Missjoni Abbissinja

1927 - 1975

(Korrispondenza)

 

Volum IV

Mixxelenea

 

So`jeta Missjunarja ta' San pawl

St' Agatha - Rabat

1992

 

 

 

Casa di S. Giuseppe

"Istituto Bonnici”

 

Carissimo Fra Giuseppe,

 

Malta 10 Ottobre 1932

 

Ir`evejt 1‑ittra tieg]ek tal‑11 ta ' Awissu fejn g]etli illi 1‑Isqof qal lil Patri Pawl illi jiena tlabt bi``a mill‑Abbisinja daqs Malta biex na]seb g]aliha.

 

Mela issa ng]idlek l‑affari kif kienet. Billi 1‑opra tag]na sa issa immexxija g]al hemm, u \mien dejjem joqrob biex warajk ji[i xi ]add ie]or, jiena ktibt lil Patri Mizzi u staqsejtu kif sejrin inkunu ttrattati meta jasal il‑waqt illi ni[u. U billi r‑risposta m qeg]dit­nix fil‑kwiet, ir[ajt ktibtlu u tlabtu g]allinqas illi jag]tuna dar, bil‑fini, illi permezz tieg]ek, inkunu nistg]u n]ejjuha biex min jasal isib xi post li jilqg]u. Naf ben tajjeb illi fil‑missjoni hemm il~privazzjonijiet, i\da min huwa ras b]ali g]andu ja]seb g]all‑o]rajn. U 1‑bi``a tieg]ek illi wara ]ames snin g]adek bla saqaf ma tag]tina 1‑ebda kura[[. Min jifhem qalli illi din id‑dar biex tkun opra soda, 1‑Isqof g]andu jag]tihielna bil‑permess ta' Ruma, i\da jiena f'dil‑bi``a ma ninda]allux, g]ax jiena perswaz illi huwa bi ]siebu jag]mlilna ta' Missier.

 

In‑ne`essità illi 1‑Kumpanija jkollha dar tag]ha hija `ara, g]alhekk issa t]addet ma' min jidhirlek inti, jew Patri Mizzi, jew Patri Pawl, jew Patri [jakkin jag]mlulek tal interpreti ma' 1‑Isqof u kemm tista' ibg]atli risposta `ara.

 

Jiena ta' din 1‑ittra sejjer in\omm kopja g]aliex inkun nista' nara irrispondejtnix g]aliha jew ]ri[tx mill‑argument.

 

Itlob il‑Benedizzjoni gt]alija u g]all‑Kumpanija lill‑Isqof. Selli glIal Patri An[ u g]al kull]add, u mill‑qalb kollha nbierkek.

 

Aff'mo in Xto Padre

 

Mons. G. DePiro

 

P.S./ Mela nistenna minn g]andek ir‑risposta ta' 1‑Isqof.

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28.XI.32. Siccome Fra Giuseppe non ha ancora veduto il vescovo ho

scritto a Padre Gioacchimo per aiutarlo nell'affare.

                                                                                              G.D.

 

Oggi‑ 30 Gennalo / 33 ho scritto a Fra Giuseppe F. Caruana,

domandandogli risposta della mia degli ultimi di Dicembre / 32 richiedente notizia della stazione di Gololcia.

 

                                                                                                            Il padre

 

Casa di San Giuseppe

                                                                                                ]amrun

                                                                                                28 Febbraio 1933

 

 

 Ho scritto a Fra Giuseppe dicendogli che noi abbiamo accettato, con nostra lettera del 9 Febbraio spirante, 1'opperta del Vescoco, Mons Jarousseau, a riguardo alla stazione di Gololcia.

 

E gli ho detto di sistelwre 1'affare dell' invio di casse con Padre Mizzi, perchè pel presente finche non ci dice Padre Mizzi, abbiamo fermato ogni spedizione.

 

Ho accluso £2.10 nostro ed avuto da altri.

 

Mons.G.DePiro,

 

 

Casa San Giuseppe

Ist. Bonnici

]amrun ‑ Malta

 

Mio Caro Padre Mizzi

 

5. IV. 27

 

Ho ricevuto la sua preg.ma del 4 Marzo, 1927 e come mi richiede la accolgo con tutta la generosita'. Spero di poterle mandare uno, il quale, accompagnato dalla benedizione del Signore non mancherà di tirare altri dietro di se. Ella faccia pregare i piccoli ragazzi Somali, registri le loro preghiere sull' annessa formula e faccia il farne di mandarmela. Lo dico per esperienza, da quando ho fatto pregare i piccoli ricoverati negli Istituti di beneficenza la piccola opera missionaria ha acquistato maggiore consistenza. In quanto al pagamento dell'individuo non esigo niente, il Signore benedira 1'opera nostra. Non posso fare la stessa offerta per il viaggio, che 1'opera nostra è ancora bambina.

 

Fosse diversamente, avrei accompagnato io stesso il primo a partire, e la mia al Somali‑land avrebbe forse infuso coraggio ad altri.

 

Salutandola nel Signore me raffermo

 

                                                                                                 Suo Dev.mo

 

                                                                                                Mons. G. DePiro

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            Casa San Giuseppe ‑ ]amrun

1 Giugno 1927.

 

Mio caro Padre Mizzi,

 

Ho ricevuto la sua pregiata del 23 Aprile m.s. (mese scorso) e mi son messo subito all'opera per 1'invio di uno dei nostri fratelli catechisti. Si chiama Fra Giuseppe Francesco Caruana S.S.P. ed ha 36 anni.

 

È un uomo di molto spirito, capace, sa adattarsi molto coi ragazzi e fa anche 1'infermiere. Io perdo il suo aiuto quà ma sono contento di fare questo sacrificio nella persuazione che il Signore manderà altri a supplirlo.

 

In quanto all'occorente pel viaggio mi sono affiantato col Sigr Galea ma non ho conchiuso niente. Il biglietto fino a Aden vale £40 in 11a (Seconda) Classe. Pel viaggio da Aden a Harrar gli darò) altre £10 in mano.

 

Per non dilazionare la partenza per questo ammonto di £50 farò di procurarlo d'altronde. Ella poi a suo comodo pu6 indirizzare lo cheque direttamente a me. Ella intanto faccia pregare per noi ed il Signore non mancherò alla sua promessa e le invierò anche dei Sacerdoti, ma per ora si tratta di un catechista. "Pulsate ed aperietur vobis".

 

Con ogni meglior auguri per la Sua Missione e per la nostra

Compagnia me afferma,

 

                                                                                    Suo devmo (devotissimo) in G.C.

 

                                                                                                Mons. G. DePiro

 

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Al Rev Padre Angelo Mizzi

  Vice Prefetto

 

 

                                                                                    Casa San Giuseppe ‑ ]amrun

 

                                                                                                1 Luglio 1927

Caro Padre Mizzi,

Ho ricevuto la sua pregiata del Imo Giugno m.s.(mese, scorso) e non ho fatto premura a scriverle subito perchè la mia del 4 Giugno le avrà dato tutte le notizie richieste. Quando riceverà questa mia Fr. Giuseppe si troverà già presso di Lei. Auguriamoci un buon principio, e preghiamo il Padrone della Messe perchè mandi operai nella sua messe. In questo giorno il Sigr Alfonso M. Galea mi ha consegnato le £50 richieste pel viaggio di Fra Giuseppe. Presenti I miei profondi ossequii a Mons. Andrea Taoressea ed Ella mi credi il

 

Suo devmo ed affmo in Xto

 

Al Rev P. Angelo Mizzi

Vice Prefetto dei Somali

 

Mons. G. DePiro

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                                                                                                Casa San Giuseppe

                                                                                                ]amrun

                                                                                                19 Dicembre 1932

                                                                                                Laboratorio Sant’Agata

 

Riscontro la sua pregma del 9 Novembre 1932 inviatami per essere letta in comitato del Laboratorio Sant' Agata.

