save both yourself and
those who listen to you." 1 Tm 4:16.
De Piro refers to 1Tm 4,12 in homily 107; vol 3 p.; and 1Tm 4,13 in
homily 205, vol 3 p.
[15] Cf Ac 9:1-19.
[16] This paragraph resonates with De Piro's own
personal choice in life – like Paul he too gave up what the world could have
given him – nobility, wealth, a career in church diplomacy etc. De Piro
may be sharing his own personal experience in these words of advice.
[17] "For I am the least of the apostles and am not
really fit to be called an apostle, because I had been persecuting the
[18] In actual fact this is a quote from Gal 6:3,
"Someone who thinks himself important, when he is not, only deceives
himself;"
[19] "In this, neither the planter nor the waterer
counts for anything; only God, who gives growth."
[20] "Carry each other's burdens; that is how to keep
the law of Christ."
[21] "Love is always patient and kind; love is never
jealous; love is not boastful or conceited, it is never rude and never seeks
its own advantage, it does not take offence or store up grievances." (1Co
13:4-5)
[22] "Even if you are angry, do not sin: never let the
sun set on your anger."
[23] Actually 1Co
[24] Cf. Mt 25:40; "And the King will answer, "In
truth I tell you, in so far as you did this to one of the least of these brothers
of mine, you did it to me."
[25] Col 3:1-2; "Since you have been raised up to be
with Christ, you must look for the things that are above, where Christ is,
sitting at God's right hand. Let your thoughts be on things above, not on the
things that are on the earth."
[26] Cf. Mt 19:29; "And everyone who has left houses, brothers,
sisters, father, mother, children or land for the sake of my name will receive
a hundred times as much, and also inherit eternal life."
[27] See also <89> and <94> for the same quote.
[28] This instruction runs very similar to Ignatius's rule
of modesty: "The eyes should normally be held low, without raising them much, nor
turning them much from one side to another. And when speaking with someone,
especially if it is a person demanding respect, they should not generally be
fixed on their face, but rather kept low." (Monumenta Ignaziana, Regole,
p. 518, quoted in Ignatius of Loyola, Reminiscences, p. 12, footnote 13.)
De Piro knew that being a monsignor many people felt intimidated by him.
Witnesses say that he had a habit of keeping his eyes towards the ground and
did not look around him. (Cf. 1988-92 Testimonies, p. 973.) This way of
approaching people also meant that he considered all around him as people
demanding his respect! He did not make any distinction between rich and poor.
[29] Cf. above <46> f 1, p 10.
[30] Cf. <8> f1, p3.
[31] See footnote 1 above .
[32] Note the following
interesting comment, printed as footnote to the term 'General Superior' used by
Ignatius of Loyola in his letters: "The Spanish word here ('prepósito') would be used in the Constitutions to mean 'Superior'; the
word 'general' is not a military term, but simply means 'overall' as opposed to
'local'." (Footnote 1 to Letter 17, Saint Ignatius of Loyola: Personal
Writings, Translated with Introductions and Notes by Joseph A Munitiz and
Philip Endean,
[33] During a retreat
to the Superiors of the Third Order Francisan Sisters (ie the Franciscans of
the Sacred Heart of Jesus), in 1924, De Piro uses paragraphs <340>
to <349> almost verbatim. (Cf. Homily 112, v 3, p 291.) The section of
the Regole carries the date of 1928.
[34] See also same quote in <94> f 1, p 17;
<189> f 2, p 16; above.
[35] I punish my body
and bring it under control, to avoid any risk that, having acted as herald for
others, I myself may be disqualified. Note that De Piro quotes 1Cor
[36] The Latin quote:
"Quia non est personarum acceptio apud Deum" by De Piro is
actually closer to Rm 2:11 "non est
enim personarum acceptio apud Deum" (There is no favouritism with God.)
than to Eph 6:9 "et domini eadem facite illis remittentes minas scientes
quia et illorum et vester Dominus est in caelis et personarum acceptio non est
apud eum" (And those of you who are employers, treat your slaves in the
same spirit; do without threats, and never forget that they and you have the
same Master in heaven and there is no favouritism with him.) In both cases the
theme is the favouritism, which is the point De Piro wants to make. This
(mistake) highlights the way De Piro uses scriptures in his texts.
[37] "Young lions
may go needy and hungry, but those who seek Yahweh lack nothing good."
[38] "Iustitiam tuam non abscondi in medio cordis mei
fidem tuam et salutare tuum dixi non abscondi misericordiam tuam et veritatem
tuam in ecclesia multa." (I have not kept your saving justice locked in the
depths of my heart, but have spoken of your constancy and saving help. I have
made no secret of your faithful and steadfast love, in the great assembly.) The original reads: Ps
39:11.
[39] See <337>, f. 3, p. 16.
[40] Codice di Diritto Canonico.
[41] Cf. <381>,
f. 3, p. 21.
[42] Cf. <430>,
f. 3, p. 27.
[43] Cf. <389>,
f. 3, p. 22.
[44] Cf. <256>,
f. 2, p. 27.
D E O G R A T I A S