 

Stamane abbiamo tenuto il Comitato e sono a significare quanto segue,

 

1.      Gli oggetti senza destinazione speciale erano sempre intesi per Padre Mizzi, salvo quando una intiera cassa era destinata per una persona o stazione speciale. Per6 puo

essere che pel passato ci sia stato qualche equivoco tra la mia direttiva e quella di qualche Dama; al quale inconveniente stiamo rimediando. Le nostre Dame sono in corrispondenza colle suore di Gigiga Bursoum e Sofi.

 

2.       Siccome abbiamo compreso che Gigiga ~! il centro della Missione abbiamo fatto la spedizione per Gigiga salvo al capo di costè? di fare la relativa consegna. Però dietro

la sua lettera abbiamo deciso di sospendere qualsiasi spedizione per Gigiga se non autorizzata da vostra Reverenza.

 

3.      Per le spese di trasporto, fino ad Aden, sempre abbiamo pagato noi. E mi dicono che la spesa potrà essere fin'ora accesa a £20. Vedo che la spesa di trasporto da Berbera a

Gigiga è esagerata, ma questo sta a lei, se possibile di manovrare per facilitarla.

 

4.      Le spedizioni fatte direttamente e propriamente dette, a nome del Laboratorio sono state sempre, giusta le liste favorite da Vostra Reverenza. Perciò l’inconveniente di cose non necessarie sarà stato o dalla parte delle famiglie dei missionarii, o da qualche altro della Missione. Perciò ripeto la nostra decisione di sospendere qualsiasi spedizione

se non autorizzata da Vostra Reverenza.

 

5. Il nome di Laboratorio Sant'Agata indica la natura dell' opera, qual'è quella di rendere fecondo per quanto possibile il lavoro delle Dame che lo compongono. In quanto al ridurre il Laboratorio ad una Società per raccogliere elemosina per le Missioni, non lo vedo possibile, senza urtare colle Opere Pontificie piene al presente di nuova attività e spinte dal loro centro a Roma.

 

e questo vorrc~ dire soppressione dell'Opera molto probabilmente.

 

In attesa di un suo riscontro me creda sempre

Suo Devmo.

 

Mons. G. DePiro

 

P.S.       Da Birchircara abbiamo ricevuto dell’olio per V.R. dobbiamo spedirlo?

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                                                                                                            Birzebbugia

                                                                                                            Wednesday 15th.

 

Dear Monsignor DePiro,

 

The above is the copy of your letter to Padre Mizzi, which you asked me to send you. I shall bring my books with me on Monday so that you can have all the necessary details.

 

Yours respectfully,

 

Agnes Asphar

 

Data probabbli 15/1/33 Nota li Miss Asphar kitbet lil Mons DePiro ma' Kopja ta' ittra (DePiro ‑ Mizzi) bid‑data 19/12/1932.

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                                                                                                Casa di San Giuseppe ‑ ]amrun

                                                                                                Malte

                                                                                                30 Oct 1927

 

Très Révérend Monseigneur,

 

Je vous remercie beaucoup de votre très gentil lettre. L'appreciation que vous faites de notre très petit‑ secours il a été pour nous une grand consolation. Le notre désir il est assez plus grand de ce que nous avons faisais jusqu'a présent. Mais le notre regard se lance sur le futur lorsque, avec le secours che Bon Dieu, nous pourrons faire quelque

chose de plus. Le notre Institut se trouve encore dans les difficultes de comencement, et il a dever jusqu'à ici aller contre la courant; parce que 1'insulaire est trop attaché a

son pays. Comme la notre Institution est encore diocesaine elle depend de 1’ordinaire de Malte; et c'est pourquoi une nvet de Votre Grandeur A Monseigneur 1'Archeveque Caruana elle tenira le chemin aplain pour le futur ‑ Pendent les notre conversations. La Mission Africaine des Somalis a toujours son lieu; comme encore dans notre prieres quotidiens. Parce que, "Nisi Dominus aedificaverit domum in vanuum laboraverunt qui aedificant eam". De la la grand necessité? de priere "Dominus Messis" a venir a notre secours, et d' accé1érer'le jour de voir accomplé le notre vive desir d' envoyer a la mission d.es prêtres aussi.

 

Agrdes Monseigneur mes sentiments du plus profond veneration et tandis je demand la Votre Benediction pour moi et pour tout 1'Institution, je me profess

 

De Votre Grandeur

Humille Serviteur

 

Canco Decano G. DePiro

 

La Grandeur

Monseigneur Fr. Andrê Jarosseau M.C.

Eveque de Somalis

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Casa di San Giuseppe ‑ ]amrun Malta

                                                                        9 Febbraio 1933

 

Riscontro, con premura, le sue due lettere del 16 Novernbre 1932 nella quale mi fa sapere che Mons. Jarousseau ci offre la stazione di Gololcia, dove il nostro caro Fra Giuseppe già da tempo lavora; e 1'altra de 9 Gennaio 1933 nella quale mi domanda la nostra decisione in riguardo alla detta offerta di Mons Jarousseau. Dunque in nomine D ni noi accettiamo llofferta di Mgr. Jarousseau in riguardo alla stazione di Gololcia e fin da ora ci affidiamo alla paterna direttiva e protezione di Sua Eccza Rev‑ma tanto più che noi in questa facenda ed in questo genere di vita siamo del tutto novelli, quantunque la presenza da Fra Giuseppe ci ha dato 1'opportunità di comprendere molte cose.

 

Ora, mio caro Padre Gioacchino, stabilito questo, mi permetta di significarle che vi è un punto per noi ancora del tutto all'oscuro, ed è che non possiamo capire, come è che non si lavora o almeno non si fa premura, e non si 'concede libertà al personale di una stazione di migliorare la sua posizione onde poter maggiormente lavorare per le anime. ‑ Dico questo perchè mi è pervenuto, se è vero, che in una casa delle suore con proprii sacrifici avevano fatto economia per migliorare la loro residenza, ed in questa necessaria iniziativa vennero fermate ‑ . Per primo sono io stesso per natura del tutto opposto all'idea di mandare denaro fuori dalla missione *(come avevano qualche intenzione alcune suore, ed io stesso in persona dopo un accenno avuto da Fra Giuseppe, mi ero preso 1'incarico di spiegare loro llinconvegnenza, ed io superiore, ringraziando­mi subito fermarono tutto). Ma non lasciarci rassodare la missione con risparmi, frutto di sacrifici, è per noi una cosa inconcepibile, infatti qui stesso, è appunto questo il nostro, continuo lavoro, cioè rassodare finanziariamente le case, perchè le stesse possono essere sempre più efficienti a procurare la gloria di Dio ed il bene delle anime ... Ed è perciò che le saremo grati se ci puo indicare, che sorte di azione ci verra concessa nella parte amministrativa ed economica della stazione di Gololcia, alla quale noi già ci sentiamo attaccati.

 

Spero che Mgr. Jarousseau non troverà difficoltà che noi ci mettiamo in comunicazione con Fra Giuseppe nostro, in riguardo alla nostra venuta a Gololcia. Verranno un sacerdote con uno o due fratelli ed essendo la prima volta io li accompagnerò. Chieda per me e per tutta 1'opera la Benedizione di Mgr. Jarousseau e mi saluti P. Mizzi e Fra Giuseppe e me

creda sempre

 

                                                                                                            Suo Dev in Dio

 

                                                                                                            Mons. G. DePiro

 

*anzi entro i limiti della nostra possibilità, siamo pronti di aiutare da qui, e siamo continuamente dal desiderio di ciò fare.

 

#Pel viaggio mio ci penser6 io ed Ella intanto mi dirà il da fare per quello degli altri. In quanto alllepoca calcolo che potrà essere nel prossimo autunno.

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Carissimo mio futuro compagno

Nell’apostolato di Cristo,

Fra Giuseppe Francesco Caruana,

 

Eccoci dunque sul punto di incontrarci sul campo apostolico per lavorare con zelo e  perseveranza alla salute eterna di migliaia di anime.

 

Suvvia carissimo fratello mio in Xto ( Cristo), lasciatemi abbracciarti con tutto 1'affetto che vi porto fin d'ora, anzi in sin dal momento benedetto in cui il vostro amatissimo Fondatore Mons. DePiro vi promise alla mia nascente missione maltese.

 

Vi auguro ottimo viaggio coll'aiuto di San Paolo vostro patrono e nostro speciale protettore della missione maltese e vi prego di aver per me e per tutti quelli che il Signore ci destina come futuri compagni nella vigna sua dilettissima, una specialissima intenzione dinanzi Gesù Sagramentato e nelle vostre altre pie preghiere specie al SSmo Cuore di Gesù.

 

Qui acchiusa una piccola lista degli oggetti da portare e che sarebbero utili nella nostra missione. Impossibile trovare tutti ma è possibile trovarne parecchi: Benefattori non mancheranno.

 

                                                                                    Vi abbraccio caramente e ringrazio,

                                                                                                Vostro affezionattissimo

                                                                                                            P. A. Mizzi

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Frère Joseph‑Françoid

Mission Djidjiga

Catholique

 

                                     r. s. v. P.

 

+ PS

Dear Brother,

 

 

 

If you think the bandage will not be sent, tell me, please; as 1 am in despair to remain without anything.

                                                                                         Fr. Ir..

 

Nota ta' P. Irénéé lil Fra Gu\epp. Din in‑nota, Fra Gu\epp bag]atha lill‑Fundatur (aktarx) mal‑kartolina bid‑data 5.10.1930.

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                                                                                                Gololtcha,

                                                                                                31st December 1930

 

Good new year to all!

 

Very dear Brother Joseph‑François,

 

The Peace of the Sacred Heart of Jesus Christ King!

 

Fortunately Andr6 told you last I was sick, as I could neither write, neither speak! But thanks to God and the good angels I could say everyday, low voice the Holy Mass and the 3 Masses of Christmas night! I had broken the neck [cassé le coul the Sunday 21st, the very day I blessed the splendid bell of Msgr de Piro and maledicted the bad angels and their evils!!! But what a pleasure since the first call of the bell in the night of Christmas! The people of the country knowing nothing about the bell, thought it was a mysterious sign of my death or the death of the great Father (Bishop) but the devils knew better ... and since that day we began again to have the Peace with all!!! Even the Sundav 28th I make katechism to Sheikh Moussa. Oh! when will you hear the joyous sound of

 

the bell in the mountains of Gololtcha echoing to each other the Gloria in excelsis Deo! Of course her godfather and godmother are Msgr de Piro and his worthy mother! Her voice is from "Malta to sing the glory of very Sacred Heart of Jesus, Jesus who is the Krist‑King! Jesus who is the God of the Peace! Jesus who is the God almighty! Jesus who is the true Light!!! What a Hope!

 

I am thanking Msgr de Piro; but also I must tell you all my gratitude as I would not have succeeded to get it here from so far without you! God may bless you!

 

But come quick to make the Chapell!!

 

Finally ‑ sorry to not have you with me, today at least! accept my hearty wishes of Good new year in the S. Heart.

 

                                                                                                            Fr.Irénéé

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Harar le 28 Septembre 1931

Au Cher Fr~re Joseph‑Franqois

 

Très Honoré et Cher Frè!re,

 

Depuis que vous êtes venu en Mission, vous n'avez cessé? de vous dévouer sans mesure et sans menager vos forces: ­A Sophie, vous vous êtes dépensé avec un zéle apostolique dont tout le monde garde 1'edifiant souvenir. A Gololtcha vous vous êtes donné beaucoup de peine pour organiser la station et pour aller soigner les malades: les privations que vous avez enduréés à cette station ont été bien grandes au point que votre santé en a serieusement souffert. A Tafari‑Bev‑A6 Barrd, vous avez tenu courageusement pendant de longs mois, le drapeau de la Croix, sans craindre la peine et les privations:‑ pour tous ces excellents services, je tiens, Bien Cher Frère é vous dire combien je prie Notre Seigneur de vous multiplier ses bénédictions et consolations en cette vie, en attendant qu'il vous accorde au Ciel la récompense que Lui‑même a promise au bon et Fidèle serviteur!

 

Si ce n’était pas abuser de votre dévoument, je vous demand­erais, Bien Cher Frère, de vous rendre à Boursoube pour préparer le mibilier nécessaire pour nos soeurs de Malte qui doivent venir bientòt. Elles seront là sans doute pour la fête de la Toussaint. ‑ Avec elles, il y a un prêtre aumênier de Malte.

 

Pour tout cela, j'unis, Cher et Honoré Frére, ma bénédiction a Celle que je prie Notre Seigneur de Vous donner Trés abontante fr. André Jarosseau Ev. Vic Ap. miss cap.

 

Ci‑joint une petite obole pour vous et pour vos pauvres.

 

                                                                 Gololcia ‑Fondando la Nuova Stazione

                                                                                                dei Santi Apostoli

                                                                     10 Giugno 1928

 

Carissimo Fonsu,

 

Vorrei dirti molte e molte cose ed abbastanza estesamente onde farmi ben comprendere dai Lettori degli Annali caso mai giudicasti utile la pubblicazione di questa mia lettera.

 

Ma il lavoro materiale cla un lato, la fatica dall'altra, e finalmente la mia lontananza dal centro di ]arrar o più precisamente Sofi mi impediscono di protrarmi sopra molti dettagli da per se stessi cosi interessanti. Sarà dunque succinto malgrado me e ti dirò "multum in parvo".

 

Nel numero di Gennaic, (Febbraio?) scorso

 

potesti annunziare ai tuoi Lettori 1'arrivo di cinque Suore Francescane "Ta' Fra Diego" e la presa di possesso della casa di Sofi da parte della M.Rda Madre Rosa. Da quel tempo che cosa abbiamo potuto notare d’importante?

 

Il nostro lavoro è stato sopratutto un lavoro d'estensione non di conquista quantunque come ben lo vedremo ci sia pure qualche conquista.

 

Abbiamo dovuto sviluppare le opere esistenti non potendone intraprendere delle nuove.

 

E anzitutto abbiamo potuto fondare una nuova scuola a Gigiga, nome che già non ti riviene nuovo. La città di Gigiga fortificata e comprende una piccola guarnigione che non oltrepassa i cinquecento soldati. Gli è che non siamo lontani dalla frontiera anglo‑abissina del Somaliland. il Governatore perciò di questa città ha poteri più interi sia civili che militari. È questa stessa sua situazione militare che dà alla citta la sua importanza e che vi riunisce una populazione più densa che non credo oltre passi le 5,000 anime fra arabi, somali, Galli e abissini.

 

Situata in pieno deserto somalo‑abissino Gigiga è ciomalgrado ben fornita in grano, sale, peperoni rossi, bestiame, e tela (ta' 1‑ixkejjer): gli è perchè il governo paga lui stesso gran parte dei suoi soldati dispersi in tutta la regione e perciò fa rimettere qui dai contadini le decime dei loro campi e procura allIarmata 1'occorrente pel proprio vestito e abitale.

 

La provvista d'acqua è destinata a 1'industria dei pastori somali stessi per abbeverare i loro innumerevoli bestiami e specialmente i loro camelli: la richezza somala per eccellenza quando unita ai cavalli che tanto ti li passiona.

 

Quest'insieme fa si che la popolazione giovanile di Gigiga è abbastanza numerosa e merita che la si doti d' una scuola.

 

Essa esistera di gia e nel refettorio dei padri a Gigiga ma non si poteva continuar cosi più altre. Facemmo dunque uno sforzo e tirando alla meglio e ciascuno da conto suo la coda del diavolo potremmo le 70 sterline che ci costò. Essa fu benedetta il 6 gennaio scorso ed inaug­urata un pò più tardi. ‑ Sua Eccellenza il Governatore di Gigiga 1'onorò di due visite di già ed ha parecchie volte mandato sacchi di grano pei nostri allievi interni. Il Vice‑governatore anche lui molto simpatico fece lo stesso in diverse circostanze.

 

Sua Ecc il Governatore ed il Vice‑Governatore espressero spesse volte ai nostri Padri il desiderio del Governo Abissino, che cioè la Scuola prosperi e faccia molto bene alla generazione crescente.

 

A Sofi facemmo lo stesso ma ancor più grande. Cosi per esempio nella parte diretta dalle Rde. Suore Francescane abbiam costruito due belle sale, una da servire da dormitorio per le figlie di capi abissini e per le fanciulle "europee"M (Greche, armene, siriane, ecc) e qualche maltese come la Sig na Agius Giannetta. L'altra per esser dedicata al labor­atorio di questi stessi allievi paganti pensione.

 

(1) Cosi chiaminsi qui tutti i bianchi.

 

Nella parte maschile abbiamo potuto fabbricare due altre sale (non tanto belle a causa della ristretezza del posto) che servono di già da classe. Cosicche abbiamo ormai due corsi: quello dei piccini e quello dei mezzani.

 

Là s'è fermata 1'opera. Ci abbisognava formare a Sofi una vera parrochia e non entrarci più come nel passato dell'istruzione dei nostri orfani.

 

Abbiamo dunque cercato anzitutto di poter attirare gente da noi malgrado 1'ambiente musulmano.

 

Ciò non era possibile che a una sola condizione: fabbricare sul nostro terreno e dar 1'abitazione ai nuovi catecumeni. Glio è percio che ho pure fabbricato altro quattro camere dando cosi ricovero a 12 famiglie invece di otto alle quali avevo di gia pensato fin dal mio arrivo a Sofi nel 1927. Colle tre famiglie che avevamo gla fuovi del nostro terreno.

 

Contiamo adesso a Sofi

 

15 famiglie cioè 37‑40 persone estranee alle 2 scuole femminile e maschili; e circa 25 catecumeni. Il numero dei nostri fanciulli cosi ridotto dapprima per lo sposalizio di 6 ragazze, , l’invio a Dirre Dawa ("Scuola d' Arti e mestieri") di 8 dei miei allievi, e la partenza di cinque o sei altri ed altre, ho oggi raggiunto una cifra mai registrata in altri tempi: fra orfanelle e orfani contiamo a Sofi una 60ina di scolari interni.

 

Gli esterni sono ancora relativamente pochi ed ascendono a una              . Li abissini

dei dintorni. E adesso sto fondando una nuova stazione a 16 ore da Harrar ed a 7 ore di distanza da Gigiga. Il paese chiamasse Gololcia, nome datogli dalla piccola riviera. Gololcia è una valle seminata qua e la di collinette straordinariamente pietrose e di terreni coltivabili anzi dalla "Gololcia" il di cui letto è poco profondo.

 

I1 terreno è sabbioso piuttosto e perciò quanto più soffre di siccità in mancanza di pioggia, è tanto più fertile gli anni di grave umidità. Sta di fatto che la popolazione ricca e vive in abbondanza.

 

L'ho potuto costatare fin dai primi giorni. I1 Somalo non rassomiglia affatto al Galla in fatto d'ospitalità. Mentre questi è gentile, cortese, pieno di attenzione per l’ospite, pel quale è pronto anche a sacrificarsi in caso di ricerche da parte della polizia, il Somalo non lo riceve con piacere, e si deve gli rimanere a canto come nuovo proprietario vicino, fa il possibile per rendergli la sua installazione difficile e penosa.

 

È cosi ch'io ed i miei 10 fanciulli o operai che ho condotto con me per i lavori di fondazione siamo stati 1'oggetto di un vero boicottaggio. La popolazione non volle venderci nulla: ne galline, ne pane, ne granof ne uova, ne caffè, ne latte ne niente! Per sei giorni continui ce la dovemmo sbrigare,

 

mandando a comprare a nome suo proprio le merci a noi necessarie la moglie d'un piccolo capo Abissino che oggi stesso ho nominato mio rappresentante per le due terre che abbiamo e di più salto.

 

Oggi le cose stanno meglio, ma è risaputo ormai da tutti che quel boicottaggio era stato voluto dagli anziani (tutti musulmani come d'altronde tutta la popolazione di questa regione eccettuate due soli famiglie abissine ortodosse) per scoraggiarci colla fame!!! Dio l’ha pensato diversamente. In fatti dopo quelle prime difficoltà potemmo cominciare la fabbrica di una cappella in pietra che conta 12 metri di lunghezza sopra cinque metri di lungezza interna.

 

Un'altra casa destinata all’abitazione del Padre Superiore e del suo confratello, comprende due camere che sono in pietra e saranno terminate a Dio piacendo questa settimana. 3 altre abitazioni in legno comprendono 4 camere destinate a servire da Refetorio, Scuola, Dormitorio e Cucina.

 

I tetti di queste diverse costruzioni non sono ancora fatti perchè il legname che deve coprirle non è ancora tutto trasportato sul posto.

 

Questa sarà la prima parte della nuova stazione, destinata alla Scuola Maschile.

 

Ma fra qualche tempo a Dio piacendo si farà anche la parte che formerà la 3a Casa delle Suore Francescane; la seconda essendo già pronta da esser presa in Settembre prossimo all'arrivo del 2o gruppo di Suore che aspettiamo con grand' impazienza da Malta e Gozo e più precisamente dall'infatica­bile zelo di Sua Ecc.Rma Monsignor Vescovo Michele Gonzi e dalla Rma M. Nazzarena Gouder.

 

Frattanto questa stazione già preparati i primi 12 allievi che dovranno esser insegnati dacche la Scuola sarà aperta; ed il suo territorio è stato già grandemente ingrandito avendomi Sua Ecc il Governatore di Gigiga concesso la locazione di tutt'un paese non coltivabile ma tutto adatto alla postazione che comprende un giro d'almeno, cinque chilometri di diametro!!

 

Là si farà all'epoca secca d'ogni anno, la conoscenza di centinaia di pastori somali che ci domanderanno 1'ospitalità pel le loro innumerevoli greggia; e se sapremo cogliere quella bella occasione potremc, far conoscere con prudenza e bontà il Nome di Cristo Nostro Divin Redentore a molte anime, che poi lo ripeteranno alle loro conoscenze, e famiglie che Dio ci dia la grazia di saper trovare il metodo apostolico adatto a tale situazione cosi differente da quella che incont­riamo nei paesi Galla.

 

Ecco il lavoro di questi sei primi mesi dall'arrivo delle Rde Suore Francescane. E quali sono le nostre speranze per i prossimi sei?

 

Speriamo in Dio, che ci saranno concesse con amore uguale al sacrificio che si dovranno imporre

 

le altre almenc, tre Nuove Missionarie Terziarie Francescane che permettano a quelle loro consorelle di Sofi di prender possesso della Casa di Gigia.

 

Speriamo in Dio che un prete secolare Maltese, ardente devoto di Sta Teresa del Bambin Gesù le accompagnerà nel prossimo Settembre.

 

Speriamo pure in Dio che qualche altro Sacerdote di Cristo vorra ascriversi alla nostra ormai nota missione maltese presso i somali e che il Signore a causa dei meriti delle Sue Cinque Piaghe ci conceda pure di conoscere in modo preciso e definitivo 1'indirizzo che dobbiamo dare a questa missione.

 

Prega dunque carissimo Fonsu, e fa pregare anche tutt'i benevoli lettori degl’Annali se mai lor partecipi questa mia lettera; onde queste tre o quatro importantissime grazie ci vengano dal Cielo concesse a quanto prima pel bene delle anime e la gloria

 

di N. Signore Gesù Cristo.

 

Tutto tuo nel Cuore Del Divin Redentore

 

                                                                                                Fra Angelo Mizzi

.m.c. ‑ vice pref ap

     dei Somali

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A parte: Saluti a tutti i tuoi carissimi ed sempre. Rispondimi presto e fa il possibile perche il 2o Gruppo di Suore ci sia concesso malgrado le difficoltà che potransi incontrare la Rma M. Generale e Sua Ecc. Rma Mons Gonzi. Se puoi andare dalla prima e supplicarla in favor mio non esitare a farlo; mandandovele pure Mons. DePiro al quale mi farai piacere di mostrargli questa mia lettera. e di salutarlo tanto da parte mia. Salutami pure tutt'i miei.

Con ossequi di Alf. M. Galea 9.7.28.

 

L'ho gia tradotto per gli Annali Maltesi. Se poi vorrà, si potrebbe riprodurre nell’Almanacco della Società di San Paolo.

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Miss. Catt. di Gigiga

li 30 Gennaio 1929

 

Carissimo Fonsu,

 

Non so se avrai ricevuto in deposito il ricavato della fiera e delle altre organizzazioni fatte in prò della missione maltese presso i somali, come 1'avevo scritto al Rmo, Mgr DePiro ed al Sigr Paolo Vella. Ma se 1'hai ricevuto conserva tutto del deposito personale; eccetto:

 

1° £st12           da mandarsi alla Rma M. Generale (Gozo)

Suor Nazzarena Gouder come te lo scrissi

colllultimo corriere

2° Est40         da mandarsi per me qui a Gigiga, perchè forse mi serviranno fra poco per coprire certe spese locali di cui parlo nel mio articolo sul "Malta" spedito poco fa e forse gia stampato.

 

Tutt'il resto del ricavato se te lo rimettono gli organizza­tori, come pregai Mgr DePiro, conservalo da te per conto mio personale, non per conto, della Miss. Somala, cioè, di Sua Rma Mgr Andrea Jarosseau.

 

Ricevi in abbraccio Guido e digli del piu presto i nomi dei principali organizzatori della fiera, della rappresantazione al Teatro Reale ecc. ec. fatto per venire in aiuto.

 

Quando vedrai tutt'i maltesi in Abissinia sono riconosciut­issimi alla S. Ecc Rma per l’appoggio morale concessoci con tanto amore. Che Le chiediamo la sua Benedizione apostolica.

 

Qui tutti staim bene grazie a Dio e tutti contenti di lavorare per le anime.

 

Da quando siam giunti qui a Gigiga abbiamo ricevuto 33 fanciulli somali interni, e 5 famiglie somale. Fra gli scolari abissini esterni parecchi sono oggi di catecumeni; ed abbiam potuto battezzare in extremis 12 somali piccini e tre altri somali adulti; uno di questi sta per morire forse passerà questavolta. Prega per noi. Ed abbiti assieme ai miei saluti tutt'i miei ringraziamenti.

 

Saluti alla tua carissima sposa

ed a tutta la tua car.ma famiglia Guido.

 

N. B.

P. Ang bag]at dawn il‑kartolini lil Alfons Maria Galea. Dan imbag]ad g]addiehom lil Mons. G. DePiro u zjied dawn in‑noti:

 

(Con ossequii di Alf. M. Galea 22/2/29)

 

Non occorre rimandarmi queste cartoline. Gli scrivo oggi stesso a P. Angelo. Non conosco i nomi degl'organizzatori.

Alf.

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J. M. J. F.

                                                                                                Miss. Catt. di Bursum

4 Sett. 1932.

Carissimo Fonsu,

 

Ho ricevuto avant'ieri 1'altro, se non sbaglio, lo Chèque per £st15.00 e te ne ringrazio di cuore. Prendine nota.

Qui sono finalmente giunte (le casse spedite da Mgr DePiro) tre giorni fa. Figurati

a)     che non c'era niente per me; ma tutto per le Suore;

b)     che queste esigettero tutto;

c)       e ch'io o dovuto pagare niente meno Est6.00 (perchè esse non hanno denaro)

 

di trasporto da Berbera fin qui. Comprendi tu queste cose? Io non le comprendo. Io credo che quegl' oggetti sono stati mandati alla missione sia pure sotto il nome delle Suore Francescane.

 

Ma queste crederono che tutto è per esse, e che si deve fino all'ultimo spillo!!

 

Per tali sono i fatti brutali! Siamo al ventesimo

secolo ... assai lontano dallo spirito di fedi dei tempi dal N.S.co Padre San Francesco!!

 

Io credo che sia necessario far sapere queste cose a Mgr DePiro affinchè, ovvero a parte le cassette che mandano le famiglie delle Suore, tutto il resto venga spedito col nome della missione e dunque a me, che distrib­uir6 tutto secondo i bisogni delle diverse case Non la comprendi come va adesso??

 

Oltre a questo, devo farti rimarcare

 

per avvertirne dolcemente Mgre DePiro che sopra 7 casse c'erano oggetti per una cassa e mezzo soltanto: tutt'il resto carte, carte carte tagliete (tal‑legatura) ...

 

Fra gl'oggetti stessi quante cose che non val la pena mandare?! È necessario scegliere fra i doni quelle che sono completi e in buono stato e dare alle Suore che insegnano tutt'il rimanente, senza dirne nulla ai benefatt­ori a Malta stesso.

 

Finalmente destinare alle Suore solo quello dalla Congregazione o dalle loro famiglie soltanto ... tutto il resto considerarlo come dato alla missione come tale e dunque non annunziarlo alle Suore.

 

Fa comprendere dolcemente queste cose a Mgr DePiro ed amami sempre.

 

                                                                                    Tuo aftmo Guido

 

Saluti a tutti nostri cari ed ai Borg‑Cardona.

 

(Ittra ta' P. Ang. Mizzi lil Alf M. Galea)

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È vero che campane non abbiamo nè a Gigiga nè a Gololcia, ma a Sofi posseggiamo una abbastanza bella per la stazione. Se Monsignore potesse procurarcene due per le su accennate stazioni di Gigiga e Gololcia potrebbe allora contentare molti desiderii nostri: perchè siamo molti: circa 200 anime che le desideriamo qui a Gigiga e Gololcia. ‑ Per le nostrecappelle 2 campane di 40 chili (non pounds) ciascuna, potrebbero bastare per parecchi anni. Se Mons. DePiro ci trova tale Benefattore, degni allora mandarle qui al mio indirizzo; io poi farb pervenira a Gololcia quella che sarà destinata.

 

 Seguendo il suo cosi legittimo desiderio scriverò al "Laboratorio" un’altra lettera all'occasione della riuscita delle fiere, ecc., ma per la cassa ho gia scritto. Se non avrà ricevuto la mia lettera quando ricevera questa, potra fin Wora dir al comitato che ci

 

Bla data Silta minn ittra probabilment ta' Patri Ang; aktarx lil Alf M. Galea.

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J. M. J. F.

 

Missione Catt di Sofi

 

Signorina Gentilissima,

Ricevetti i dolci che lei si compiacuq mandarmi per mezzo del Rmo ed amatissimo Mgr DePiro.

 

La ringrazio di vero cuore e con tanta maggior riconoscenza che cosi mi permise di mandar qualche dolce ai Padri ed alle Suore di Gigiga.

Mi faccia il favore di ringraziare pure tutti i membri del Laboratorio St Agata per tutto quello che ci hanno offerto e lor dica se le piace di mettere 1'indirizzo sopra ogni oggetto speditoci affinch’io possa ringraziarli personalmente a ciascuno.

 

+

Non m’è stato possibile rispondere prima stante il lavoro della preparazione per l’apertura della nuova casa e scuola di Dire‑Dawa inaugurata il 7 etc. Mi scusi e

gradisca in compenso tutti gli auguri che Le offre la mia cordiale gratitudine per l’anno nuovo.

 

Salutami se Le piace tutti i suoi Cari e mi creda suo dev mo

 

                                                                                                P. Angelo Mizzi OMC

                                                                                                Vice pref ap dei Somali

 

N.B.Din 1‑ittra lis Sig na Pullicino kienet ma' 1‑ittra ta' P. Ang 19/1/31 lill‑Fundatur.

 

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                                                                                                Abissinia

                                                                                                li 9 Dicembre

 

Alla Nobma e I11ma Signora Marchesa Orsola DePiro ed a tutto il "Comitato Laboratorio Santa Agata" Hamrun.

 

Con mille e mille ringraziamenti per tutta la carità mostrata verso la nostra missione Maltese dei Somali tengo ad unire i miei cordiali augurii per il proseguimento ed il maggior sviluppo d'un opera tanto apostolica e si gradita a Dio stesso.

 

Benedicendola di cuore e chiedendo a Dio per il "Laboratorio" tutti coloro che vi cooperanno le grazie più auspicate da ciascun membro

 

mi dico di ogni membro del

Comitato sullodato

L’obbmo‑in Xto

 

                                                                        P. Angelo Mizzi OMC

                                                                                    v. pref. ap dei Somali

 

[nota miktuba fl‑19301

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Gentil ma Signorina,

 

Deus Meus et Omnia!

 

                                                                        Missione Cattolica di Sofi

                                                                        presso Harrar ‑ Abissinia

                                                                        26 Marzo 1930

 

Abbiam ricevuto il grazioso Bambino che la S.V. tanto buona ha voluto favorirci. Quantunque si è, arrivato con ritardo cioè, dopo Natale, pure il Suo arrivo ci colmò di tanta gioia dopo le dolorose circostanze della perdita della nostra amata superiora S. M. Rosa e delle buona sorella Sr. Marianna. R.I.P. di cui la S.V. conosce le relazioni spedite dal nostro Superiore Padre Angelo Mizzi M. Capp n.

 

Dunque ringrazziamo di cuore sa S.V. preg ma e La preghiamo a ricordarsi delle nostre povere bambine quando Le si porgerà qualche buona occasione: e queste buone animucce Le siano grate e ricompensano la carità col tributo delle loro innocenti preghiere.

 

Si compiaccia ossequiare da parte nostra il bravo Comm. Sigr. Alfonso Galea, Signora e Signorina, e che si ricordino di noi.

 

                                                                        Della S.V. Pregma

                                                                        Devma in Cristo

                                                                        Sr. M. Redenta di S. Michele

                                                                        Miss. Francescana Maltese

 

D. M. E. 0.

 

                                                                                                Missione Cattolica

                                                                                                Sofi 1 mo Marzo 1939

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Gentilissima Signia,

 

F'dawn il‑granet il‑pakkett tal‑kalzetti u 1‑oggetti ta' Sr. Alfonsina li 1‑KaritS tag]kom g]o[obha tibag]tilna, nirringrazzjak ]afna u [esù j]allaskom minn flokna, a]na biex inpattulkom ma g]andniex ]lief nitolbu u noffru xi sagrifi``ju g]alikhom milli toffrilna 1‑]ajja Missjunarja. Fl‑amar bdejna naraw xi ]a[a minn ta’ ]utna 1‑Maltin; taf kemm fra]na b'dak il~pakkett spe`jalment bil‑kalzetti g]ax kellna b\onnhom tassew.

 

Il‑kaxxa li bg]attulna f’Novembru g]adna ma r`evejnihiex; staqsi minn hawn u ikteb lil‑hinn, fl‑a]]ar sibnieha. Hemm spejje\ 500 lire; tkellimt ma' 1‑Isqof Mons Cossola fuqha, ]adli 1‑karti qalli nitlob lill‑gvern i[ibhielna, sal‑lum g]adha ma [itniex; 1‑Isqof qalli meta jibag]tulkom xi kaxxa 1‑a]jar jie]du via Mogadiscio, hemmhekk g]andna l-ispedituri tal‑Missjoni u inqas ta]bit g]all‑vja[[ u nir`evuha \gur.

 

A]na dejjem nitolbu lil St'Antnin iwasslilna li jibag]tulna u dejjem iwasslilna kollox, hekk ukoll nispera li jag]mel din id‑darba.

 

G]all~Pasqua jekk Alla jrid ng]ammdu xi erbg]a mill‑Kate­kumeni li glandna. Din il‑]abta g]andna mas‑60 ras ta’ kull daqs; bg]attlek din il‑fotografija ‑ ]aduhielna meta [ie j\ur 1‑iskola d‑direttur ta' 1‑iskejjel g]ax invistaw id‑djar tal‑Missjoni kollha biex jaraw x’tag]lim qed isir. Almenu baqa' sodisfatt bid‑dar tag]na. Din il‑[img]a mietu xi nies bit-tifus u bil‑[idri, hawn ftit tal‑mard billi n‑nies baqg]u A ftit bil‑[u]. Ma jifil]ux g]alih u qed imutu [mielhom anke xi ewropej, Gesù jkollu ]niena minna u ja]frilna din id‑darba.

 

Nawgura Buona Pasqua Lilek u lir‑Rispettabbli Kumitat tal­-Laboratorju ta' St. Agata u `kejkna Komunità tag]na sselli tafna g]alikom.

 

Sua Serva

  Sr. M. Redenta di S. Michele

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Harar. Du Grand Séminaire du Sacre C.

 

                                                                                                25 Decembre 1930

 

Carissimo Carmelo,

 

Bil‑fer] kbir kont ir`ivejt l‑pakkett postali li inti bg]attli; mill‑fond ta' qalbi nirringrazzjak minn dak kollu li inti bg]attli. Inkwantu gtall-pasturi u 1‑bambini kollha tkissru i\da irnexxieli nirran[a xi tnejn minnhom. Karm, biex ma ninsiex meta tibg]at xi pakkett fuq 1‑ispaga, tag]milx 1‑in`iera g]ax dik i[[ieg]lek ttallas tafna. Issa meta jkollok xi sold ixtri daqsxejn ta' drapp biex nag]mel xi erba' qomos lit‑tfal. Anke xi `intorin u xi kappell tad‑drapp jag]mel tajjeb tafna. Insejt x'jismu g]al issa g]andu jkun orgni tal-]alq jew vjolin tal‑]alq is‑seminaristi jie]du pja`ir wisq bih. Xejn ma g]andek g]ax tikkonfondi jekk ma jtikx xejn inti taf li 1‑Providenza t’Alla hija kbira tafna. Kont ninsab im]abbat u g]alhekk ktibtlekx minn qabel u lanqas lil Golin u lil o]tu. Nispera però li ma ndumx ma nibg]atlek 1‑ittra tag]hom. Is‑seminaristi qaddsu g]all‑Milied u kellna festa sabita ]afna, bg]attlek hawn fotografija tag]hom biex jekk jog][bok ittieha lil Giovanni Mifsud. Nifra]lek li g]addejt festa tajba ta' Santa Katerina. G]a\i\ ]abib `ikku tal‑Marnisi kitibli u g]idtlu li ma ndumx ma nirrispondih. G]al lum xejn i\jed biss nitolbok titlob g]alija biex nag]mel ftit tal‑[id ma’ dawn 1‑imsieken nies. B]al issa g]all‑grazzja t'Alla 1‑missjoni miexja tajjeb. Inti taf li [ew minn Malta 1-]ames sorijiet u tlieta minnhon iddestinati biex jag]rnlu skola [ewwa wa]da minn dawn il‑bleit. Hawnhekk bl‑iskola wie]ed jag]mel [id kbir. F'din il‑belt hemm familja taljana twajba ]afna, Kattoli`i fervoru\i u tista' ta]seb jekk ]adux pja`ir meta semg]u li [ejjin is‑sorijiet Maltin biex jag]mlu 1‑iskola.

 

Barra minn dan ilu xi tliet xhur li [ie hawn mag]na tabib Fran`i\. Dana huwa terzjarju ta' Missierna San Fran[isk u sinjur ]afna anke g]aref fil‑medicina u ta "addio" g]ad­dinja u [ie hawn mag]na biex jikkura 1‑lebrui\i u qieg]ed jag]mel [id kbir. Il‑foqra morda jsej]ulu missierhom u huwa jmur [o 1‑eg]rejjex tag]hom biex jikkurahom. Dana i tabib g]andu 1‑età tieg]i, huwa proprju qaddis; bil‑lejl bin‑nhar ji[ri g]all‑morda u ma g]andu 1‑ebda mistrie]. Verament kieku jkun g]all‑missjoni tag]na [id kbir.

 

[Ittra ta' Patri Gwakkin Bla firmal

 

                                    Harar -  Del Grande Seminario

                                                 del Sacro Cuore di Gesù

                                                 Missione Cattolica

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                                                                                                Il 26 Dicembre 1930

 

Egregio Signor Commendatore,

 

Dopo un tempo assai lungo di Silenzio vengo oggi darla delle mie notizie, che sono benissime grazia a Dio. Quante cose a racconterla! Però il tempo mi manca. Prima di tutto Signor Comendatore, prego la di Lei Bonta d'accettare i miei intimi auguri di buone Feste Natalizie, buon fine e ottimo capo d'anno. Supplico il Pargoletto Gesù di darla tutte le grazie necessarie per caminare sempre più alto nel cammino del amore. Signor Commendatore, La faccio sapere che quest'anno era per la nostra missione e in particolare per il Seminario del Sacro Cuore di Gesù un anno di benediz­ione celeste et di grazzie moltepice.

 

Ecco dunque l’oggetto di questa gioia che io sento nel mio cuore e desidero che tutti i benefattori la sentono pure quest'anno dico, Il Seminario per la prima volta ha dato Sette sacerdoti novelli. Per noi tutti questa è pure un aiuto che Id‑Dio omnipotente ho voluto mandarci. Sette preti indigeni in questo paese ove più che gammai il besogno del sacerdote cattolico si fa sentire, è per la chiesa una vittoria contro llenemico delle anime. Eglino sono stati preparati durante lunghi anni nella vita del santuario per poter quadagnar anime al Divino Maestro. Questo frutto io 1'attribuisco alle fervide preghiere dei nostri benefattori a quelli tutti che fanno sacrificii et e penitenza per il missionario che si trova lontano molto lontano dalla patria e della cara famiglia per 1'amore di Gesù Bambino. Accluso con la presente una fotografia dei sacerdoti novelli, per raccomandarle più caldamente alle di Lei fervide preghiere.

 

Nel mese passato sono arrivate qui in buona salute le cinque sorelle francescane. Elleno hanno fatto la migliore impress­ione; Il di Lei servitore che ha 1'onore dlesser ogni giorno alla tavola del nostro Vescovo, sa quanto e quanto Monsignore stima altamente nostre religiose Francescane Maltesi. Questo è detto al loro avantaggio. Nostre sorelle fanno molto bene e hanno veramente lo spirito apostolico che consiste nella abnegazione totale di se stesse e in un sacrifizzio senza limite.

 

D'altronde questo è il motivo che il nostro amato Vescovo ha affidato alla loro cura una scuola per gli europei Italiani in una città importantissima qui in Abissinia.

 

Signor Commendatore, Lei sarà contento di sapere che la Divina providenza ha fatto con la nostra missione un altro favore signalato. Un giovane Dottore francese ben usato nella medicina, ha dato un addio alla sua patria alla sua cara mamma per venire qui qjutare gli missionarii. Questo terziario fervoroso del Nostro Serafico Padre è gia nominato il Padre degli poveri. Egli con un zelo di religioso cura con tanta pazienza anzi con amore i lebbrosi della nostra lebroseria. Ha fermato con loro la casa e ~? diventato il compassionevole delle loro terribili miserie. Veramente quest'atto d'abnegazione e di sacrifizzio da parte d'un secolare ha toccato il cuore dei feroci maumettani stessi. Ah! Si a Malta troviamo cosi alcuni giovani che desiderano cinsacrarsi al Signore? Ma il mondo fa paura del sacrifizzio per tanto il Divino Maestro ha detto quelle sublime parole: "Logum meum Sauve est et onus meum leve". " Gustate et videte". Lei debba sapere che oggi abbiamo nel Seminario due studenti Maltesei. L'uno Vincenzo Bugeja che porta il nome di Fra Giuseppe Maria e 1'altro Giovanni Micallef da Birchircara fratello del Signor Canonico Dun Giuseppe Micallef. Questi due giovani si preparano eglino pure per evangelizare i Somali Missione che fra pocho sara dichiarata Missione Maltese indipendente.

 

Prego il di Lei bontà di scusarmi d'aver prolongato oltre misura la mia lettera. Però una volta al anno non è troppo. Di nuovo la dico buon Anno e molti auguri per la benedizione celeste.

 

                                                                     Il di Lei umile servo ‑

                                                                                    Fr. Gioacchino Cappuccino

                                                                                    Direttore del Seminario del

                                                                                    Sacro Cuore di Gesù

                                                                                    Harar Abissinia

 

[Alf. M. Galea g]adda din 1‑ittra lil Mons G. DePiro wara li \ied din in‑nota ta' hawn ta]t fuq 1'ittra]

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Pervenutami troppo tardi per inserzione negli Annali di Febbraio, gia stampati e di prossima pubblicazione.

 

Alfonso ‑

Djidjiga

 

Il 19 Ottobre 1933

Missione CAttolica

 

Molto REvdo e Stimatissimo Sig. Can. Bonnici,

 

La dolorosa notizia della morte del compianto e venerato Mons DePiro era veramente molto inaspettata! Per noi tutti era come un colpo di fulmine. Infatti da ogni giorno al altro lo aspettiamo come Ella potra vedere nelle mie lettere. La ringrazio di cuore dei dettagli sopra la morte del iminente defunto. Qui nella missione alla prima notizia della sinistra notificazione abbiamo celebrato per lui una messa solenne con la comunione per il riposo della anima d'un grande benefattore. Era veramente 1'Uomo di Dio, un Zelante sacerdote tutto pieno d'amore ardente per la gloria del Signore e per le anime. Con ragione che llIsola di Malta era stata gettata in un lutto profondo. Ella ha perduto dal suo seno un Santo ma lo trovera nel cielo.

 

Io offro a Lei stesso Carissimo Sigr,Canonico i miei sinceri condoleanze per il Suo predecessore e degna aggradire i miei homaggi per esser eletto il Successore d'un fundatore e d'un padre degli orfani e dei poveri. Io non ho 1'onore di cono­scerla personalmente però la Conosco di nomina, cioè Monsignore d'un grande zelo per le anime e di grandi meriti. Supplichiamo il Signore di ratifica la scelta fatta del autorità ecclesiastica dell’isola di Malta.

 

Farò il più presto possibile la communicazione della sua stimatissima. Questa sera con la sua ho ricevuto un'altra del nostro amato vescovo Mgr Jarosseau comunicandomi la stessa notizia e un’altra simile cioè la morte di Monsignore Ricardo Bartoloni Delegato di Sua Santita per la Palestina, 1'Egitto, Abissinia. L'Eminente Prelato Lui pure aveva notificato il suo arrivo come visitatore della Sta Propa­ganda e ecco è partito per il cielo riempendo la sua alta cariga di Visitatore a Gerusalemme! Che la Santa Volontà di Dio sia fatta.

 

I1 Venerato defunto Mons. DePiro doveva venire qui con un sacerdote e uno ossia due fratelli. Io no so quello che diventera della Congregazione intorno alla missione Somala.

Lei trovera della difficultà per eseguire quello che voleva fare Mons DePiro, però abbia coraggio e la prego di disponare al pro gli contrarie alla missione somala. Lei vedra quello che vuol dire io.

 

Raccomando dunque allo suo santo zelo la nostra missione somala e si Lei potra fare il sacrificio d'un sacerdote e d'un fratello la missione somala canterà vittoria. Lei mi scusa d'averla scritto in italiano, so poca cosa.

                                                                        Mi dico il di Lei Umile servo

                                                                          fr Gioacchino Cappuccino

                                                                                          mis‑aps

 

Djidjiga                                                                                  fil‑27 ta' Ottubru 1934

 

Molto Stim sma Sig na Mary Asphar,

 

Il‑lum sejjer niktiblek dawn i\‑\ew[ versi biex bihom ng]arrfek li jiena g]adni ma ir`ivejtx l-ispare parts tal-­motor‑cycle li inti kont g]edtli li bg]attli. Fil‑ka\ li forsi intom kontu ma bg]attuhomx nitolbok bil‑karità kollha li tibg]athom u anke jekk hemm, xi kaxxi (g]all‑) missjoni li a]jar tibag]tuhom biex forsi jil]qu jaslu g]all‑festa tal‑Milied. Milli nara Patri Anglu Mizzi jdum ma ji[i g]ax forsi ma j]ossux f'sa]tu sewwa u g]alhekk ma hemmx g]alfejn toqog]du tistennew lilu. Jiena stess niktiblu biex ma jkunx hemm ritard fil‑ispedizzjoni.

 

Atrna qeg]din nistennew id‑de`i\joni fuq il‑Missjoni Somala u nisperaw li ma ndumux ma nircievu xi notizja tajba. Nissoponi li Patri An[lu di[à kellimkom fuqha din 1‑affari li hija tant importanti g]all-­missjoni.

 

Sig na nispera li s‑Superjuri il‑[did li sar flok il‑wisq mibki u twajjeb Mgr DePiro g]andu

1‑istess spirtu li kellu 1‑Fundatur verso 1‑missjoni. A]na nitolbu li 1‑Laboratorju St Agata jibqa' ja]seb fina. Inselli g]alik ]afna u g]all-kumitat u g]idilhom li a]na ma nonqsu qatt li nitolbu g]alikom.                Intom per~) ukoll ftakru fina fit‑talb tagtTkom.

 

                                                                                                L‑umli serv tieg]ek

                                                                                                      fra [wakkin

omc

 

P.S. Fra Andrè Marie Ghio jibg]at iselli g]alik ]afna.

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                                                                                                            Betharran

                                                                                                            Sliema

                                                                                                               Thursday

 

Dear Monsignor,

 

What do you think we should do about that wonderful box that was sent to Abyssinia months and months ago ‑ It seems such a pity to have all those nice things, bought by the half pennies and farthings of the Musta children lost and we have no bill of lading in our hands

 

to claim it ‑ I have asked Louise Caruana many times; but she does not seem to take sufficient interest ‑ Perhaps a word from you to the Italian Consul might do something ‑

 

I am enclosing the last two letters received from Abyssinnia.

 

With kind regards and begging for your prayers.

 

Yours sincerely

 

Mary Asphar

 

[Din 1‑ittra lil Mons. Pantalleresco [[ib it‑timbru postali Ju 1.3.91]

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Administratio Apostolica

       Aethiopiae                                                                    2 Novembre 1957

 

Reverendissimo superiore,

 

Vi ringrazio di cuore della gratissima lettera che vi siete degnato mandarmi. Ringrazio pure dei pensieri che avete per me. L'Etiopia è vasta; ma gli operai evangelici sono pochi. Bisogna pregare il Signore per 1'aumento dei Missionari.

 

Il caro fratello Giuseppe Caruana si dedica totalmente qui per la gloria di Dio. Tutti noi siamo molto contenti di lui, dei suoi lavori e delle sue virtù.

 

Vi mando di cuore i miei saluti affettuosi e benedico voi

tutta la comunità vostra. Rinnovo i miei ringraziamenti

prometto di servirvi di tempo in tempo per darvi notizie delle Missioni dostre.

 

Vostro devotissimo nel Signore

     + Abba Baile Mariam C.

     Amministratore Apostolico d'Etiopia

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Addis Abeba                                                                         3 Ottobre 1961

 

Rev e Caro P. Callus,

 

Dovevo scrivere subito appena arrivato al paese, per ringraziare ancora una volta per tutte le gentilezze che m'avete prodigato nel mio breve soggiorno di Malta. ‑ Io conserverà sempre un caro ricordo di quell'Isola, veramente cristiana. ‑ Io parlo con tutti, perchè sono rimasto grandemente impressionato per la fede che vi è nella vostra terra ‑ Ringrazio tanto il P. Maestro; il P. Giuseppe? (mi pare) che era il mio cicerone per il primo giorno. ‑ Grazie sentite per lo studente autista che guidava perfettamente ‑Ogni Hillman, ricordo sempre lui ‑ grazie pure a tutti gli studenti ‑ spero di avere qualche fotografia di quelle che abbiamo fatto insieme.

 

Ma in particolare sentito grazie a Lei, P. Michele che è stato con me tutta carità e gentilezza fraterna ‑ Ho ammirato bene Tripoli; ho passato la notte a Benghazi ed ho avuto contatto per la messa di Domenica 24 Settembre col Vicario Apostolico. Il mio soggorno era in Hòtel ‑mi son fermato ad Amara dove ho cominciato a dire, a raccontare tutti le bellezze e le gentilezze di Malta ‑mia mamma, vecchia di 89 anni è stata molto commossa nel sentire le mie buone impressioni sulla religiosità, sull' ospitalità dei Maltesi, in modo particolare dei Pad(r)i S.S. Paolo ‑ Saluti cordiali a tutti, da me e da Fra Giuseppe.

 

Suo devmo A.G. Hailie

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P.O. Box 2212

Addis‑Abeba

 

29 ta' April 1975

 

Ma]bub ]ija,

 

Ili ftit ir`ivejt 1‑ittra tieg]ek u ]adt gost biha u bl­a]barijiet kollha li g]edtli. Nispera li tinsab tajjeb kif g]all‑grazzja ta' Alla ninsab jien.

 

]i, 'il Fra [u\epp dejjem sellejtlek g]lalih u irringrazzjakem tat‑talb li tlabtu g]alih. ]i, issa qed jitlob Hu g]alina mis‑sema. Nifir]ilkom g1Tax qaddis ie]or g]andkom fis‑sema, u veru qaddis mhux bil‑kliem imma. bil‑fatti. Xtaqtek ]afna li jirnexxilek tarah qabel ma miet.

 

Fl‑a]]ar ittra kont g]edtlek li kien 1‑isptar. Mill‑isptar kien ]are[ u kien tajjeb tafna f'kollox, u re[a [ie g]al li kien qabel. Imma 1‑Mulej fit‑23 ta'April, 1‑Erbg]a fil‑g]odu kmieni g]ajjatlu g]al g]andu, biex jippremjah g]ax tassew kien jist]oqq1u. ]add ma kien qed jistennieh daqs kemm kien tajjeb. Il‑Madre u jien ftit sig]at qabel ma miet konna ]dejh, u kien 1‑a]]ar ikla milli ]adnielu a]na. ]i kemm kien Patri ta' e\empju tajjeb g]al kul]add, qatt ma ilmenta minn xejn u rikonoxxenti wisq g]al li tag]mel mieg]u. Kemm kien irrispetta(t) mill-isqfijiet u mill‑qassisin ta' hawn. L‑Isqof ta' hawn kien i]obbu wisq, g]ax fih xi t]obb u trid tara kemm hu iddispjacut g]alih. Ma mienx baqa' x'm'g]arnillux, kollox mill‑aqwa g]amillu. Hi, il‑]amis fil‑g]odu 24 ta’April g]amlulu 1‑funeral, xi ng]idu, Addis Abeba kollha [iet warajh. Kemm ]alla r[iel jibkuh ‑ rabbiehom Hu u m'g]andhomx missierhom (orfni) u lilu biss ig]idulu (")Missier("). Kien ma]bub wisq minn kull]add. Il‑quddiesa qaddishielu 1‑Isqof u l‑qassisin kollha tal‑Katidral, u wara wassalnieh sa fuq il‑qabar. Miskin. KullTadd iddispja`ih ]afna g]alih u kul]add kuntent ukoll li baqa' mag]na Addis‑Abeba. ]i, a]na ma nistg]ux ninsewh, il-]in kollu nsemmuh u ]allielna vojt kbir g]ax daws wie]ed minna.

 

]i, il‑Madre ]aditlu film mill‑bidu sa 1‑a]]ar biex tibag]tu Malta lil Fr Tomlin tag]kom g]as‑sodisfazzjon tag]kom.

 

Forsi g]ad jirnexxilek tarah u tkun taf hux dak kollu li g]edt.

 

Nispera li sa issa ]affift xi ftit mix‑xog]ol li kellek. Kont qrajt bi``a mill‑ittra fuq "Alma Mater" minn ittra tieg]ek fuq ix‑xog]ol li gliandek tal‑bini, nispera li lestejtu.

 

Il‑lum a]na qeg]din ]add il‑Palm u 1‑kumplament il‑Gimg]a tal‑[img]a 1‑Kbira. G]al‑lum se nieqaf hawn. Flimkien mal­-Madre nsellu ]afna g]alikom u nag]tukom nixtiqilkom 1‑g]omor Kull [id.

 

                                                                                    Nitolbok tberikni

                                                                                    0]tok

                                                                                    Sr. Philippa

 

Sr. Philippa Gatt                                                       Rev. Fr. Michael Gatt M.S.S.P

P.O. Box 2212                                                          lil         2 Fraser Street

Addis‑ Abeba, Ethiopia                                                       Swanbourne

                                                                                    Western Australia 6010